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Draghi e il Green Pass. Covid come Hiroshima: porre una barriera alla morte


Premesso che, come dice la Meloni, in linea di principio il Green Pass non deve nuocere ad attività economiche come il Turismo, propongo un cambio di ottica per capire il problema.

di Sergio Bevilacqua

Il Green Pass è uno strumento individuale, mentre il Covid19 è un male globale. Vogliamo fermare il male? Occorre agire a livello globale, e Draghi lo sa, come lo sanno all’ONU, all’OMS, in UE, in Cina, USA, Russia, ecc. ecc.

Come per l’energia nucleare, per le armi di distruzione di massa, per le tecnologie genetiche e biologiche è sufficiente la semplice POSSIBILITÀ di attuare fenomeni di cambiamento della condizione umana attuale, come sua distruzione o mutazione, per correre ai ripari. Cioè, nel caso del Covid19, ce n’è già abbastanza per la attuazione di un sistema GLOBALE di controlli sui laboratori biologici.

Ecco una veloce disamina del problema dei neo-virus e di tutte le manifestazioni di natura nuova o sconosciuta:

1. se un evento caratterizzato da rischio globale è nuovo, occorre appurare allo stato delle conoscenze scientifiche SE POSSA (soltanto! E non SE DEBBA) essere stato prodotto artificialmente. Se il requisito di *possibilità* fosse accertato, come pare nel caso del Covid19, occorre sottoporre a stringente controllo democratico, documentato mediaticamente nei modi del caso, i soggetti in grado di produrre tali nuove forme (laboratori dotati di idonee tecnologie), esattamente come i possessori di tecnologie di distruzione di massa o, ad esempio ancora, i produttori di uranio arricchito, al fine di documentarne tutte le attività con procedimenti trasparenti e potenzialmente pubblici.

2. Tali controlli devono essere GLOBALI (come sono gli effetti delle tecnologie correlate), cioè devono essere *imposti* da una autorità mondiale che si avvale delle risorse dei singoli Stati o Unioni, eventualmente sostenute in modo appropriato, per l’attuazione. Vale la stessa logica che è stata adottata per l’energia nucleare: la produzione di combustibile utile alla produzione del nucleare è strettamente regolamentata. Lo stesso deve accadere nel biologico e nel genetico.

3. È sempre più urgente la realizzazione di un Governo Mondiale esplicito ed efficiente, espressione di tutti gli Stati del Mondo, con discrezionalità, funzioni e strutture per le materie legate alla sopravvivenza della specie.

Intanto col vaccino, col conseguente Green Pass e con le cure, ogni individuo si difende, ma in futuro dobbiamo evitare che si agisca, come ora, sull’effetto e non sulla causa. E, se possibile, in termini preventivi. Dunque, perché ciò non si ripeta urge un corretto uso delle istituzioni comunitarie e internazionali.

Il Globantropocene mediatizzato, cioè l’epoca che si è aperta da pochi lustri e che ci seguirà per molti decenni almeno, caratterizzata da Economia Globale, dall’avvenuta moltiplicazione della demografia umana e comunicazione di tutti con tutti, richiede visione olistica, globale, e istituzioni conseguenti.

Il grande equilibrio e visibilità del Presidente del Consiglio dei ministri italiano può avere voce in capitolo, se per prima l’Europa lo ascolta. Grazie al suo ruolo mediano, l’Europa, che è, se no, probabilmente destinata a una spartizione (economica, lo “strategico” conta sempre meno) tra USA-UK e Cina, può essere il soggetto giusto per portare avanti questa battaglia di civiltà e di sopravvivenza.

Quindi, forza Draghi, ma anche forza a un prossimo Parlamento Italiano che sia interlocutore costruttivo e non “aula sorda e grigia”, e che abbia, di conseguenza, forte eco appropriata in ambito Europeo.

Un Parlamento di “gente che sa”, idonei rappresentanti del Popolo, da Esso nominati tramite partiti efficienti, efficaci e legittimi, per difenderlo, e controllare e indirizzare a quel fine le Istituzioni nazionali, europee e globali.

Per la sopravvivenza alle pandemie, possiamo dire un’altra volta, dopo Hiroshima e Nagasaki.

Sergio Belilacqua


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Sergio Bevilacqua

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