Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Lettere/ 1-Cinghiali fuori controllo, quota 40 mila: danni all’agricoltura. Chi ci prende in giro. 2-Nucleare, irriducibile ministro Cingolani e 16 bunker radioattivi in Piemonte. I Verdi accusano 3-Appello dei papà separati ai candidati sindaci


Riceviamo da Gabriello Castellazzi (Europa Verde-Verdi savonesi) e Simona Simonetti Dott.ssa in Fisica, già Ricercatrice al CERN di Ginevra, a proposito del nucleare: “L’unico “irriducibile” di questa industria obsoleta e pericolosa sembra essere il “Ministro della Transizione Ecologica” Roberto Cingolani nonostante il referendum del 1987.” Riceviamo dalla Cia Liguria: 40 mila cinghiali, situazione fuori controllo. Vane promesse di soluzioni. Riceviamo dai Papà Separati Liguria A.P.S. Associazione per la Bigenitorialità e tutela dei diritti figli nella separazione.

DALLA CIA LIGURIA, IL PRESIDENTE ALDO ALBERTO – Nell’ultima annata a fronte di 26.000 cinghiali abbattibili, si è raggiunta a fatica l’obiettivo del 50%. Con una popolazione stimata superiore ai 30 mila  capi, tenendo conto della capacità riproduttiva della specie, significa che la popolazione degli ungulati in Liguria sarà sicuramente più vicina ai 40 mila esemplari.
“ Numeri improponibili ed insostenibili per l’agricoltura e per le aree interne – è l’allarme di Aldo Alberto, presidente di Cia Liguria -.  Non si parla ormai di rinaturalizzazione, ma di allevamento monospecie. Quando mai in Liguria abbiamo avuto una presenza di selvatici così intensa? A questi aggiungiamo daini e caprioli e il quadro è completo. La situazione è ormai fuori controllo, abbiamo avanzato proposte concrete legate alla riduzione dei capi presenti ed al loro contenimento, ma assistiamo a resistenze che partendo da presupposti diversi, si sostengono: in questo cacciatori ed ambientalisti riescono a fare – inconsciamente – fronte unico”.    Le ormai quotidiane  notizie sulla presenza  di animali selvatici in aree rurali con il conseguente  corredo di danni alle attività agricole ed alle infrastrutture, così come in aree urbane e periurbane caratterizzate da episodi gravi e comunque pericolosi, rischiano di divenire normalità. “ Il tema continua ad essere affrontato  senza alcuna priorità valoriale , continuando in un minestrone di opinioni che
Aldo Alberto presidente Cia

mettono tutto sullo stesso piano, lavoro e divertimento, presunta biodiversità e rinaturalizzazione a fronte di una vera e propria colonizzazione dei territori – prosegue il presidente di Cia Liguria -.  Non possiamo continuare in questo modo. Abbiamo provato e riprovato a sensibilizzare la politica ed i decisori, abbiamo avuto il sostegno di decine di Sindaci, abbiamo tentato un colloquio costruttivo con i cacciatori, ma i risultati sono parole vuote o peggio vere e proprie prese in giro, con il chiaro intento di “tirare a campare” senza dare soluzioni adeguate al problema. Evitando di inimicarsi qualsiasi categoria, ad esclusione dell’ agricoltura, che non pare essere degna di adeguata attenzione. A breve presenteremo una serie di nuove proposte specifiche. Questa annata deve segnare un cambio di passo, ne va della sopravvivenza di un intero settore e del nostro territorio”.

L’IRRIDUCIABILE MINISTRO CINGOLANI E LA GRANDE ILLUSIONE DEL NUCLEARE

Da Gabriello Castellazzi -Europa Verde-Verdi savonesi e Simona Simonetti – Dott.ssa in Fisica  – già Ricercatrice al CERN di Ginevra

La dr.ssa in Fisica Simona Simonetti

La grande illusione del “nucleare”- Ragioniamo sui problemi relativi all’ipotizzata costruzione di centrali nucleari in Italia. I Verdi savonesi rispondono al Ministro Roberto Cingolani. Grazie al referendum del 1987 l’Italia è stata tra i primi paesi industriali avanzati ad uscire dal nucleare. Solo in Spagna una prima “moratoria” era stata decisa nel 1983. Nel 2000 la Germania programmò una  exit strategy dalla produzione di energia elettrica da atomo entro il 2020. La decisione degli Italiani ( ribadita con un secondo referendum nel 2011 ) ha evitato all’Italia di ipotecare il futuro dei propri figli e nipoti per  gli enormi costi legati alla sicurezza e al contenimento-smaltimento di tutte le scorie radioattive delle centrali nucleari che utilizzano uranio.

