‘La Grande Guerra dai nostri inviati. Giornali e giornalisti nel 1915-1918.’ E’ l’ultimo libro (nel guinness savonese dei 25 pubblicati da un solo autore), dedicato ai colleghi, di Pier Paolo Cervone, giornalista, scrittore, già primo cittadino della sua amata Finale Ligure e che ha iniziato, dal mese di luglio, un ‘giro d’Italia’ per la presentazione in pubblico. La sera del 26 settembre farà ‘tappa’ a Borgio Verezzi, ai giardini di Vale con un evento organizzato dal Comune e la presenza di Domenico Quirico.
Ad aprile 2013 Quirico è scomparso in Siria. L’ultimo contatto il 9 aprile. Aveva detto, prima di partire, che per una settimana non avrebbe dato notizie, così fino al 15 aprile non è stato dato l’allarme. Poi sono iniziate le ricerche. Il 6 giugno il primo contatto poi di nuovo il silenzio. È stato liberato l’8 settembre 2013. Nell’agosto 2011, nel tentativo di arrivare a Tripoli, è stato rapito insieme ai colleghi del Corriere della Sera Elisabetta Rosaspina e Giuseppe Sarcina e di Avvenire Claudio Monici. Nel sequestro è stato ucciso il loro autista e dopo due giorni i giornalisti sono stati liberati. Negli ultimi anni ha raccontato il Sudan, il Darfur, la carestia e i campi profughi nel Corno d’Africa, l’Esercito di Resistenza del Signore in Uganda, ha seguito le Primavere Arabe, dalla Tunisia all’Egitto, è stato più volte in Libia per testimoniare la fine del regime di Gheddafi. Da ultimo ha coperto per tre volte la guerra in Mali, è stato in Somalia e più volte in Siria. Grande appassionato della storia e della società africana. Nel tempo libero si diletta con lamaratona e con la letteratura latina. Sposato con Giulietta, due figlie, Eleonora e Metella. Ha 69 anni e vive ad Asti.
L’ultimo capitolo del libro di Cervone, il quinto, è la storia dei 173 giornalisti caduti al fronte nel corso della guerra. All’esplosione del Primo conflitto mondiale non si mobilitano solo gli eserciti, ma anche le redazioni dei giornali. Il nemico numero uno dei quotidiani, in Italia come negli altri Paesi belligeranti, è la censura. Rigorosa, micidiale, arcigna.
Eppure gli inviati speciali vengono mandati nei luoghi delle battaglie, con il compito di raccontare quello che succede sul Carso, sull’Isonzo e sul fronte di ghiaccio che dallo Stelvio e dall’Ortles scende verso l’Adamello, le Dolomiti, il Pasubio e Asiago. Ma non possono raccontare tutto e descrivere in dettaglio la tragedia della guerra nel fango delle trincee e a tremila metri di altezza: il morale dei soldati e del Paese deve rimanere alto, sempre e comunque. Un racconto di 240 pagine.
Pier Paolo Cervone, 68 anni, diplomato all’Istituto Tecnico Nautico Leon Pancaldo, laureato in Scienze Politiche all’Università di Genova con una tesi sull’apartheid in Sud Africa. Giornalista professionista a La Stampa di Torino dal 1980 al 2011. Sindaco di Finale Ligure dal 1995 al 2004. Attuale consigliere di maggioranza con delega alla cultura (in
particolare al Teatro Sivori) nell’amministrazione guidata dal sindaco Ugo Frascherelli.
Al suo attivo può elencare 25 libri. I più importanti per la casa editrice Mursia di Milano. Ecco i titoli:
1) Per l’editore Sabatelli di Savona: Enrico Caviglia il condottiero (1988) e Comandavavo la Calatafimi (1990). 2) Per l’editore Mursia di Milano: Enrico Caviglia l’anti Badoglio (1992); Vittorio Veneto, l’ultima battaglia (1994), I dittatori, le
guerre e il piccolo re. Diario (1925-1945) di Enrico Caviglia (2009), La Grande Guerra sul fronte occidentale (2010), I Signori della Grande guerra (2014), L’Italia in guerra (2015), Ritorno a Caporetto (2017), Thaon di Revel, il Grande Ammiraglio (2019) e La Grande Guerra dai nostri inviati (2021). Quindi ho comiciato a 35 anni e sono ancora qui a
battagliare.
3) I libri dedicati a Finale: Finale Ligure 100 anni in cartolina (1998), Album di famiglia-Impresa Valle (2008), Augusto Migliorini, l’ufficiale di Marina e il politico (2013), I segreti di Caviglia (2016), Finale mai vista (2018)
4) Prefazion: (Milano 2012) al libro Processo alla Grande Guerra di Jean Norton, Racconto di un carabiniere a Nassiriya (2014).
La Prefazione al volume di Cervone porta la firma di Domenico Quirico: «Quando scoppia una guerra, la prima vittima è la verità.» Hiram Johnson, senatore degli Stati Uniti d’America.
“Nell’estate del 1914 i venti di guerra soffiano impetuosi in Europa. All’esplosione del Primo conflitto mondiale non si mobilitano solo gli eserciti, ma anche le redazioni dei giornali. E già dalla crisi dell’estate 1914, subito dopo l’attentato di Sarajevo. Il nemico numero uno dei quotidiani, in Italia come negli altri Paesi belligeranti, è la censura. Rigorosa, micidiale, arcigna. Senza sconti e senza agevolazioni. Eppure partono gli inviati speciali che hanno il compito di raccontare quello che succede sul Carso, sull’Isonzo e sul fronte di ghiaccio. I reporter non possono raccontare tutto. Non possono descrivere in dettaglio la tragedia della guerra nel fango delle trincee e a tremila metri di altezza. Non possono: il morale dei soldati e del Paese.”
Il libro è dedicato agli illustri colleghi che hanno svolto il ruolo di inviati nel corso della Grande Guerra. Nomi prestigiosi, di giornalisti prestigiosi: Emilio Lussu, Paolo Monelli, Rino Alessi, Luigi Barzini, Guelfo Civinini, Arnaldo Fraccaroli, Ugo Ojetti. Al centro dello studio di Cervone vi sono i loro racconti, le loro cronache, il loro lavoro. Si divide in cinque capitoli. Si parte con la divisione tra neutralisti e interventisti e lo schieramento dei giornali. Si prosegue con lo scatto della censura sulla stampa già a marzo del 1915. Il terzo è dedicato al servizio propaganda e ai giornali di trincea con le tavole di Francesco Remaggi dedicati ai fogli realizzati dai militari. Il quarto capitolo s’intitola “I reporter di guerra. Profili, storie e avventure”.
Il ‘tour’ di Cervone ha già fatto tappa a Finale, Pietra Ligure, Giustenice, Ceriale, Albenga, Ventimiglia, Asti.