Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Savona che abbandona piccoli gioielli d’arte. Cappella Balbi, affrescata da Ratti: qui si sposò il gen. Cadorna e marchesina Balbi. Restauro e proprietà


In via Torino, a Savona, al civico 114 rosso si trova dietro una porta in legno purtroppo sempre chiusa un importante monumento settecentesco: la cappella Balbi.

di Danilo Bruno

Essa faceva parte dell’antica villa Balbi, che fu demolita negli anni trenta del secolo scorso per l’espansione edilizia di Villapiana e fu conservata all’interno dei nuovi palazzi sorti nel periodo.
La cappella è effettivamente minuscola (circa dieci metri quadri) e fu acquistata dalla Croce Bianca insieme a locali a piano terra per insediarvi un ambulatorio di quartiere anche per rispondere alle esigenze dei residenti e di coloro che lavoravano presso l’azienda Scarpa e Magnano allora sita vicino.
La cappella divenne famosa poiché il gen.Luigi Cadorna (proprio quello dei massacri e delle decimazioni nella Prima Guerra Mondiale) ivi si sposò il 21 febbraio 1881 con la Marchesina Giovanna Balbi.
Essa è completata affrescata da Giovanni Agostino Ratti ( 1699-1775) e nel 2016 durante un intervento di restauro furono effettuate ulteriori importanti scoperte sul soffitto, che risultava splendidamente affrescato.
L’intervento di restauro fu sostenuto dalla Fondazione De Mari in concorso con l’Associazione Aiolfi e il FAI nonché con il sostegno della proprietà ovvero la Croce Bianca di Savona.
A questo punto sorge una domanda, come già nel numero scorso per la piccola cappella di S.Michele alle Fornaci (vedi…….), che fare della piccola cappella?
Evidentemente l’onere dell’apertura al pubblico o di un sistema di visite guidate non può gravare sulla Croce Bianca anche perché sono altri i fini istituzionali ma allora perché non pensare ad una apertura al pubblico,curata magari,data la piccola dimensione della struttura, da volontarie e volontari?
Perché il Comune non interviene, ad esempio, assumendosi gli oneri di valorizzazione mettendo a disposizione chi effettua il reddito di cittadinanza?
Perchè il FAI, sempre pronto a livello nazionale a inserire attività di volontariato in luogo di personale scientificamente preparato nelle proprie aperture di monumenti a date annuali, non si propone di assumere in proprio l’apertura al pubblico della piccola cappella ad offerta?
Perchè una simile idea non viene fatta propria magari d’intesa con l’Associazione Aiolfi?
Le mie sono piccole proposte per non tenere chiuso un piccolo gioiello d’arte, che meriterebbe di essere conosciuto, tutelato e valorizzato nell’interesse della collettività ed anche per conoscere fino in fondo l’opera di Giovanni Agostino Ratti.
Io sono infatti sempre convinto che solo la conoscenza e l’educazione culturale possano far crescere la consapevolezza del nostro patrimonio storico e artistico e porre le basi per una comune diffusione di un moderno concetto di cittadina attiva sensibile ai doveri e al richiamo delle comuni radici europee.
Danilo Bruno


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