Il 21 marzo 2021 un comunicato di #Idea Noli firmato da Debora Manzino così terminava: “ Chi si propone di amministrare dovrebbe capire che l’interesse di parte non può mai prevalere sul bene pubblico, e il rispetto per le esigenze dei cittadini e per il lavoro di ognuno non devono mai mancare”.
Parole sacrosante che dovrebbero essere ben presenti, attuate da chi sale quelle scale che portano all’interno della casa pubblica (Municipio); una casa che dovrebbe avere pareti di specchi, una casa al servizio del cittadino.
Parole disattese perché da più di vent’anni ciò non accade. Lo abbiamo potuto constatare in questo breve percorso storico che ha visto la complicità dei responsabili politici/amministrativi che si sono alternati nel programmare/gestire i tre grandi interventi: Liguria17, i box di Via IV Novembre e quelli di Via Belvedere. In ultimo… e non ultimo, quello di ottemperare alle esigenze dei cittadini costretti ad ottenere fuori Noli la carta d’identità!
Liguria17 (primo lotto): il Comune ha incassato i doverosi oneri di urbanizzazione, e sotto la voce “interesse pubblico”, li ha usati per far costruire dall’impresa il muraglione sul torrente e la galleria con la strada (non completata) dietro il complesso edilizio.
Solo complicità politica può far passare indenne in Consiglio Comunale una simile convenzione tra pubblico e privato.
Ovvio che senza muraglione, senza galleria, senza strada, la serie di cinque caseggiati non avrebbe avuto motivo di realizzazione. I costi dovevano essere esclusivamente a carico del costruttore. E non a carico della comunità sotto l’ipocrita voce: “interesse pubblico”.
Ecco il motivo per cui è stato detto che con un solo caseggiato (dei 5) Liguria17 si è pagata l’intera operazione.
Liguria17 (secondo lotto) : scandaloso il comportamento del Comune che si fa tranquillamente bocciare un progetto per autosilo, per poi, invece, impegnarsi, e far approvare sullo stesso sito, il secondo lotto di lottizzazione dalla Provincia.
Ambedue gli schieramenti alternatesi in questo contesto, chiaramente non hanno voluto tenere in considerazione l’interesse pubblico nella costruzione di un autosilo.
La dimostrazione di voler raggiungere un interesse esclusivamente privato (lottizzazione), con l’abbandono di quello pubblico (autosilo) è tutto descritto e documentato nei minimi particolari leggendo i numerosi articoli a mia firma su Trucioli.it di questi ultimi anni. In particolare come la Commissione Provinciale ha infine concesso l’autorizzazione (con l’astensione di quattro importanti membri), subordinata a condizioni capestro per gli acquirenti (monitoraggio e manutenzione in sicurezza della collina), pur mettendo in evidenza prioritaria che: … “questa collina non sarà mai in sicurezza”.
Box di Via IV Novembre: ormai tutti conoscono (almeno dovrebbero…) la lunga storia, storia che inizia nel 2007 senza che il Comune valuti i due soggetti a cui affidare l’operazione, uno dei quali in …odore di ‘ndrangheta.
Dopo il fallimento di uno di loro, lo stesso Comune esce vincitore nella causa intentata dalla Società “Progetto Noli”, ottiene risarcimenti, rimborsi spese legali, rientra in possesso dell’area che era stata data in concessione con risoluzione del contratto (richiesto da ambo le parti). Con lo scavo eseguito.
Dall’agosto 2014, data di emissione della favorevole sentenza , il Sindaco Niccoli congela il tutto, il successore Fossati lo segue.
Minoranze silenziose, eccetto una con Marina Gambetta della lista “In Repubblica 2.0” che nel novembre 2019 espone i fatti all’ANAC (Agenzia Nazionale Anti Corruzione), Ente che, dopo tre mesi di indagini “invita” la Giunta Fossati a “far suo” un atto che mette definitivamente ordine ad una situazione di fatto illegittima portata avanti da parte dei due Sindaci Niccoli e Fossati. Inoltre obbliga il Comune ad incassare tutto il dovuto che era stato illegittimamente “congelato”. Alla fine solo 740.000,00€ su circa 900.000,00€ per insolvenza della società. Conseguenze di aver voluto anteporre interessi privati su quelli pubblici.
Ed ancora, la segnalazione alla Corte dei Conti per conseguenti danni erariali…in arrivo?
Tutto per non aver scelto di percorrere subito dopo la sentenza la fattibile via dell’esclusiva opera pubblica, nella quale avrebbero potuto trovare accoglimento le istanze degli incauti privati depredati. Ragionevole motivazione: possibilità di riconoscimenti risarcitivi per scavi già eseguiti.
E cosa dire dei mancati introiti per parcheggi a rotazione stimati in 250.000€ anno dal 2015 ad oggi?
