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Liguria e Basso Piemonte

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Commento/ I binari sbagliati senza ‘Dibattito pubblico’ previsto dalla legge. La Regione tace


Il progetto del raddoppio ferroviario della tratta Andora –Finale Ligure corre il rischio di procedere su binari sbagliati. Senza l’obbligatorio “Dibattito pubblico”si apriranno contenziosi.

di Gabriello Castellazzi*

Un tratto di ferrovia tra Loano e Borghetto. Il trasferimento a monte è da sempre caldeggiato dal mercato immobiliare. Mai fatto un ‘censimento’. C’è chi sostiene che siano non meno di 5 mila gli alloggi realizzati dagli anni 50 in poi lungo la fascia costiera, da Andora a Finale Ligure, attigui ai binari. Palazzi e palazzine che confinano sia sud sia o a nord con i binari. Immobili che con il nuovo tracciato incrementerebbero il loro valore almeno del 30%. In molti casi alloggi si affacciano proprio sul mare ed ora ‘danneggiati’ dal ‘rumore’ per il transito dei treni. Infine, in alcuni tratti, la massicciata ferroviaria è sempre stata rinforzata, dalle FFSS, nel corso degli anni, da massi che evitano l’erosione della terraferma.

Con i milardi del “Ricovery fund” si dovrebbero riaprire a breve, anche per l’Italia, speranze di ripresa economico-sociale, ma circa l’iter di alcuni progetti di grandi opere sorgono preoccupazioni sulla correttezza delle procedure seguite:

Sono passati circa quindici giorni da quando in Regione Liguria il Commissario di Governo Vincenzo Macello ha fatto il punto sulle procedure riguardanti il raddoppio della tratta ferroviaria Finale L.- Andora,  presentando la revisione in corso curata da “Italferr” (Società di ingegneria che sviluppa le progettazioni e cura l’affidamento degli appalti per conto delle Ferrovie dello Stato) del relativo “Progetto Preliminare” (il precedente risaliva addirittura al 2005).

Questa volta gli uffici tecnici viaggiano a velocità supersonica dato che, come dichiarato dal Commissario:  “il termine di presentazione del nuovo progetto è  fissato per il 31 dicembre e sarà di particolare importanza il dialogo con i territori grazie a tavoli di confronto e condivisione attivati sulle scelte progettuali, prestando attenzione alla sostenibilità ambientale, all’adeguamento della viabilità esistente con tracciati alternativi e modifiche di alcune viabilità nei comuni di Albenga, Pietra Ligure, Borghetto S. S. e Andora”.

A questo punto ci si chiede quando verranno coinvolti, in così breve tempo, tutti i soggetti sociali interessati all’importante opera pubblica.

E’ vero che all’incontro in Regione Liguria hanno partecipato i Sindaci dei Comuni direttamente interessati ai lavori, ma non risulta la presenza di tutte le altre componenti sociali che, secondo le attuali disposizioni legislative sul “Pubblico dibattito”, dovrebbero essere convocate se si vuole una reale condivisione democratica per un progetto di tale portata evitando futuri contenziosi.

Regolamenti precisi indicano le modalità di svolgimento dei dibattiti pubblici per  grandi opere infrastrutturali con forte impatto sull’ambiente e sull’assetto del territorio.

Enrico Giovannini, attuale “Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile”,  ha recentemente dichiarato che “il confronto pubblico riveste un ruolo cruciale nel promuovere il coinvolgimento dei territori, rendendo operativo un indispensabile strumento di partecipazione democratica e l’utilizzo del “Dibattito pubblico” agevolerà l’attuazione del PNRR, facendo in modo che le opere sulle quali siamo chiamati a costruire lo sviluppo futuro del Paese siano anche il frutto di una più ampia condivisione con cittadini e imprese”.

Parole corrette, conseguenti ai  Decreti 30/12/2020 e 7/5/2021 n° 204 per la “Mobilità sostenibile” dove sono precisate le linee guida sui procedimenti abbreviati e dove è obbligatorio il “Dibattito pubblico”. Provvedimenti perfezionati nella Legge 29/7/2021 n° 108 che ha indicato “la governance del PNRR con le misure di rafforzamento delle struttura amministrative e di accelerazione-snellimento delle procedure”, con un percorso di “Dibattito pubblico” (durata massima di 45 giorni). Gli altri termini di snellimento sono ridotti a metà, in riferimento al DPCM N° 76 del 2018.

Su quanto sta accadendo, quale è la reale opinione dei cittadini? Sono stati presi in considerazione tutti i pareri tecnici che stanno emergendo in questi giorni da più parti? Si spera forse di poter bypassare le regole costituzionali (art.9) di tutela dell’ambiente e del paesaggio?

In Francia, grazie alla legge “Barnier” del 1995, esiste un sistema che regola la partecipazione di tutti  al processo decisionale riguardante la realizzazione di infrastrutture importanti e si evitano quindi i complicati contenziosi che bloccano poi i lavori, con danni per tutti.

Il “Dibattito pubblico” anche da noi segue procedure precise che coinvolgono i soggetti  detentori di interessi inerenti l’opera da realizzarsi, e non è solo una prerogativa della Francia, perchè la procedura è stata introdotta in conformità alla normativa europea sulla trasparenza degli atti amministrativi  “per migliorare la qualità e l’efficacia delle decisioni pubbliche mediante la più ampia partecipazione dei cittadini e delle Amministrazioni locali interessate alla realizzazione di opere con un significativo impatto ambientale”.

Il suo iter viene attivato nella fase iniziale della progettazione in relazione alla fattibilità, quando il proponente è ancora nelle condizioni di poter scegliere se realizzare l’opera e, eventualmente, quali modifiche chiedere di apportare al progetto originale e non nella fase finale come si prospetta per il raddoppio del tratto Andora-Finale L.

La stessa Regione Liguria con la propria legge del  16 febbraio 2016 indicava le “Misure per il rafforzamento  delle fasi di progettazione e finanziamento di opere pubbliche di particolare rilievo” e all’ art. 18  precisava che  “al fine di individuare le soluzioni ottimali, di assicurare maggior certezza dei tempi di realizzazione nonché di  promuovere l’accettazione sociale da parte delle collettività locali interessate, la Regione definisce le procedure per una esaustiva forma di “dibattito pubblico” sulla base di un adeguato livello di progettazione”.

Questa procedura obbligatoria e vincolante per la stessa Regione, nel savonese non viene attivata pur essendo ben note le problematiche relative all’opera che riguarda tutti noi. Anche in Liguria si potrebbe completare il raddoppio della ferrovia senza danneggiare il delicato equilibrio costiero ed è compito dei tecnici, ascoltati tutti i soggetti interessati alla grande opera, trovare soluzioni compatibili con la “transizione ecologica”, base di un nuovo modello di sviluppo ecosostenibile.

*Gabriello Castellazzi– Europa Verde – Verdi del  savonese


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