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Liguria e Basso Piemonte

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La frusta di Renato Giusto medico d’altri tempi e storico consigliere comunale: Guarire la Sanità dal virus della politica, meno tagli e più competenze nel servizio pubblico. Gli errori di Toti


Parla Renato Giusto, Savonese Doc, personaggio popolarissimo, oggi membro  del Sindacato medici italiani: “Guarire la Sanità dal virus della politica; meno tagli e più competenze nel servizio pubblico. Anche nella nostra provincia la situazione complessiva non rassicura i cittadini bisognosi di cure”. Leggi anche: addio al dr.Roberto Mazzetta, oculista. Il papà era medico di famiglia. Il fratello Franco otorinolaringoiatra.

di Gianfranco Barcella

Il dr. Renato Giusto è stato medico di famiglia e già presidente del consiglio comunale di Savona, con una passione per l’arte di cui è anche collezionista

La Costituzione della Repubblica Italia statuisce che il diritto alla salute è tutelato e garantito, essendo fondamentale, unico a cui è stato attribuito questo aggettivo fra gli altri beni giuridici di sicura rilevanza costituzionale. Privati della salute, infatti, è molto difficile godere di tutti gli altri. Lo Stato perciò riconosce implicitamente questo diritto a tutti i cittadini, in quanto tali, senza che  lo debbano far valere.

La nostra Carta dei diritti e dei doveri fondamentali è illuminante in tal senso ma purtroppo molte volte il suo enunciato resta solo formale e non sostanziale. Se poi riflettiamo sul fatto che la gestione della Sanità pubblica è stata  demandata alle Regioni scopriamo che c’è una disparità di trattamento in base alla collocazione geografica dei cittadini italiani e tutto questo è in contrasto con il principio di uguaglianza.

Le semplici riflessioni di diritto costituzionale ci portano lontano… Restiamo nell’attuale situazione della Sanità savonese. Il presidente della Regione Liguria e assessore regionale alla Sanità pubblica, Giovanni Toti, di recente in visita a Savona per un sopralluogo  al nuovo angiografo dell’ospedale San Paolo, è tornato sulle priorità da perseguire nel savonese e sul territorio ligure con un diretto riferimento alla ripartenza post Covid 19. Il governatore ha enunciato una prima trance di assunzioni di medici specialisti per sopperire alla grave carenza della sanità savonese: “Entro l’anno ci siamo posti l’obiettivo di traguardare le professionalità mancanti nella ASl 2 Savonese penso ai ginecologi ed al settore materno Infantile che prevede ancora una sinergia con lo stesso ospedale Gaslini di Genova“, confermando la riapertura del Punto Nascite al Santa Corona di Pietra Ligure.

In merito al Pnrr, i fondi in arrivo, oltre ad aspetti formativi, riservati al personale sanitario, saranno indirizzati per il nuovo sistema di sanità  territoriale. “Case della Salute e centri di assistenza sanitaria nell’ottica di veri e propri <ospedali di comunità> al servizio dei cittadini e delle comunità locali, nel quadro del riassetto socio-sanitario”, ha evidenziato ancora Toti. “Fortini-sentinella…“. li ha definiti il presidente e assessore regionale.

Naturalmente nella partita del rilancio sanitario gioca un ruolo determinante il restyling del Santa Corona di Pietra Ligure. Comunque le risposte ai bisogni dei cittadini nel comprensorio savonese devono essere più celeri. Infatti da molto tempo prima del Covid molti cittadini della provincia di Savona erano costretti a rivolgersi ad altre regioni per ricevere le cure del caso, ricevendo risposte in tempo più accettabile. Continuando senza interventi profondi e strutturali il <Progetto Restart Sanità> rappresenta solo una pezza che non coprirà  neppure il buco lasciato dalla pandemia.

I sindacati di Savona hanno chiesto un incontro con la Regione per discutere di questi problemi ed avere risposte soddisfacenti soprattutto per la cura degli anziani e delle persone sole e più fragili. “Oggi -spiegano i sindacati – dopo qualche mese di molti annunci, possiamo apprezzare ancora nessun intervento concreto sulla sanità pubblica. Non si assume il personale necessario e nel frattempo si indirizzano risorse altrove. E così rimangono chiusi o molto ridotti, i servizi essenziali” .

