In questi anni è nato un importante settore di ricerca nella storia delle donne ovvero il gruppo di Toponomastica Femminile, che, partito come gruppo su facebook nel 2012, si è costituito in associazione nel 2014, giungendo a censire la situazione italiana (Home – TOPONOMASTICA FEMMINILE.)
di Danilo Bruno
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Nel nostro paese infatti la situazione della Toponomastica Femminile non è di alto livello poiché solo tra il 3 e il 5% delle vie italiane sono dedicati a personaggi femminili (in prevalenza madonne o sante) .
Ciò ha indotto all’avvio di una lunga opera di ricerca e riflessione sia nelle scuole che nella società affinché si possa giungere ad un riequilibrio rispetto alla situazione maschile,presente nella toponomastica nazionale quasi al 40%.
Naturalmente l’attività dell’associazione, che pubblica pure l’interessante rivista “Vitamine vaganti”, non si ferma solo alla ricerca toponomastica ma anche all’individuazione di figure femminile meno note e alla necessità di scrivere una storia delle donne e dalla parte delle donne.
Vi sono infatti oggi dei punti di estremo interesse ,che bisogna riprendere poichè la storia delle donne è volta pure ad una lettura dei periodi storici in una visione di “lunga durata” dove si devono cogliere gli aspetti interdisciplinari,i ruoli e la funzione assegnata ad un determinato genere sessuale in un dato periodo storico.
Si pensi, ad esempio, a cosa abbia significato la presenza dei monasteri femminili, dei luoghi di socialità delle donne (dai lavatoi ad altri posti) per capire come la società sia evoluta nella valorizzazione del lavoro femminile e soprattutto del ruolo che le donne hanno svolto nei secoli nell’evoluzione della civiltà.
Si tratta di una storia spesso ancora da scrivere e che trova momenti di estrema valorizzazione nell’attività della Società delle Storiche e di altri gruppi femminili e /o femministi(Libreria delle Donne di Milano, Laboratori di scrittura femminile,…).
Tornando allo specifico della toponamastica femminile, bisogna segnalare un dato curioso poiché , ad esempio, a Genova non vi è una via dedicata a Maria Drago,madre di Giuseppe Mazzini, che per tutta la vita fu confidente ,ispiratrice e fonte di stimolo per il figlio.
Ella infatti costituì un vero esempio per il figlio ma soprattutto ben interpretò con la propria azione la visione mazziniana secondo cui l’Umanità era costituita da due generi sessuali profondamente diversi e complementari: uomini e donne, ambedue titolari di eguali doveri ma la natura delle seconde le portava naturalmente a privilegiare il lavoro di cura in una logica di una maternità libera e consapevole.
Molti altri discorsi si potrebbero fare, partendo dalla toponomastica femminile, ma per ora mi fermo qui, invitandovi a una visita del sito associativo e a una lettura della relativa rivista.
Danilo Bruno