Sette anni d’inerzia! Costati alla comunità 1.750.000,00€ (con qualcuno che si permette la risata ironica).
Box di Via Belvedere: la penosa, quanto lunghissima storia di questa seconda opera tutt’oggi incompiuta, iniziata con un bando più volte descritto per i suoi tantissimi interrogativi prima su Trucioli Savonesi ed in seguito su Trucioli.it, e che ha visto il Comune coinvolto e soccombere con relativo risarcimento danni nella sentenza del Tribunale Civile di Savona assieme ad altri interessati nei confronti dei privati possessori di appartamenti evacuati.
Brevemente. Niccoli Sindaco, minoranza Repetto: un bando a base d’asta di 1.600.000,00€ per la vendita di un’area pubblica (soggetta a vincolo archeologico) con relativo progetto per la realizzazione di 170 box su due piani andato deserto due volte, per essere subito dopo legittimato da una convenzione con un privato “...amico?” che “offre” 40.000,00€ in più!
Perchè questa persona non ha risposto al bando? Avrebbe risparmiato 40.000,00€.! Perchè nessun altro ha risposto? Domande inquietanti…molto inquietanti!!! La risposta è riservata al lettore.
Senza entrare nei dettagli: con il ritrovamento di reperti archeoligici un nuovo progetto viene concordato con la Sovrintendenza, non più su due piani, bensì su tre, scelta che comporta obbligatoriamente spese aggiuntive per scavi, con 174 box. Inoltre la Ditta si sobbarca l’onere dei costi per gli scavi archeologici durati tre anni. Altra domanda spontanea: rispetto ai costi di partenza Z&R è una SRL che fa beneficenza?
Sempre per proteggere gli interessi della subentrata Soc. Levy, il Comune accondiscende ad una variante che concede il fermo degli scavi del terzo piano interrato e permette la costruzione di box sopra il sedime ex FF.SS. che doveva rimanere di proprietà comunale, adibito a parcheggio e verde pubblico.
Non annoiamoci nel rimarcare l’accondiscendenza nella sala degli specchi su questa ultima operazione proposta da Repetto (2013) attuata da Niccoli, proseguita (male come vedremo) da Fossati.
Giunta che accoglie un’ulteriore richiesta di variante da parte del progettista della Levy rispetto al progetto approvato dalla Sovrintendenza, senza coinvolgere (per legge) la stessa. Oggetto di reato?
A giugno 2020 l’Ente superiore constata l’irregolarità e inibisce la ditta a proseguire nei lavori difformi, ne intima la demolizione. Il Comune risponde con genericità alle uniche interrogazioni della minoranza di Marina Gambetta per conto della lista “In Repubblica 2.0” replicando nelle diverse occasioni che tutto è a posto e che presto i lavori riprenderanno con l’attuazione della nuova viabilità sopraelevata.
Ad oggi l’opera è incompiuta; ferma grazie agli amministratori, maggioranza e minoranza (escluso “In Repubblica”) che dal 2003 al 2021 seduti nella sala degli specchi della casa dei cittadini, di fatto hanno contribuito a far prevalere l’interesse di parte su quello pubblico.
Da non dimenticare la convenzione tra Comune e privato (firmata da Niccoli) che prevede lo scomputo degli oneri di urbanizzazione quantificati in 600.000,00€ (depositati con assegno), per coprire di verde/piantumazioni la cubatura dei garage sopraelevati. Certo, sempre sotto la voce interesse pubblico.
Ricorda l’elettore nolese una frase propagandistica di un ex Sindaco “FATTI, NON PAROLE”?. Dopo vent’anni di fatti che subiamo, con milioni di € andati in fumo per ritardi d’immagine, di operatività, in particolare quelle centinaia di migliaia di € sprecate in spese legali, conforta leggere certe “frasi fatte”. Grazie….
Lutti cittadini- Bruno Pastorino, 88 anni, è mancato all’affetto della figlia Simonetta, il marito, i due figli ed ai tanti parenti. Bruno, nolese doc, diplomato perito edile, si era trasferito a Loano dove, sposato, ha vissuto per tutta la sua vita di lavoro come consulente edile presso la CARISA.
Bruno, appena possibile, tornava nella sua Noli che ha tanto amato e che non ha voluto abbandonare anche dopo la sua morte, optando per la sepoltura in terra nel nostro cimitero. Personalmente lo ricordo con affetto come compagno di viaggio sul treno degli studenti per Savona, per poi ritrovarci casualmente, ma con tanta reciproca gioia nelle rare occasioni d’incontro qui a Noli. Commoventi quanto appropriate le parole lette con emozione dalla figlia dopo le esequie. Ciao Bruno.
Carlo Gambetta