Un’esperienza triste vissuta a Spotorno. Ho assistito alla morte di un turista annegato e forse….
di Gianfranco Barcella
Venerdì 17 settembre 2021, giornata infausta per molti. Io mi affido a Benedetto Croce:”Non è vero ma ci credo“. Sicuramente è stata negativa per un turista svizzero settantenne che è stato colpito da un malore mortale mentre nuotava. Stavo riposando nella mia camera d’albergo in riva al mare di Spotorno, e vengo svegliato da una voce urlante di una donna: “Bagnino aiuto!”
Non voglio cedere alla curiosità e cerco di assopirmi ancora un poco ma non ci riesco. Penso: <potrebbe esserci un ‘emergenza> e mi affaccio al balcone. L’orologio segnava le ore 15 e 10. In lontananza scorgo un pattino in mare con due bagnini che cercano di tirare a bordo un signore corpulento. L’operazione è difficoltosa perché il suo corpo è inerme. Portata a compimento, uno di loro, remando in piedi, fa rotta verso riva. Ma intanto il tempo passa inesorabilmente. Se il turista fosse stato colpito da un infarto avrebbe dovuto essere trattato in venti minuti. Così ci ammonisce la medicina d’urgenza ma non sempre è cosa facile…
La mancanza di flusso sanguigno al cuore non rischia solo di compromettere la sua funzione muscolare ma può anche determinare l’alterazione del suo prezioso ritmo. Potrebbe essere stato colpito dalla sindrome della <morte improvvisa> una fibrillazione ventricolare acuta, impossibile da sanare. I dubbi angosciosi continuano a vorticare nella mia mente. Intanto il malcapitato viene adagiato sulla riva attorniato da un capannello di curiosi.
Altri, più opportunamente, si tengono a distanza, in piedi. Il bagnino è chinato su di lui cercando di prestargli aiuto. Io attendo la sirena dell’ambulanza con trepidazione. Dopo circa dieci minuti arrivano i soccorsi… ma parcheggiano a circa trecento metri. Un’altra donna corre incontro ai soccorritori invocando di far presto. Inizia la corsa contro il tempo. Passano altri cinque minuti e sopraggiunge anche l’automedica. Si prestano tutte le misure del caso con ammirevole dedizione. Hanno praticato il massaggio cardiaco in modo instancabile. Per mezz’ora non hanno mai smesso di fare il possibile per riportare il paziente in vita che nel frattempo era già sulla soglia dell’eternità.
Ultima riflessione: non è possibile dotare i bagnini di moto d’acqua, attrezzate per il recupero dell’uomo a mare e soprattutto perché limitare la sorveglianza obbligatoria dalla torretta d’avvistamento fino al 15 settembre? La salute del turista settembrino vale meno di quello agostano? Teniamo in conto che la Riviera è ancora frequentata da moltissime persone anziane che si vogliono godere gli ultimi scampoli di sole estivo.
Gianfranco Barcella