I quadri del dr. Renato Giusto, popolare ed estroverso, capace di ‘mostrare i muscoli’ della contestazione pubblica quando affronta tematiche che riguardano la Sanità, la salute, i bisogni della sua comunità e denuncia i favoritismi

Il dott. Renato Giusto, rappresentante del Sindacato Medici Italiani afferma a commento: “Non sono assolutamente d’accordo con le decisioni prese dal presidente Toti. I medici di famiglia devono fare il loro lavoro, diverso da quello che si svolge abitualmente in ospedale. La situazione è difficile, ma vedo anche un’enorme confusione mentale. La vera riforma, semmai sarebbe quella di sgravare i medici di famiglia dall’enorme mole di pratiche burocratiche che devono sbrigare ogni giorno. Bisogna lasciarli lavorare in pace e non impiegarli per tappare i buchi di organico in ospedale. I politici che ci governano hanno un vizio grave: credono di essere esperti di tutto ma hanno molte lacune. La esasperata privatizzazione dei piccoli ospedali come si è tentato di fare ad Albenga ed a Cairo Montenotte dimostra la loro incompetenza. I Pronto Soccorso dei due nosocomi ora saranno ridotti ad ambulatori dei codici bianchi che avevo inventato ben 25 anni fa e poi <per risparmiare> sono stati chiusi. Nacquero per operare in sinergia con il Pronto soccorso, sempre troppo oberati di richieste di soccorso che nulla rileva con le urgenze. Ora accadrà il fenomeno contrario molto più pericoloso: i codici gialli e verdi e magari anche i rossi accederanno agli ambulatori perdendo tempo prezioso per essere assistiti anche se bisognosi di terapie urgenti. Hanno fatto esattamente il contrario di quello che avevo auspicato con l’ausilio del dott. Pistone e dell’avv. Fracassi, annullando le funzioni di un utilissimo presidio sanitario”.

“Altre note dolenti…”

E’ notizia delle ultime ore: ormai il dado tratto! Le porte dell’ospedale di Albenga si aprono ai medici di famiglia che garantiranno l’apertura del punto di primo intervento, dando vita ad un ambulatorio sulle 12 ore per gestire la bassa complessità di cura. A Cairo invece nascerà il primo ospedale di comunità della Liguria, con tanto di ‘Casa di comunità’, gestita sempre dai medici di famiglia. Il via libera a entrambi i progetti è arrivato dalla Giunta Regionale su proposta del presidente e assessore alla Sanità Giovanni Toti.

In merito alla condizione di emergenza della sanità in tempo di Covid 19 e sulle scelte di politica sanitaria in generale  che non si discosta molto da quella ligure, il giudizio del famoso medico savonese è sempre molto critico.

Negli ultimi tempi abbiamo imparato a fare i conti con la medicina della pandemia ed a stento abbiamo messo a punto una risposta sanitaria adeguata. Diverse testimonianze giornalistiche ci hanno raccontato di un sistema sanitario pesantemente sotto stress  con reparti di terapia intensiva sull’orlo del collasso e dolorose  scelte sui pazienti da intubare.

L’emergenza  di questi ultimi tempi non è stata solo frutto della contingenza sfavorevole ma di problemi strutturali vecchi di decenni. Indubbiamente il sistema sanitario nazionale è arrivato impreparato  all’appuntamento con il Covid 19, penalizzato da anni di tagli ai finanziamenti, dei posti letto e del personale sanitario e da politiche inconcepibili ed inaccettabili che hanno inciso negativamente sui servizi territoriali di prevenzione. Così ha mostrato tutte le sue debolezze e le sue fragilità. Rapidamente si è sviluppato un generale consenso politico sulla necessità di rafforzare il servizio sanitario nazionale, ma passata la fase acuta della pandemia la sanità è ben presto tornata a occupare la parte bassa della classifica delle priorità del Paese”

Quali sono gli elementi che supportano questa valutazione?

“La conferma che non fosse in vista alcun rafforzamento del SSN è arrivato già lo scorso aprile quando il governo ha reso note le previsioni della spesa sanitaria pubblica. Se dal 2917 al 2020 questa percentuale era rimasta ferma al 6,6% del Pil (tra la più bassa d’Europa), impennandosi al 7,3% nel 2021, a causa delle spese  Covid, la tendenza programmata per gli anni successivi mira decisamente al ribasso: 6,7% nel 2022 e 6,6 % nel 2023 e addittura 6,3% nel 2024.

