Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Da Nasino a Ceriale: festeggia 50 anni il Camping Aurelio della famiglia Alberto, 4 generazioni


La famiglia Alberto, da Nasino a Ceriale. I coniugi Armando ed Elisa emigrati al mare con i loro genitori. Dapprima hanno gestito la trattoria ‘Aurelia’ di regione Muragne. Poi è stata la volta del campeggio Aurelio che ha preso il nome del secondogenito, terza generazione. E’ la primogenita Manuela a scrivere: “Festeggiare il 50esimo della nostra attività in tempi come questi per noi è stato un dono”. La struttura, sulla litoranea di ponente che costeggia mare e ferrovia, era nata con 200 posti tenda. La maggioranza dei clienti era straniera, centro Europa. Oggi ospita 146 ‘casette’ di turisti.

Tutte in proprietà di  italiani (Piemonte e Lombardia), pagano l’affitto del terreno. Una storia avvincente e gloriosa quella del ‘Camping Parco Vacanze Aurelio’ all’insegna del motto “il luogo ideale  per trascorrere una vacanza in famiglia e in libertà”. Racchiude e la racconta uno spaccato di cosa era Ceriale e come è arrivata ai nostri giorni.

Manuela Alberto 59 anni seduta alla scrivania della reception del camping che gestisce con il fratello Aurelio, 57 anni.

Era il 15 luglio 1971 quando il campeggio (solo tende) ha aperto i battenti. Nell’area attigua i coniugi Armando ed Elisa avevano già avviato  un negozio di alimentari, bar e ristorante. “Gli  anni del boom dei campeggi a Ceriale – osserva Manuela Alberto seduta alla scrivania dell’ufficio una domenica mattina di settembre, calda e ventosa e da tutti al mare -; papà ricordava agli amici che appena aperto, arrivati a fine mese  non c’era più un posto libero.  Ora il nostro turista è quello delle ‘casette’, tutte di proprietà, clienti del Nord: da Torino, Milano, Cuneo, Asti, Alessandria. Molti da Premio Fedeltà; famiglie che trascorrono qui periodi di vacanza dal 1978. Chi soggiornava in tenda ora ha scelto la struttura tipo casa. La clientela straniera di fatto per noi è quasi scomparsa, qualche raro turista di passaggio a giugno o settembre.”

Ceriale che  all’esordio anni ’50 deteneva la prima grande tendopoli della Riviera, nella pineta di levante direttamente fronte mare, con i piedi sulla spiaggia e in acqua. Nella stagione estiva si trasformava in cittadella di bagnanti tedeschi, inizialmente operai e impiegati dell’industria dell’auto in una città che basava la sua economia prevalentemente sull’agricoltura, la spedizione dei prodotti e primizie sui mercati ortofrutticoli del Nord Italia, centro e Nord Europa, la pesca. La merce delle campagne viaggiava  sui treni. Il carico avveniva alla stazione di Ceriale dove pagine di storia raccontano che da qui partivano anche i vagoni di terra rossa destinata a fabbriche di refrattari  (mattoni) del basso Piemonte e nel Sud della Francia.

Le ‘terre rosse’ di Ceriale di proprietà della famiglia Griffo- Accornero di Vado Ligure, la stessa che ha venduto le aree per la centrale Enel. L’unica figlia Rosa andata in sposa al dr. Lazzaro Maria Craviotto, specialista in pneumologia e tubercolosi, già direttore del dispensario di Albenga, proprietario della Casa di Cura Villa Salus (ora chiusa da quasi 20 anni).  Gli eredi, il figlio dr. Stefano Craviotto, sono i proprietari degli stabili che ospitano la Residenza Protetta ACS di via Magnone, sulla strada che porta alla frazione Peagna. Le ‘terre rosse’ che davano lavoro fino a 35 -40 dipendenti, nell’ultimo periodo erano state acquisite dal geometra Rossi.

Ceriale che grazie al campeggio nella Pineta ha conosciuto il periodo di massimo splendore che ha coinvolto, a volano, tutto il centro storico, in parte  abitato anche dagli emigrati del Sud Italia,  famiglie di pescatori soprattutto siciliani e non solo. Un centro storico di levante oggi quasi ‘deserto’ sotto il profilo commerciale. Lo stesso lungomare e le sue attività si animano solo con la stagione dei bagni e nei ponti festivi.

Ceriale che nei primi anni sessanta poteva fregiarsi di sette campeggi: Delphis (era anche Motel), Del Sole, Internazionale, Ravina, Tempo d’estate sul lungomare Diaz e regione Torsero che dava il nome  all’omonimo camping, Moreno in regione Orti del Lago, infine Turista. Ora c’è ancora una struttura il Camping Baciccia (famiglia Guastavino) che offre bungalows, tende, camper, case mobili, maxi caravan. Sorta nel 1962, ha sempre avuto una prevalenza di clientela straniera o quasi.

Un centro turistico, agricoltura ridotta al lumicino, di fatto rimasto senza alberghi tradizionali dopo la chiusura del Miramare (Lanteri migranti di Upega) e da ultimo Torelli dove sta sorgendo  un palazzone. Chiuse anche alle pensioni: La Gioiosa, Manuela,  Maria Teresa e Oberti. Addio alle ‘locande’ Aurelia, Delphis, Ilda, Lanterna Rossa,  Sckarklin. Unica sopravvissuta Villa Iolanda.

Manuela Alberto ha avuto la fortuna di conoscere i suoi nonni ‘d’altri tempi’.  Giovanni di Nasino e nonna Anna Asperi trovatella, origini spagnole. Sono loro ad aver avviato le prime solide fondamenta. Lei ai fornelli, tuttofare, in cucina: quella povera, ma genuina e gustosa. La Trattoria Aurelia, all’epoca, tra le più frequentate ed apprezzate della piana ingauna: clienti abituali, meta di passanti tutto l’anno, rappresentanti di commercio. La domenica punto di riferimento per famiglie locali.

Il giorno più triste per gli Alberto la morte di papà Armando nel 2003: personaggio cresciuto all’insegna della laboriosità, capace di affrontare i rischi e le scommesse del mestiere. Il coraggio di rischiare. Il dono del lavoro, del sacrificio, la meta da non smarrire. L’orgoglio di un’attività che ha superato sfide e difficoltà, crisi.

Scrive ancora Manuela nel sito aziendale: “La perfezione mal si adatta ad un mondo che si aggrappa agli specchi, trascinando le vite di ciascuno di noi nelle sue spire. Ciò che voglio ricordare negli anni a venire, è il risultato, non il contesto. Ed è inutile spendere tempo ad immaginare come avrebbe potuto essere se i tempi fossero stati migliori. Non ci sono mai tempi migliori. Semplicemente esistono persone che per i loro pregi ed i loro difetti, si adoperano affinchè quello che hanno costruito o è stato costruito, venga onorato a giusta causa.  Tutte le porte sono aperte ed il rischio esiste sia che si decida di oltrepassarle oppure no. Quelle chiuse a doppia mandata non conducono da nessuna parte”. Manuela un’esercente operatrice turistica del terzo millennio che sfoglia, filosando, la margherita esistenziale.

Ricordando, con ferrea nostalgia, coerenza di vita, quel timone ereditato dai nonni, dal papà, dalla mamma, donna eccezionale, ultima testimone  in vita di tanti viandanti, di chi ha saputo creare e realizzare, mettere all’onore del mondo figli e nipoti. Una caparbietà che sa sprigionare costanza, affetto, riconoscenza, dolcezza. (Luciano Corrado)

 


L.Corrado

L.Corrado

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