Giornata Europea della Giustizia Civile per l’anno 2021. Relazione del presidente della Sezione civile, dr. Alberto Princiotta. Due sono gli argomenti di riflessione sulle principali conseguenze della pandemia nel tribunale savonese: a.- i cambiamenti intervenuti nel nostro modo di lavorare a causa del covid, b.- le conseguenze del covid sul contenzioso.
di Alberto Princiotta*
L’ argomento più rilevante è certamente il primo. Questo perché anche a Savona la pandemia ha sconvolto improvvisamente la nostra organizzazione e ci ha costretto a cambiare dall’ oggi al domani il nostro modo di gestire la giurisdizione.
Tre fattori ci hanno aiutati, dapprima a fronteggiare l’ emergenza e poi a recuperare la crisi.
Il primo è stato la buona organizzazione logistica del tribunale, con la gestione degli ingressi, degli appuntamenti e delle misure di contenimento che ha consentito a tutti di lavorare in condizioni di sicurezza.
Il secondo, l’ avanzato utilizzo del processo telematico: ci ha consentito un più facile approccio alle modalità nuove ed straordinarie introdotte a seguito del Covid.
Terzo è stata la fortissima collaborazione tra giudici ed avvocati: sin da subito abbiamo fatto gioco di squadra per cercare di andare avanti , limitando i danni. Siamo stati quindi tempestivi ed adeguati nell’ uso dell’ udienza telematica, privilegiando quella con la trattazione scritta. Abbiamo inventato un processo scritto eliminando anche udienze inutili. È successo che rapidamente abbiamo concordato con gli avvocati un articolato protocollo che ha funzionato con soddisfazione di tutti.
Invece, non è stata molto utilizzata l’ udienza in teleconferenza da remoto: abbiamo costatato che era scomoda e di difficile gestione. Le difficoltà sono state accentuate anche a causa delle note carenze nell’assistenza informatica che ci affliggono da anni a Savona. Abbiamo sofferto la mancanza di una struttura di supporto al giudice per l’ ottimale utilizzo degli strumenti informatici che, invece, ho visto con soddisfazione dovrebbe essere introdotta con la riforma nell’ mbito del nuovo ufficio del processo.
Il processo civile da giugno ad oggi – Vi è stato un recupero dell’ udienza in presenza, una sorta di reazione alla over dose di carta ed all’ appesantimento del lavoro. Dopo mesi di memorie scritte e studiate in solitudine, i giudici e gli avvocati – almeno quelli abituati a sfruttare l’ udienza consapevoli dei vantaggi che consente per gestire il processo- hanno ripreso in larga misura ad utilizzare con decisione l’ udienza in presenza. Questo perché con il processo scritto avevamo tutti costatato che facilmente ogni causa si trasformava in una sorta di maxi processo.
Anche un accertamento tecnico preventivo con la presenza di solo 5 o 6 parti (come avviene normalmente) diventava una causa impegnativa per le troppe pagine dedicate a questioni che potevano apparire importanti ma che, in realtà, non lo erano ed erano sollevate a fini dilatori. Oggi come oggi però l’ udienza in presenza è tenuta con modalità molto diverse rispetto all’ epoca pre Covid con cambiamenti che sono rapidamente radicati e credo rimarranno anche quando torneremo alla normalità.
Taluni cambiamenti permarranno, indipendentemente dalle prevedibili riforme; altri, invece, permarranno proprio perché considerati favorevolmente dalla riforma del processo civile quale approvata recentemente dal Senato. Mi riferisco al fatto che ora gestiamo le udienze in presenza con orari scaglionati per evitare ogni tipo di assembramento (che poi, magari, si verifica lo stesso a causa di ritardi che, di volta in volta, colpiscono i malcapitati in colonna in autostrada ).
Capita poi spesso –di volta in volta quando abbiamo constatato che nel caso concreto l’ oralità serve a poco- che le memorie sostituiscano l’ udienza senza alcun appesantimento. È il caso dell’ udienza di precisazione delle conclusioni, oppure di talune discussioni ex art. 281 sexies, magari non complesse. Sovente è l’ udienza di discussione dei procedimenti sommari di cognizione ex art. 702 bis cpc. È anche il caso dell’ udienza successiva al deposito delle memorie istruttorie, in cui, anche proprio per utilizzare al massimo il calendario del processo, eravamo soliti riservarci.
La trattazione scritta rimane utilizzata quando è richiesta con istanza congiunta da tutti i difensori quando vengono da lontano ed hanno difficoltà a muoversi (perché sulla ns organizzazione processuale, oltre che la pandemia, hanno colpito duro anche le code in autostrada). I casi non sono pochi perché la nostra provincia ha una forte vocazione turistica e vede la presenza di migliaia di seconde case frequentate da lombardi e piemontesi. Costoro, quando litigano, si avvalgono dei rispettivi avvocati di fiducia che, avendo scoperto la grossa comodità del processo scritto, cercano di utilizzarlo.
