Con Giacomo (Mimin) Orso si estingue, a Loano, il ramo famigliare maschile con questo cognome. Gli Orso divenuti negli anni proprietari terrieri (non siamo ai latifondisti) al punto da dare un nome, già con la prima generazione, all’omonima località ‘Orsolani’. E’ la vulgata tra i ‘vecchi loanesi’.
Gli Orso seconda generazione: 3 sorelle, una sola sposata, a Spotorno (con Griffo), due fratelli scapoli. Oltre a Mimin (classe 1925), Domenico (Meghin) classe 1923 deceduto anni or sono. Entrambi ‘benefattori’ della prima baita sorta sulla vetta del Monte Carmo, grazie ai soci fondatori degli ‘Amici del Carmo’.
L’ANNUNCIO FUNEBRE – E’ mancato all’affetto dei suoi cari nell’ospedale di Albenga Giacomo Orso “Mimin”, di anni 96, ne danno il doloroso annuncio i nipoti Teresio ed Enrica con Marco, unitamente ai parenti tutti. I funerali Martedì 12 Ottobre alle ore 10 nella Parrocchia S.M.I. dei Padri Cappuccini in Loano.
Giacomo ebbe il suo momento di gloria, notorietà per l’attivismo politico – amministrativo quando scelse di far parte della lista del sindaco uscente, indipendente Dc, comm. Felice Elice, in rotta con i notabili democristiani loanesi, soprattutto per motivi legati al nuovo piano regolatore (Renacco), agli interessi dei proprietari di aree (agricoltori), sostenuti dal forte gruppo di impresari edili e del mondo dei progettisti.
Nel novembre 1966, Elice si ripresentò candidato sindaco, con uno schieramento moderato, allora di centro destra. In gran parte indipendenti e di varia estrazione sociale. Mimin era il solo in rappresentanza degli agricoltori e della borgata dei Meceti dove era cresciuto ed abitava. La categoria agricola era invece rappresentata dal combattente e tenacissimo, persona semplice ma maestro nella dialettica polemica, consigliere Giacomo Patrone, presidente della locale Coldiretti, socialista e agricoltore.
Elice, imprenditore di forniture navali (cambusa) a livello nazionale ed internazionale, fu eletto con 1520 voti personali. I votanti furono 6.994. Gli eletti del gruppo La Palma che raccolse più voti (vedi immagine) furono 7. Alla Dc andarono 4 consiglieri: Mario Rembado, Nicolò Elena entrambi viventi e Nicola Vaccarezza, papà di Angelo che è stato consigliere di maggioranza, sindaco, presidente provincia, big locale e provinciale del Pdl- Casa delle Libertà, Forza Italia, e ora capogruppo di Cambiamo. Il quarto fu il dr. Gaggero transfuga nel gruppo di Elice: Ben 5 gli eletti del Psu (unificato): Vignola, Pignocca, Burastero, Acquamorta nessuno è in vita. 2 al Pci (Siccardi papà Gianni, candidato sindaco, capogruppo dimissionario per motivi di salute), Mandillo. Un esponente del Pli, Rodano e del Psiup, avv. Carrara vivente. Non ha avuto vita lunga (un anno, 1967) la giunta Elice bis: l’hanno abbandonata, passando con il gruppo DC, Baietto, Goso mentre Gaggero tornò all’ovile. Provocando la crisi e l’elezione a sindaco dell’avv. Rembado.
Domenico Orso persona molto alla buona, semplice, non per questo un esponente di serie B. Tra gli amici si scherzava onorandolo di ‘cacciatore di eredità‘ e soprattutto attento al piano regolatore, a mantenere la bandiera di famiglia, con molti appezzamenti di terreno coltivato a Loano, Verzi e Boissano. Col tempo anche proprietà immobiliari.
“Ci siamo visti qualche mese fa – racconta un decano loanese -, lui era nell’orto e accudiva a piccoli lavori. Bisognerebbe fare gli elogi alla nipote, sposata ed al nipote scapolo, che lo hanno sempre assistito quasi devozione e non certo per interesse, visto che sono gli unici eredi diretti. Un esempio che dovrebbe essere molto più seguito dalle giovani generazioni”.
E si perchè ormai sono davvero pochi coloro che hanno la possibilità di veder invecchiare i loro genitori, i nonni, le nonne, zii e zie, nella dimora famigliare. Per una serie di ragioni, compresi lavoro e difficoltà abitative, ad una certa età si finisce nell’ospizio, nella residenza protetta. E quanto sofferenza si nasconde una volta allontanati dal contesto umano in cui si è vissuti !
Nella foto in alto il tavolo degli organizzatori dell’assemblea. Da sin a ds: Rodano esponente del Pli, il maestro Tassara del Psd (omonimo panificio a Borgo Castello con il fratello), Pelle presidente dell’Associazione commerciante ed esercenti, Dutto (commercianti), Giannoni (Bagni Marini). In basso in primo piano da sn a ds: Renzo Vaccarezza (sarà poi consigliere di maggioranza Dc, Germano Caviglia imprenditore del settore navale allora iscritto al Pli, In secondo piano voltato l’albergatore Panozzo, presidente della categoria (non schierato), di profilo Vaccarezzaa sr, si intravvede l’albergatore Zunino, nelle altre file si possono riconoscere il notaio Burastero, il consigliere del Psd e capostazione Scaglia e l’imprenditore edile geom Franco Panizza del Psdi che è stato assessore in provincia e consigliere comunale. Si intravvede anche il compagno di partito Pelizza. In piedi calvo, il cognato di Panizza, l’imprenditore geom. Alessandro Provaggi.
Il piano Renacco finì per essere in buona parte annacquato, affossato, con i risultati che abbiamo davanti agli occhi. Agli orribili palazzoni di Corso Europa, si aggiunsero quelli sull’Aurelia e della prima fascia costiera con l’esclusione della zona Bulasce. Non scamperà neppure, seppure a suon di ville e villette ma in zona agricola, la frazione Verzi. Le linee guida, ispiratrici, del piano Renacco o erano quelle di valorizzare Loano alla stregua di un ‘borgo mediterraneo’, concentrando la nuova edilizia abitativa e palazzi in zone ben circoscritte. Dunque no all’espansione urbanistica a macchia d’olio. E salvaguardia del patrimonio agricolo già nell’immediata periferia con i suoi caratteristici orti-
Ecco dunque i risultati odierni e futuri, in gran parte degradanti, del tessuto urbano e della viabilità dell’Aurelia, ma non solo. Si pensi alle peculiarità del turismo di qualità andato perduto e compromesso. Era prevista anche un’Aurelia bis a monte, con ingresso da Pietra Ligure, Vignasse, sotto Ospizio Marino e Monte Carmelo per sbucare a Borghetto. Si pensi solo che lungo la vecchia statale case unifamigliari o ville si sono trasformate in palazzi fino a 9 piani. Si pensi all’ingolfamento del traffico in corso Europa, alla mancata realizzazione di adeguati sottopassi ferroviari, sempre in attesa della ferrovia a monte che ora si dice sarà ultima entro il 2029. A Loano la prima riunione, con l’allora ministro Dc dei Trasporti Remo Gaspari, si tenne a Palazzo Doria nel novembre 1969.