Dopo tre giorni ero entrato a far parte del sito on line Emma e le sue cartomanti, non senza aver avuto qualche brivido quando mi venne chiesto di inviare tramite WhatsApp i documenti d’identità e il codice Iban.
di Guglielmo Olivero
Era il 13 aprile e il primo pagamento, in base a quell’oltraggio al lavoro che si basava sui 6 centesimi al minuto, sarebbe stato effettuato al 31 maggio. Devo dire che il primo approccio, seguito dalla donna che mi aveva convinto a provare le nefandezze della cartomanzia online, fu anche divertente, oltre che vergognoso. Sapevo, proprio per ammissione di Laura, che le chiamate erano registrate e poi ascoltate per capire se ero idoneo.
Con quella fortuna di aver iniziato la mia poco gloriosa carriera nelle radio private, ai primi anni ’80, sapevo tenere viva la conversazione, facendo finta di saper leggere le carte. Il risultato fu che le mie telefonate duravano tutte tra i 10 e 15 minuti, con il cliente, anzi le clienti perché quasi tutte donne, che sperperavano tutto il loro credito in apposite carte precompilate.
Due cose capii nelle prime due settimane: la prima, sulla quale riflettere, è che il 90% delle donne che chiamavano desideravano sapere se il loro partner sarebbe tornato, indipendentemente dal fatto di essere state trattate a dir poco male. La seconda è che quasi tutte erano entrate in un circuito vizioso che creava dipendenza. E fu proprio con una di queste povere signore che misi a repentaglio la mia permanenza. La signora si chiamava Anna, sempre più disperata perché si sentiva ripetere come un disco rotto la stessa frase “lui tornerà “. Quando mi disse che dopo sei consulti ero il primo uomo a rispondere le dissi ” mentre aspetta, viva, si guardi intorno, cerchi di andare avanti”. Una frase pericolosa.
E non a caso dieci minuti dopo Laura mi chiamo’ dicendomi di non usare più quel linguaggio e di dire che la persona di Anna sarebbe tornata, “così telefona ancora, ma non lo capisci? Ma sai se una telefonata così la sentono i fornitori tu hai chiuso, non ti posso difendere” . I giorni passavano, io di sera rimanevo in linea mentre guardavo la tv e facendo i conti, arrivando ormai a fine maggio, avevo calcolato un pagamento sulle 250 euro. Che naturalmente, come vi racconterò nella prossima puntata, non arriverà mai.
Guglielmo Olivero