Le fonti energetiche che dipendono da questa tecnologia sono in declino sullo scenario mondiale.Dal 2000 nessun nuovo reattore è entrato in funzione, due sono ancora in costruzione a costi esorbitanti e  l’azienda “Toshiba-Westinghouse”, proprietaria della tecnologia, è fallita qualche anno fa. L’unico “irriducibile” di questa industria obsoleta e pericolosa sembra essere il “Ministro della Transizione Ecologica” Roberto Cingolani.

Il nucleare non è la risposta. Le iniziative innovative in materia di produzione energetica negli Stati Uniti vengono proprio dalla “democratica” California e dagli Stati “repubblicani trumpiani” (Florida e Texas) dove le aziende private (tra cui una importante italiana) investono in impianti solari con  megabatterie capaci di rilasciare nelle ore serali e notturne parte della sovraproduzione di energia rinnovabile.

Oggi, a 35 anni dal terribile incidente di Chernobyl e a 10 anni dall’incidente di Fukushima, è ben chiaro a tutti come non esistano le garanzie necessarie per l’eliminazione del rischio di incidenti nucleari con  le inevitabili contaminazioni radioattive. Sono anche ben noti i problemi legati alla contaminazione “ordinaria” delle centrali nucleari in seguito al rilascio di piccole dosi di radioattività durante il loro normale funzionamento (i lavoratori e le popolazioni che vivono nei pressi, sono esposti direttamente).

Un altro problema, non risolto, è lo smaltimento dei rifiuti radioattivi derivanti dall’attività delle centrali e dal loro smantellamento. La vicina Francia, che ha puntato molto sul “nucleare”, oggi è in crisi: le sue centrali ormai vecchie e pericolose devono essere demolite, ma non sanno dove mettere 1,54 milioni di metri cubi di materiali radioattivi già accumulati nel tempo.

Le circa 250mila tonnellate di rifiuti altamente radioattivi prodotti fino ad oggi nel mondo sono in attesa di essere conferiti in siti di smaltimento definitivo (stoccati oggi in depositi “temporanei” o lasciati negli stessi impianti dove sono stati generati). Lo stesso vale ovviamente  per il nostro Paese che conta, secondo l’inventario curato da Apat (Agenzia per la protezione dell’ambiente e dei servizi tecnici), circa 25mila m³ di rifiuti radioattivi e 250 tonnellate di combustibile irraggiato (pari al 99% della radioattività presente nel nostro Paese) a cui vanno sommati circa 1.500 m³ di rifiuti prodotti annualmente da ricerca, medicina e industria.Tutto questo materiale è attualmente stoccato in 90 capannoni o bunker distribuiti in varie Regioni (20 nel Lazio, 16 in Piemonte, 10 in Lombardia, ecc.).

Per il futuro bisognerà poi pensare ai circa 80-90mila m³ di rifiuti che deriveranno dallo smantellamento di quello che resta delle 4 nostre ex-centrali, compresi gli impianti utilizzati nel ciclo del combustibile nucleare.  Oltre ai problemi legati alla sistemazione definitiva delle scorie, esiste la necessità di rendere inutilizzabile il materiale fissile di scarto per evitarne il possibile uso a scopo militare: in uno scenario mondiale, dove il terrorismo globale è una minaccia concreta, bisogna anche considerare che dal trattamento delle scorie si può estrarre plutonio (materia prima per la costruzione di armi a testata nucleare).

Infine, ovunque nel mondo, gli impianti nucleari attivi possono diventare obiettivi sensibili per i terroristi e nell’attuale quadro mondiale, fortemente instabile, si corre il rischio di trovarci di fronte a paesi che,  sfuggendo al controllo della comunità internazionale (v. caso Iran),  il nucleare civile potrebbe essere utilizzato  come grimaldello per dotarsi di armamenti nucleari.

Questa è la realtà di oggi e il Ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani dovrebbe  attuare provvedimenti urgenti per la riduzione dei combustibili fossili, potenziando le fonti di energia alternativa, invece di sviare i problemi ipotizzando tecnologie nucleari di quarta generazione (si presume la cosiddetta “fusione fredda” senza scorie radioattive) sulle quali da decenni i fisici  stanno facendo esperimenti. Questa tecnologia, se aplicata, sarebbe veramente rivoluzionaria. Ma quanto si dovrà aspettare per vedere risultati concreti?

