I ricordi di un cittadino che moltissime persone porteranno sempre nel cuore. Franco Modesto Costa, tra gli ‘Amici di Peagna’ a pieno titolo, ha percorso il suo ultimo triste viaggio terreno a 81 anni. Poche centinaia di metri dal Santuario Madonna delle Grazie al camposanto dove riposano i suoi cari, la generazione Costa di Peagna. Lui che fin da giovane macinava ogni anno migliaia di km lungo il tragitto Ceriale (Muragne) – Alessandria e tra i pionieri dell’ortofrutta all’ingrosso.
Un ceppo famigliare, i Costa (con il capostipite U Merlettu), pionieri dicevamo dalla piana albenganese al mercato ortofrutticolo dei grossisti di Alessandria. Un commercio fiorente, primizie in particolare, durato oltre tre decenni. Una realtà commerciale, possiamo dire senza timori di correzioni, che ha reso ricche molte famiglie di agricoltori della piana. Figli e nipoti si sono poi ritrovati tra i maggiori beneficiari.
Un business robusto, solido, grazie alla realizzazione di centinaia di serre (allora legno, vetro, stucco) destinate alla produzione di pomodoro tondoliscio, soprattutto. Non era ancora ‘arrivato’ il ‘cuor di bue’ di Albenga. Poi trombette, asparago violetto (non c’era il presidio Slow Food, né poteva esibire il marchio), fagioli ‘pelandrun’ (gancetto), ‘carota d’Albenga’ (piccola e affusolata), valeriana, carciofi in piena terra (i più gustosi crescono nelle aree sabbiose).
C’era una destinazione anche ai mercati del Nord Europa con il prezzemolo affusolato (deal). Non meno importante il commercio dell’ortofrutta: pesche (molte varietà, alcune locali), albicocca, susine, fichi, cachi, persino mandorle e giuggiole. E ancora finocchi, cavoli, insalate.
Il camion dei Costa, padre, i figli Franco e Gianni (inizialmente un Leoncino Fiat, poi due di ultima generazione) partiva carico alle due di notte, destinazione Alessandria per rifornire i grossisti del mercato di quella città e provincia, in realtà pure il Basso Piemonte. Per anni un’attività con il vento in poppa che consentiva au Merlettu di dare lavoro, al banco di lavorazione e ‘incestinamento’, fino ad una quindicina di operaie.
Per i coltivatori diretti di Ceriale, Peagna e della pianura un sicuro punto di riferimento e di promozione socio economica. E dai Costa acquistavano anche gli ambulanti dei mercati settimanali, i negozi famigliari di frutta e verdura, albergatori, ristoratori, pizzerie. Nella stagione della vendemmia e dell’uva il prodotto arriva invece dal mercato Alessandria.
Oltre al capofamiglia, Giuseppin, c’era la laboriosa moglie Lena, persona devota e generosa che praticava i valori della famiglia. Oltre ai due figli, l’ultimogenita Marilena, l’anziana mamma-nonna, la ‘lala’(zia). Si viveva tra le Muragne di Ceriale e Peagna nelle case che Franco e Marilena hanno scelto come ultima dimora.
Quando è mancato il papà, i figli hanno proseguito per qualche anno l’attività. Franco ha poi messo a frutto il suo bagaglio professionale e di competenza presso un grossista di ortofrutta di Albenga. Fino alla pensione. A Peagna collaborava con lo storico parroco compianto don Gerini e soprattutto con l’Associazione Amici di Peagna, per un periodo è stato nel direttivo.
Franco che in gioventù poteva esibire, con l’orgoglioso papà, la prima spyder rossa (Innocenti 1200) che si poteva ammirare nel ponente savonese. Franco e la sua passione del mare, una barca in porto a Loano, occasione per la pesca sportiva, l’esibizione di ‘prede’ da fotografare e postare sulla pagina Facebook, così come tanti altri momenti felici. Franco che, con la terza età, apprezzava le gite e l’amore per la montagna, le Alpi Liguri, l’Alto Tanaro, gli antichi borghi che conosceva uno ad uno. Franco che aveva contribuito ad organizzare ed inaugurare, a Peagna, l’annuale “cena in piazza” . Un fai da te il primo lunedi di agosto. Ogni partecipante collabora e si ingegna nella preparazione di un piatto, di una specialità paesana o marinara. “Così si cena – scriveva Franco postando nella pagina facebook alcune immagini della serata con tavola ‘bandita’ sulla vecchia piazza della chiesa -; a Peagna è la terza edizione. Una serata di grande amicizia… tra peagnaoli”.
Peagnoli rimasti ormai una piccola minoranza rispetto alle nuove generazioni di ‘immigrati’ dalla Riviera soprattutto, ma non solo.
Era nelle occasioni conviviali che chi scrive queste righe incontrava, almeno una volta all’anno, l’amico Peagnin. Franco, sempre affabile, gentile, mite, altruista, cresciuto e diventato giovanotto sulla fascia costiera, rispetto a chi era rimasto, fino agli anni della prima gioventù, nella Peagna agricola e dei pastori; con chi aveva calli alle mani, la schiena piegata dalla zappa, tra sudore e fatiche, a volte l’aratro come pane quotidiano. La rettitudine esempio da esibire.
A Peagna, ora orfana di Franco, restano i ricordi, i giorni spensierati. La perdita di un compaesano ricco di esperienze e valori, dignita’, ammirevole la sua dedizione e passione alla buona nomea del paese, alle sue dimenticate (da più) tradizioni, ai ceppi famigliari uniti, agli usi di devozione che si tramandavano.
Franco che ha vissuto, da testimone, Peagna d’altri tempi; il calore e l’orgoglio, gli anni del benessere diffuso con la valorizzazione di quelle terre che oggi sono sempre più caratterizzate da un desolante abbandono, da un’agricoltura ‘moderna’ e certamente meno redditizia. Anche gli orti famigliari si contano sulle dita di una mano. C’è il camposanto l’ultimo ‘libro di storia’ per chi è ancora interessato a non dimenticare, a recitare una preghiera di riconoscenza e ringraziamento in onore dei propri cari defunti, portare un fiore, una lacrima, sulla tomba di famiglia o di un caro amico. Il 3 gennaio 2021 Franco dalla sua pagina facebook pubblicava: “Un grande ringraziamento a tutti gli amici che si ricordano di me. Sono 80 primavere”. Non merita, da galantuomo e gentiluomo quale era, di essere dimenticato in fredda.
Luciano Corrado