Succede anche con una certa frequenza che, nel corso di una udienza in presenza, magari solo una parte partecipi in teleconferenza da remoto, spiegando concetti già chiariti con memoria ed anche utilizzando documenti già depositati al PCT. Ho visto che anche questa modalità sarà consentita nel progetto di riforma del codice sempre nell’ ottica di una migliore organizzazione e di una maggiore flessibilità.
Il maggiore utilizzo della videoconferenza avviene, invece, in un settore di nicchia, anche se importante.
A seguito della adozione di un protocollo con la maggior parte dei Comuni e dei relativi servizi sociali, una buona prassi ha consentito l’ utilizzo della videoconferenza nelle udienze di procedure di amministrazioni di sostegno consentendo una migliore partecipazione dell’ amministrato che viene facilmente sentito senza bisogno di accompagnamenti. In questi casi l’ uso della teleconferenza ha favorito l’ oralità e la presenza nel processo dell’ amministrato risparmiandogli anche fatiche e situazioni di stress; le stesse fatiche le ha risparmiate anche al giudice tutelare consentendogli di tenere udienza in tribunale.
Tutte queste nuove modalità di gestione del processo, introdotte improvvisamente sono quindi destinate a permanere.
Dopo gli scossoni iniziali, ora siamo tutti consapevoli che si tratta di modalità che possono anche aiutarci a recuperare quell’ efficienza che, oggi, tutti si aspettano da noi. Un ultima osservazione sul contenzioso. Dopo che era scoppiata la pandemia, in molti avevano preconizzato un’ esplosione di contenzioso da Covid. Questo non è certamente avvenuto a Savona. Ho chiesto ancora nei giorni scorsi aggiornamenti ai colleghi ed agli avvocati ma il contenzioso “da COvid” sino ad ora è rimasto scarso e non sembra destinato ad incrementarsi.
La maggior parte del contenzioso ha riguardato cause di locazione ad oggetto immobili ad uso commerciale di regola adibiti a bar, ristorante, albergo oppure “villaggi turistici”. Si trattava di questioni relative al pagamento dei canoni di locazione nei periodi in cui le attività commerciali sono rimaste obbligatoriamente chiuse o che hanno dovuto fortemente diminuire l’ attività e la conseguente redditività. Le vertenze che sono arrivate in tribunale non sono state molte perché -da quanto ho potuto comprendere- vi è stata una forte attività di mediazione da parte degli avvocati che ha consentito una rinegoziazione spontanea dei contratti, salvaguardandoli.
Le vertenze che sono arrivate in tribunale sono state, quindi, poche. Tra esse quasi tutte avevano ragioni di lite ulteriori ed anche diverse dal Covid, ragioni che verosimilmente non avevano consentito la rinegoziazione spontanea tra le parti.
Sino ad oggi non vi sono state cause da responsabilità medica connesse alla pandemia che, invece, era uno dei filoni che preoccupava maggiormente. Negli ultimi giorni sono stati depositati due ricorsi con cui lavoratori con mansioni di infermiere hanno chiesto annullarsi il provvedimento di sospensione dal lavoro adottato nei loro confronti dalla Asl, argomentando diffusamente circa l’illegittimità e la natura discriminatoria dell’obbligo vaccinale. Sono state fissate l’udienza di discussione con le tempistiche del rito ordinario.
Pochi casi anche presso l’ ufficio del giudice di pace ove sono state impugnate svariate sanzioni amministrative per vagabondaggio (finite con l’ annullamento trattandosi di soggetti senza fissa dimora sorpresi sulle spiagge o nei parchi) o sul carente utilizzo di mascherine (quasi sempre finite con la conferma della sanzione).
Quindi il Covid, al di là delle enormi sofferenze, dei lutti e dei drammi causati alle persone, ha dato un forte scossone al sistema giustizia civile savonese che però ha reagito bene con flessibilità e responsabilizzazione del giudice e delle parti. A conti fatti un male che non mi sembra abbia finito col nuocere. Ora, però, è necessario che giudici ed avvocati diventino più incisivi, generosi ed adeguati al grosso cambiamento che abbiamo di fronte. Il covid ha confermato che il dialogo tra le parti processuali che si comprendano e si rispettano è fondamentale per migliorare la qualità e la tempestività del servizio giustizia reso nei nostri tribunali.
*Alberto Princiotta (presidente della Sezione civile)