DAI PAPÀ SEPARATI LIGURIA A.P.S. DOMANDE AI CANDIDATI SINDACI:

LA LEGGE REGIONALE DEL 2008 NON VIENE APPLICATA

Le domande ai candidati sindaci del 2021. Con questa lettera vorremmo portare alla vostra attenzione le problematiche di chi vive la separazione e chiedervi d’intervenire nel nostro capoluogo per cercare di arginare, aiutare e sostenere una fascia di cittadini denominati “deboli” dalle recenti statistiche Istat: i genitori separati, in prevalenza i padri e i figli dei separati. Nonostante a livello Regionale ci siano stati alcuni segnali negli anni passati, come l’approvazione della Legge n. 34 del lontano 2008 sul sostegno ai genitori separati, tuttavia non applicata e la recente revisione della normativa in materia di edilizia popolare, dobbiamo constatare che il livello comunale non si è contraddistinto in questi anni nel prendere in seria
considerazione una piaga sociale, che si sta diffondendo sempre più. Con la memoria dei programmi elettorali passati, non si può sperare che ciò accada, in quanto, ad oggi la categoria dei genitori separati, non è tenuta in considerazionen ne a livello locale ne nei livelli superiori. Cari Candidati sindaci, molti dei nostri iscritti hanno perso oltreché la famiglia, anche il posto di lavoro, ed in alcuni casi
anche la propria casa, vengono colpite tutte le categorie sociali senza “nessuna discriminazione”. Molti hanno vissuto e sperimentato le problematiche connesse alla separazione sperimentando i servizi sociali, le loro difficoltà di personale, quelle dei tagli economici, le criticità derivate dalla ricerca di un colpevole a tutti i costi, sempre il padre con la formazioni del personale della Hansel&Gretel.
Su questi temi vi chiediamo di esprimervi, li riteniamo fondamentali per i diritti di cittadinanza, per il sostegno alle persone e in particolare ai minori, per le pari opportunità, per dare risposte a un disagio crescente che coinvolge persone di ogni categoria sociale
1. Istituzione della figura del Garante COMUNALE per l’Infanzia e l’Adolescenza per i comuni sopra i 15.000 abitanti
con i poteri insiti nella Legge 12 luglio 2011, n. 112 (sulla riga di Genova e Milano).
2. Impegno del futuro sindaco e della giunta nei confronti della regione per la istituzione di un unico registro
regionale e nazionale, relativo ai minori in affidi extra familiari, sia casa famiglia che istituti.
3. Impegno del futuro sindaco e della giunta nei confronti della regione per la istituzione di un registro unico
regionale e nazionale delle strutture adibite all’accoglienza con un protocollo un unico di parametri di quantità e
qualità.
4. L’ istituzione in tutti comuni e o Distretti Sociali della CARTA DEI SERVIZI SOCIALI in applicazione della legge
328 del 2000 nella sua parte fondamentale dell’ art. 13 e cosa intendete fare per attuare la carta dei servizi sociali
prevista dalla Legge n.328 del 2000, che pur istituita nel comune riteniamo sia inattuatain quanto non rispecchia il
dettato dell’assemblea dei sindaci del 2010
5. Impegno del futuro sindaco e della giunta nei confronti della regione per la istituzione di una commissione di
controllo regionale e nazionale delle strutture di cui al punto precedente che, in composizione laica per almeno
due terzi ed in stretta collaborazione con l’eventuale figura del garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, sia dotato
dei poteri di verifica ispettiva sia della gestione corretta e trasparente delle risorse corrisposte dalle P.A., sia dei
poteri di programmazione e valutazione dell’operato dei servizi sociali, che le leggi in materia consentono.
6. Impegno del futuro sindaco e della giunta nei confronti della regione per l’applicazione della L. R. 7 ottobre 2008,
n. 34 Norme per il sostegno dei genitori separati in situazione di difficolta che darebbe la possibilità di recuperare
risorse per la Mediazione Familiare
7. L’inserimento nei programmi scolastici del concetto di bigenitorialità, come diritto dei minori e dovere degli adulti.
8. Per garantire una reale parita di genere in tutti i settori lavorativi dell’amministrazione, c’è l’intenzione di garantire
le quote azzurre nelle assunzioni ?
9. Prevedete di destinare un alloggio temporaneo per i padri separati, ovviamente idonei ad ospitare i propri figli
quando è consentita la visita e/o il pernottamento? Confidiamo in una vostra risposta pubblica.

Papà Separati Liguria A.P.S.
Associazione per la Bigenitorialità e la tutela dei diritti dei figli nella separazione

 

 


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