Allarme incendi boschivi. Necessaria sinergia tra Liguria e Piemonte per nuovi sistemi veramente efficaci di prevenzione e di intervento rapido con i “droni”.
di Gabriello Castellazzi*
L’estendersi degli incendi boschivi mette tutti noi di fronte ad una situazione non più tollerabile. La tragica perdita di vite umane, la progressiva distruzione della natura, la scomparsa di interi ecosistemi animali e vegetali, porterà conseguenze per la nostra sopravvivenza. E’ necessario adottare tempestivamente rimedi veramente efficaci.
Secondo dati “EFFIS” (European Forest Fire Information System) in Italia, nei primi sette mesi di quest’anno, si sono registrati 2612 incendi boschivi: è andata a fuoco una superfice di 102.933 ettari di territorio, ovvero il quadruplo ripetto ad una media annuale di 28.479 ettari arsi tra il 2008 e il 2020. Risultano quindi evidenti i limiti delle strategie adottate fino ad oggi.
Non è il caso di richiamare adesso i problemi riguardanti le conseguenze della soppressione del Corpo Forestale dello Stato e l’attuale gestione dei mezzi aerei (costi ecc.); può invece essere utile osservare quanto di nuovo sta accadendo in vista di nuove possibili strategie.
Nei giorni scorsi in provincia di Savona c’è stata un’importante esercitazione con la mobilitazione di tutte le professionalità inserite nel sistema di lotta agli incendi boschivi con la sperimentazione di nuove tecniche in grado di operare in modo più efficace.
Il contrasto agli incendi boschivi è di esclusiva competenza delle singole Regioni, quindi per la Liguria sarebbe molto utile una stretta collaborazione con il confinante Piemonte (il patrimonio verde del ponente, in quanto parte delle Alpi Marittime, non vede soluzione di continuità).
A Savona, la Fondazione CIMA (Centro Internazionale di Monitoraggio Ambientale), collegata all’Università di Genova, ha già affrontato la sperimentazione del sistema “PROPAGATOR” con cui si possono fornire indicazioni di supporto utili alle attività di lotta agli incendi boschivi.
Il sistema offre indicazioni preziose su come un incendio può evolvere in determinate condizioni. I parametri studiati danno informazioni su velocità del vento, umidità dell’aria, natura del suolo, tipo di vegetazione, ecc.
L’impego dei “droni” può essere molto utile per tutta una serie di informazioni: la reale posizione dei fronti di fiamma, la potenziale evoluzione dell’incendio, l’efficacia degli interventi da terra. Nella confinante regione Piemonte, grazie al lavoro del Politecnico di Torino, si è ideato un sistema capace di intervenire in modo rapido per evitare che gli incendi boschivi vadano fuori controllo.
E’ dimostrato come il successo dell’azione antincendio abbia la sua massima efficacia nei primi 20 minuti dall’attivazione di un focolaio e la strategia più recente di prevenzione, sviluppata a Torino, comprende il monitoraggio del territorio con un’ attivazione rapida dei dispositivi di intervento e soccorso. Esistono sensori termici terrestri (termocamere) che permettono di verificare continuamente i parametri fisici in relazione all’insorgenza di un incendio: dispositivo SAMIB (Sistema Autonomo di Monitoraggio Incendi Boschivi) collocato in apposite torrette collocate strategicamente sul territorio. Questo tipo di “sensori multiparametrici wireless” sono efficacissimi. L’ambiente è costantemente monitorato e può geolocalizzare un incendio sul nascere così da poter far intervenire “droni” equipaggiati con serbatoi d’acqua. Il dispositivo PAFF (Pilot Aider Fire Finder) agevola il lavoro prezioso e rischioso dei Vigili del Fuoco e dei Volontari AIB.
Di fronte ai numerosi attacchi di piromani, o di cittadini incoscienti, sempre più pericolosi per l’accentuarsi dei cambiamenti climatici che ne facilitano l’azione criminale, si possono e si devono adottare nuove strategie di lotta a difesa del territorio. La collaborazione scientifica e operativa tra Liguria e Piemonte potrebbe essere preziosa e di esempio per le altre regioni italiane.
Gabriello Castellazzi*
“Europa Verde-Verdi” della provincia di Savona