Un post su Facebook di chi non si erge a ‘leone da tastiera’. Sergio Ravera, pensionato, curriculum dello studioso e della competenza nel ruolo che svolgeva. Pur sempre da funzionario, non da politico che promette e ‘predica’. Eccolo Ravera con “Ripensando Savona” e dopo ‘Penso a Savona’.
Iddio creò un’oasi di terra solare, ricca di blu e di verde, per vederla nel tempo compromessa, assistendo progressivamente ad un continuo impoverimento delle risorse naturali, di potenzialità umane straordinarie raggiunte nei primi 70 anni del Novecento, oggi del tutto vanificate.
Savona strategicamente posizionata nel quadro dell’Italia Nord-occidentale dispone di un porto dalle funzioni diversificate: commerciali, industriali, turistiche, impunemente regalato alla concorrenza. Un litorale le cui spiagge si collocano al vertice di una regione turistica, nondimeno relegato ai margini di un disegno complessivo dell’industria del tempo libero.
A somiglianza di altri centri della costa si è data all’edilizia coprendo di cemento la piana e la stessa collina circostante che offre allo sguardo dello spettatore un ampio anfiteatro marino e nel suo insieme una rada che meritava ben altro rispetto, tutt’oggi ben altro utilizzo.
Da tempo, questa città ha ceduto spazi vitali ad un segmento commerciale, le crociere che non hanno di certo favorito quel salto di qualità atteso da anni, inutilmente. La scelta, forse, era auspicabile cadesse su altre opportunità che l’area Nord-Occidentale d’Italia e gli stessi Paesi del Centro Europa avrebbero assicurato, scegliendo un grande scalo per la nautica da diporto, competitivo nell’arco di qualche centinaio di chilometri, dotato di un’ampia gamma di servizi in grado di dare nuovo respiro a Savona.
Crociere, dunque, è poi? Il nulla. L’unica indubbia “pensata” scaturi’ negli anni ’80 del secolo scorso dalla locale Camera di Commercio, ovvero la istituzione di corsi universitari, azione che avrebbe in seguito trovato terreno fertile a La Spezia e Imperia. Progetto, peraltro similmente ad altre proposte comprensoriali, avversato in primo tempo dai maggiori enti pubblici. Autentico miracolo che non trovò seguito in diversificati contesti, tra cui la mancanza di un disegno comune nel dotare il Ponente ligure di nuove opere infrastrutturali.
Tra una settimana per il capoluogo della provincia si andrà alla scelta del primo cittadino. Vorrete perdonarmi se nella lettura dei quotidiani non ho colto iniziative di grande valenza, altrimenti il proporre, pur nell’intento di migliorarli, servizi minimali.
Troppo, infinitamente assai poco per riprendere appieno le briglie di una città politicamente trascurata.
Sergio Ravera
COMMENTI-
Silvana Caviglia – Perdonami Sergio. Perché “impunemente regalato alla concorrenza”? Si è sempre parlato di un sistema portuale allargato che potesse reggere il confronto con il Nordeuropa. Il porto di Brema comprende anche Bremerhaven e funziona alla grande. Non capisco perché a prescindere questo non possa funzionare anche per noi. Che poi ci siano cause endogene che ostacolino la fusione, concordo.
Ravera- Avrò tempo e luogo per approfondire. Tra lo staff di Savona e di Genova ai miei tempi che poi non sono lontani esisteva una lontanissima differenza nella gestione del traffico e della progettualità del porto. Posso dire di una maggiore flessibilità nella Compagnia e ripeto progettualità nelle opere.
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SERGIO RAVERA – Penso a Savona, a quanto la città sia caduta in basso. Ancora oggi, laddove vi imbatteste su un articolo celebrativo (?) di Genova, porto volano strategico – e non solo per il Nord Ovest d’Italia – inserito per legge nella Autorità di Sistema ligure, troverete e per ben due volte tra parentesi dapprima la sola Savona, quindi accomunata a Vado. Per potenziare lo scalo del capoluogo ligure si andrà alla costruzione di una nuova diga foranea in concomitanza alla realizzazione del Terzo Valico. Per grazia dei numi, c’è oggi un candidato a sindaco di Savona che davvero “ci capisca” di porti? Che ricordi i traguardi conseguiti negli ultimi decenni, che guardi in prospettiva ad una nuova autonomia del fronte portuale Savona-Vado?
COMMENTI –
Roberto Bertola – La mia risposta è no a tutte e due le domande.
Ravera – Prof., guarderemo passivamente alla distribuzione delle correnti di traffico con la prospettiva di nuove offerte dallo scalo genovese previste nei prossimi quattro /cinque anni. Chi curerà le giuste attese di Savona? Politici, enti locali, enti economici, associazioni di categoria. Facile individuarli, difficile presentarli.