Era novembre 1992. Locandine davanti alle edicole. Gli articoli stampa raccontavano un dramma che scosse Loano e il comprensorio. Un loanese perbene, stimato, lavoratore, esercente il bar della stazione ferroviaria. La sua morte improvvisa dietro il banco del bar portò alla ribalta il ‘mondo dell’usura nel ponente’. Il dramma di una famiglia onesta: padre, moglie, tre figli. Vedi anche il curioso episodio che l’agenzia di stampa nazionale Ansa diffuse nel luglio 1987: botte tra consiglieri comunali su problemi ecologici.
L’articolo del Secolo XIX sulla tragedia del povero Giovanni Eusebi, 48 anni, riportava anche le severe parole e la pubblica, coraggiosa, denuncia dal pulpito da parte del parroco (ora compianto) don Alessandro Ranoisio. Lo stesso che puntava spesso l’indice, anche dal bollettino parrocchiale, contro l’assenza di case in affitto per giovani coppie, per residenti. Colpa del caro affitti, della bieca speculazione immobiliare che non si curava delle ‘fasce deboli’.
Quella tragica morte scosse Loano ed emersero clamorosi retroscena. Il povero e sventurato Giovanni Eusebi, gestore di bar, terrorizzato al punto che interrogato dal procuratore della Repubblica delle pretura dr. Maurizio Picozzi, arrivò la ritrattare la denuncia di un tentativo di estorsione da parte di due malavitosi legati al mondo delle finanziarie della Riviera. Clamorosa anche la telefonata dei famigliari al Secolo XIX che rivelava i retroscena.
Usura e usurai che nella storia di Loano risalivano agli anni della guerra e post. Con alcune famiglie locali, note per essersi pure arricchite prestando soldi e spesso ‘risarcite’ con magazzini nel centro storico. I nomi si sussurravano, erano conosciuti dai loanesi. I casi denunciati all’autorità giudiziaria erano davvero pochi.
E’ finito invece nella rete di persone senza scrupoli che hanno incominciato a pretendere, per la restituzione del denaro, tassi di interesse sproporzionati, ricorrendo a minacce, anche di morte. Sei persone sono state indagate dai carabinieri, due delle quali colpite dalla misura del divieto di avvicinamento. Sono un savonese di 41 anni, un milanese di 37, un rumeno di 33, un 42 enne di Alessandria, un 41 enne di Boissano ed un loanese di 61 anni, tutti con precedenti penali alle spalle. Tra gli strascichi di cui si vociferava anche la circostanza che in un paio di occasioni, pur di tacitare i creditori, il commerciante avrebbe loro dato in pegno diamanti ‘fasulli’ rivelatisi tali nel momento in cui hanno cercato di venderli. Non si è più letto l’epilogo, come è finita.
Nel caso Eusebi emerse che una banca di Milano aveva concesso un mutuo, pare un miliardo di lire, ma la moglie della vittima rivelò agli inquirenti che chi si era adoperato per la concessione del prestito si tenne un bel malloppo. Sta di fatto che non potendo onorare le scadenze si arrivò a mettere all’asta la villa di via Rossini, a Loano, dove abitavano, oltre a terreni in località Santa Libera. Le indagini fecero inoltre emergere che erano tre le finanziarie a cui fece ricorse esercente sottoscrivendo cambiali: due ad Albenga e una a Borghetto. E con un creditore Eusebi si impegnava ad accettarlo come socio nella conduzione del bar tabaccheria della stazione ferroviaria loanese. E ancora, un dipendente alcuni anni prima avrebbe sottratto dalla cassa del locale parecchi milioni. E non poteva mancare l’ombra della frequentazione del casinò di Sanremo.
LOANO BOTTE TRA CONSIGLIERI COMUNALI: PIERO MARITANO E PIERO PESCE
IL LANCIO SU CRONACA NAZIONALE DELL’AGENZIA ANSA 10 LUGLIO 1987