Abbiamo avuto già lumi sulla importanza favolistica dei draghi e sulla loro mutata dimensione morale: un tempo scatenati e insensibili cacciatori di uomini, poi divenuti invece esseri sentimentali, ma determinati e comunque buoni, epici quasi eroici. Intorno a loro, nella terra dell’Homo Sapiens Italicus troviamo però di tutto.
di Sergio Bevilacqua
E non sappiamo, fuor di metafora, come si può sostenere che questo Governo è un esempio di come si dovrebbe governare l’Italia. Non per i suoi atti, che, appropriatamente ai draghi, hanno del miracoloso, del favolistico, ma per la sua formula organizzativa: lasciare dicasteri a forme apparenti, come sono molti di questi ministrelli, per governarli attraverso un pugno di fedelissimi molto attrezzati sul piano finanziario e istituzionale è da sghignazzi in tutto l’Occidente. E non si governa coi miracoli.
Questo Governo è un cervello, ottimo, ne sono convinto, ma privo di corpo: o meglio, dotato di un sistema nervoso che diffonde i suoi comandi e riceve segnali di attuazione (spesso della stessa qualità dei ministrucoli, prendiamo il caso Lamorgese…) ma non dallo “stesso corpo”. È un sistema nervoso di buon livello, centrale e locale, innestato su un corpo quasi tutto alieno. E, come accade in questi casi, la sensibilità si riduce, i segnali arrivano, ma solo se forti, e tanti eventi sfuggono e riducono la capacità di indirizzo e controllo.
Purtroppo è proprio così, si sa, ed extrema ratio (perché di questa si tratta…) per fortuna che funziona, questa strana ed essenziale espressione di guida dello Stato, ma certo non può e non deve essere presa a modello. Come in tutte le emergenze si fa di conseguenza, ma chi sostiene che questa è una meravigliosa scoperta di amministrazione della Cosa Pubblica, beh… da sociologo scienziato con 50 anni di chirurgia delle società umane, di grandi enti pubblici e anche Stati, di grandi progetti di economia reale ecc. ecc. non posso assolutamente convenire.
E si vede. Cioè: le azioni, quelle fatte, vanno bene: va bene il PNRR, va bene la gestione della pandemia, va bene l’Europa, va bene a oggi la tenuta finanziaria malgrado il debito pubblico, va bene la ripresa sul crollo del PIL, va bene la rotta così un pò in sospensione per via dei cattolici sui diritti civili, va bene che i battibecchi tra politicanti e partitastri non nuocciano all’amministrazione dello Stato come è sempre avvenuto qui in Enotria (l’Italia in una delle sue antiche denominazioni, che significa terra dell’alcolica e obnubilante bevanda identitaria, enos, il vino…)
Ma l’Italia prima dei Draghi era già stata divorata da altri animali, piaga biblica, altri “animali volanti”, questa volta insetti però (non rettili…), distruttivi per l’economia: le cavallette, le… “Cavallette di Stato”, dopo gli sgambetti americani degli anni ‘60.
Infatti, recuperare il PIL perso per covid19 non basta. Avverrà, ma riconquistare quei 300 miliardi ricorrenti ci costerà altri tanti miliardi di debito, tra costo finanziario del PNRR sulle spalle dell’Italia e crescita del debito esistente.
Cioè, ci troveremo presto con il debito pubblico a 3000 miliardi e con il PIL ai 2100 pre-covid se va benone. Cioè il debito quasi il 40% in più del PIL e di entità enorme e pericolosa per il patrimonio dello Stato (ad esempio il Museo degli Uffizi di Firenze, il Colosseo, i beni del demanio, le Dolomiti, ad esempio….
Nel 2018 eravamo a 2000 contro 2400 (20% in più): il parametro d’inefficienza finanziaria dell’economia italiana sarà cioè raddoppiato.
Un governo per 3/4 di sola apparenza donata a forze politiche prive di organizzazione di partito (alias intelligenza diffusa e rappresentatività popolare) e, quando presenti, inebetite da faide interne, ideologia ed egemonia ottusa, non possono alimentare il vigorosissimo 1/4 di residuo cervello con tutto ciò che serve all’organismo per muoversi ancora (come fa certo adesso Draghi, grazie a lui solo e all’Europa) e meglio verso la migliore (e difficile!) vera risoluzione dei problemi, che significa fare del risanamento dell’Italia una vera e grande risorsa per tutti, italiani, Italia, Europa e, perché no, Mondo.
Non è un modello istituzionale questo Governo, via dalla testa questa idea sballata: una necessità, forse, ma anche un rischio per il futuro prossimo del Paese e dei suoi abitanti… Non basta la buona gestione dell’elenco di cui sopra: occorre una visione imprenditoriale per il Paese, e non può che essere “pubblico-privata”… figuriamoci, con questo Zelig della politica che il Parlamento presenta!
Ma non c’è alternativa. 500 miliardi di nuovo PIL per salvare capre e cavoli italici non si fanno con l’industria matura e globalizzata in mano a volponi ben organizzati o con la buona volontà di tanti ragazzi del nord… È tecnicamente impossibile. Forse 100, che non bastano. Il resto viene da una politica di Paese sulla Economia Turistica Integrata.
E solo da lì. Si può e si dovrebbe… se il Governo fosse ben collegato con il Paese attraverso una solida catena democratica che lo fa dialogare con il Parlamento sovrano (e non ebete) perché fatto di partiti seri che sono in collegamento con i cittadini italiani delle persone fisiche e giuridiche. Situazione non di oggi e nemmeno di ieri. Ma forse potrebbe essere di domani.
Non voglio dire soltanto che Draghi non basta, malgrado le grandissime risorse sistemiche che è in grado di apportare: voglio dire che i partiti italiani sarebbero da cancellare tutti e da rifondare. Agenzie elettorali, covi di individualismo, maestri di fuoco amico anziché di fratellanza e cameratismo, tante di opportunismi anziché di qualità e di furbastri, oligarchie e clientela. E tanta, tanta ignoranza. E pochi pochi servizi reali alle comunità.
Con tale mala genìa politica di partitastri falsi e superficiali, non c’è nessuna vera civiltà democratica per l’Homo Sapiens Italicus, questo mammifero, come gli altri della stessa specie, fatto a immagine e somiglianza.
E, insieme alla bestemmia, avanti tutta, rettili e insetti!
Sergio Bevilacqua