Era il 18 giugno 2020. Trucioli.it titolava: Alassio arrestato medico ‘vendicatore’. Il dr. Alessandro Quilici, 52 anni, rinchiuso nel carcere di Imperia (vedi……). L’oculista che può vantare la presenza in 7 studi – ambulatori in provincia di Savona, Imperia e Torino, è finito per la seconda volta, da venerdi sera, agli arresti. Ora ai domiciliari. Non per scontare un residuo pena, ma secondo le nuove accuse della Polizia, della procura della Repubblica e del Gip, per stalking, danneggiamento, incendio doloso. Una notizia che lascia sgomenti, sia per quanto accaduto in precedenza, sia per gli ultimi fatti addebitati. Come è possibile che una persona colta, agiata, con molti estimatori (vedi i post Facebook) possa finire nel dirupo umano e senza più freni inibitori ?
Il popolare Ivg.it titola alle ore 10,30 di oggi sabato 23 gennaio 2021: “Tenta di dare fuoco alla casa della ex, incastrato dalla videosorveglianza: ai domiciliari”, a firma del direttore responsabile Andrea Chiovelli. Nel testo non campare comunque il nome, ma link alle precedenti vicende in cui il dr. Quilici è stato protagonista.
La nuova spedizione ‘punitiva’ ha visto la stessa vittima, una stimata professionista del foro con studio a Imperia, alassina come il papà, giornalista e scrittore, Daniele La Corte. “Non spetta a me commentare – risponde al collega che chiede informazioni, chiarimenti -; ho letto i quotidiani locali on line che hanno già divulgato la triste notizia, aggiungo solo che in famiglia stiamo nuovamente attraversando giorni difficili. Un padre ed una madre consapevoli che la loro figlia è ancora nel mirino del suo ex convivente. E che, nonostante i provvedimenti giudiziari, nonostante il ritiro delle querele per la storiaccia di giugno, nonostante tutti i buoni propositi conseguenti l’esito processuale con i benefici di legge, oggi ci troviamo direi daccapo. Forse peggio. Preoccupati ed addolorati. Non abbiamo mai cercato vendetta, né punizioni esemplari, purtroppo il ripetersi della ‘persecuzione’ non può certamente lasciarci indifferenti. Questa volta ci sono pure le chiare sequenze delle videocamere. E le risultanze dell’indagine della polizia intervenuta immediatamente. Una ‘pubblicità’ di cui avremmo fatto davvero a meno. Mi rendo conto, da vecchio cronista, che l’informazione deve fare il suo dovere…”.
La Corte non scende nei particolari, non vuole aggiungere altro. In un immaginario diario le sequenze vissute a giugno. Il dr. Quilici finito in carcere a Imperia e poi, su istanza del primo difensore, Fausto Mazzitelli (ora pare abbia rinunciato ad assistere il cliente), ai domiciliari nella Casa di Cura Le Bettulle ad Appiano Gentile (CO). Da qui ospite nella villa di Nervi del fratello che è stato candidato sindaco alle comunali di Ceriale con la lista civica ‘Ceriale al Centro’. Quindi due udienze del processo, peraltro rimaste ‘riservate’, ovvero nessuna notizia si è letta sui media. La ‘scarcerazione’ dai domiciliari, in libertà dal 20 dicembre scorso. La ripresa dell’attività di oculista affermato dopo la revoca della sospensione dall’ordine professionale (misure che sarà riproposta in ossequio del codice deontologico).
E il 15 gennaio scorso il nuovo fattaccio con scene da film che meritano di essere studiate. Il dr. Quilici, nel cuore della notte, verso le 3, raggiunge la regione Cavia di Alassio dove risiede la ‘vittima’ in una villetta. E’ alla guida di una ‘X 10 di cortesia’. Utile il condizionale. Parrebbe che il medico fosse all’oscuro dell’assenza della donna trasferitasi, per precauzione, in altra abitazione. Secondo le sequenze, il medico avrebbe suonato il campanello e si è allontanato. Per ricomparire alle 5 (secondo il filmato delle videocamere) in sella ad una Vespa. Indossa una tuta che gli copre il viso. Una tanica tra le gambe. Versa il liquido infiammabile davanti alla casa, segue una vampata e si allontana. Il fumo fa scattare l’allarme nell’abitazione del giornalista La Corte che allerta la polizia. Un particolare. Nelle stesse sequenze si può vedere Quilici mentre cerca di neutralizzare la telecamera posta all’ingresso, senza rendersi forse conto che il sistema di videosorveglianza ha continuato a riprendere le sequenze del misfatto.
Ora il nuovo provvedimento del giudice che ha applicato gli arresti domiciliari nell’abitazione di Alassio dal momento che per il codice penale sarebbe decaduto (dopo l’avvenuto processo) l’aggravante del codice rosso che a giugno aveva fatto scattare prima il carcere a seguire la detenzione nella Casa di Cura. E ora amici increduli e la certezza che in caso di violazione dei domiciliari si spalanchino inesorabilmente le porte del carcere. Un altro processo.
Il 29 maggio 2020, pochi giorni prima di finire in manette, Quilici scriveva sulla sua pagina Facebook: “….. È difficile ammettere gli errori è più facile cancellare il passato ma la verità viene sempre fuori . Molto meglio ammettere gli sbagli per cercare di migliorarsi non ostinarsi a nascondere! Un abbraccio a tutti i miei cari amici”. E erano seguiti 116 messaggi di stima, amicizia, affetto, incoraggiamento.