Il secondo segnale è il seguente: Il ritorno allo scenario che a partire dal 2011 ha penalizzato il Servizio sanitario nazionale riducendo risorse umane e strutturali e tagliando l’offerta pubblica dei servizi. Si è provocato così lo scandaloso prolungamento delle liste d’attesa,  favorendo l’espansione dell’offerta privata, trainata anche dalla diffusione di varie forme di assicurazioni integrative aziendali. La lezione della pandemia non è servita!. E’ terzo segnale, a mio avviso più allarmante denuncia la messa al palo del personale del SSN.

Mentre si registra un grande attivismo per garantire ai soggetti privati l’accesso ai finanziamenti europei, nessuna buona notizia arriva dal fronte del personale del SSN che nell’ultimo decennio ha subito una drastica riduzione. E non c’è alcun segnale di inversione, dati i limiti previsti dalla spesa corrente e la mancata rimozione nei vincoli che limitano le assunzioni stabili. Infatti le assunzioni di medici e infermieri, effettuate in emergenza Covid, sono state fatte a tempo determinato.

E’ anche necessario un maggior impegno affinché le Università adeguino la loro offerta formativa alle esigenze della popolazione che invecchia sempre di più. Mi riferisco, in particolare ai bisogni sanitari degli anziani, solo parzialmente supportate dall’assistenza domiciliare.

Si legge al punto 4  della <carta dei diritti e delle responsabilità delle persone anziane>: “Se nell’invecchiamento ti trovi a dover dipendere dall’aiuto e dalla cura di altri resta il diritto a chiedere e a ricevere informazioni personalizzate e consigli su tutte le opinioni a te utili per cure, aiuti e trattamenti in modo che tu sia in condizioni di prendere decisioni ben informate. Hai diritto ad essere informato e consigliato su tutte le possibili attività ricreative, le strutture delle case di cura e le misure sociali di cura di cui potresti beneficiare indipendentemente dai loro costi. Hai diritto ad informazioni, rappresentanza e difesa legale”. La politica sanitaria non può limitarsi a gestire le emergenze in modo, a volte, anche approssimativo”.

Ci sono altre diagnosi preoccupanti sul nostro sistema sanitario nazionale?

Il dr. Renato Giusto, consigliere comunale di opposizione con Fratelli d’Italia, è stato presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Savona

Mi permetta ancora di rimarcare che continua la fuga all’estero del nostro personale sanitario. Nell’ultimo decennio sono stati 10 mila i medici italiani, migrati all’estero che arrivano a rappresentare il 50% dei medici stranieri, presenti in Europa Questa è la priorità assoluta! Occorre rapidamente formare ed assumere alcune migliaia di medici ed infermieri nei servizi pubblici. Durante la pandemia, questo è un altro elemento negativo da valutare con attenzione, gran parte dei servizi sono stati ridotti o addirittura sospesi, con ricadute molto negative sulla salute dei pazienti che avevano bisogno di curare altre patologie.

La ripresa delle attività ordinarie fatica ora a vedersi ed i pazienti si stanno abituando a evitare le strutture pubbliche, per lo più in ristrutturazione e riorganizzazione. Chi può ricorre quindi al privato che al contrario ha partecipato solo marginalmente alle attività emergenziali. Il rischio è che i 500 milioni di euro messi a disposizione per smaltire le liste di attesa, siano destinati tutti al privato, anziché rinforzare la ripresa delle attività nel Servizio sanitario nazionale.

La mancata prevenzione che in questi due anni abbiamo dovuto fare , ob torto collo, genererà ulteriori patologie che avranno bisogno di nuove cure con più risorse economiche da impiegare. Deve cambiare rotta la politica sanitaria, una volta per tutte! La Fondazione Gimbe ha calcolato che il grosso dei tagli sia avvenuto tra il 2010 e il 2015, con circa 25 miliardi di euro decurtati dalle finanziarie del periodo,mentre 12 miliardi sono stati orientati su obiettivi di finanza pubblica tra il 2015 e il 2019. Se proseguiamo su questa strada andremo a sbattere!” 

Gianfranco Barcella

IL SECOLO XIX DI DOMENICA 21 NOVEMBRE 2021

ADDIO A ROBERTO MAZZETTA, OCULISTA. IL PAPA’ ERA MEDICO DI FAMIGLIA

IL FRATELLO FRANCO GIA’ OTORINOLARINGOIATRA AL SAN PAOLO

E CON AMBULATORIO IN CORSO TARDY E BENECH A SAVONA

 


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G.F. Barcella

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