Caro don Paolo Farinella. Facciamo “mente locale”… Rispolveriamo le nostre esperienze, scolastiche e/o domestiche, dopo aver letto quanto schiettamente hai scritto da prete: ” Dov’è Dio ? “
Limitandoci all’accezione del pitagorismo, che affermava, per gli amanti della verità, essere solo Dio sapiente (sofos), per gli uomini non essendo possibile che essere amante (filos) della sapienza. Uno dei problemi specifici della filosofia è la metafisica (si cerca del reale il principio od i principi essenziali) e l’altro, che ci interessa al nostro scopo, il problema gnoseologico (che studia lo spirito umano in quanto è attività conoscente), quello etico (che studia l’uomo come essere operante, in rapporto ai suoi fini).
Pregiudiziale per la soluzione di tali problemi è lo studio della logica (che indaga le norme che regolano il retto uso del potere discorsivo della ragione nella produzione dei concetti, dei giudizi e dei raziocini, una specie di igiene del potere discorsivo.
Essi si incentrano e si valorizzano nel proposito di trovare i motivi speculativi per accettare le verità della fede che solo possono risolvere in concreto il problema della vita nel suo valore e nei suoi fini. Filosofia dei valori è lo studio della realtà nei rapporti che essa può avere con le nostre esigenze e con le nostre aspirazioni.
Io, piuttosto, prima mi chiederei “CHI è Dio”, con la ragione: E’ l’essere primo, assoluto, diversamente concepito nei diversi sistemi di metafisica nei suoi rapporti con l’uomo e con il cosmo. A spianare, dal lato razionale, la vera natura di Dio, hanno concorso fin dalla antichità Platone, Aristotele e Tommaso d’Aquino, dal lato metafisico, attraverso i ben noti cinque argomenti, dimostra Dio come primum movens, primum efficiens, ens necessarium, ens perfectissimum, ens omnia gubernas.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica, poi, riconosce, nel capitolo primo, che l’uomo è “capace” di Dio, ha il desiderio di Dio inscritto nel cuore, perché l’uomo – ribadisce sempre al n. 27 della parte I dello stesso capitolo – è stato creato da Dio e per Dio; e Dio non cessa di attirare a sé l’uomo e soltanto in Dio l’uomo troverà la verità e la felicità che cerca senza posa.
Così, infatti, proclama nella Gaudium et spes, 19, 1 l’ultimo Conc. Ecum.: ” La ragione più alta della dignità dell’uomo consiste nella vocazione alla comunione con Dio. Fin dal suo nascere l’uomo è invitato al dialogo con Dio: non esiste, infatti, se non perché, creato per amore da Dio, da Lui sempre per amore è conservato, né vive pienamente secondo verità se non lo riconosce liberamente e se non si affida al suo Creatore.
Sempre fin dall’antichità ed ognora, gli uomini ricercano Dio, come ci insegna la scienza antropologica, attraverso credenze e comportamenti (sacrifici, culti, preghiere, meditazioni…). Nonostante ambiguità e contraddizioni, in modo inequivocabile, sono espressioni universali del senso religioso degli uomini. Si legge negli Atti degli Apostoli, cf. cap. 17, 26-28, Dio (…) ha stabilito le stagioni ed i confini (…) perché cercassero Dio, (…) benché non sia lontano da ciascuno di noi. Prosegue sempre il CCC, al n. 29 del cap. citato, “” Ma questo “intimo e vitale legame con Dio” (nello stesso documento conciliare citato sopra)
può essere dimenticato, misconosciuto, e perfino esplicitamente rifiutato dall’uomo “”.
L’uomo si porta attorno il suo destino mortale e, come si legge nelle Confessioni di Agostino di Tagaste, vescovo di Ippona, il cuore dell’uomo non ha posa finché non riposa in Dio. In apertura, nell’introduzione di “IL DIO CHE VIENE”, Carlo Carretto scrive: ” Siamo entrati forse nell’epoca più drammatica della storia del mondo e della Chiesa”.
La globalizzazione, ormai, la percepiamo tutti e COVID-19 docet, sentiamo l’uomo “attore e costruttore del suo destino e nello stesso tempo povero atomo sperduto tra le galassie smisurate”.
“La Chiesa ( continua Carlo Carretto) è divenuta il campo aperto di tutte le contestazioni in superficie e nel profondo, tanto da angosciare Pontefice e vescovi e da far tremare l’ultimo cristiano sperduto tra la folla sempre più anonima e stranamente inquieta.
Nell’isolamento c’è chi si deprime nell’inazione, e chi si cerca un hobby qualsiasi per passare il tempo, qualcuno si assume il ruolo di profeta senza avere profezia, contribuendo efficacemente a precipitare l’equilibrio dell’uomo della civiltà del benessere in quella di fine impero.
“La Chiesa (scrive sempre Carlo Carretto) come Maria e Giuseppe in viaggio dall’Egitto a Nazaret su un asinello e, tra le braccia, la debolezza e la povertà infinita del Dio incarnato: Gesù Bambino”. Attraverso il Coronavirus è il principio della fine o è sintomo di un nuovo ciclo storico e, quindi, di un passaggio cruciale anche per la Chiesa? E’ ora di prendere coscienza che non ci si può più nascondere dietro le idee preconcette, le leggi fatte, l’ordine costituito, le tradizioni …
Tutto va ripensato, analizzato con fede da adulti: la fede è fede, non sentimentalismo o solo ragione; l’ubbidienza è l’ubbidienza, non prepotere di autorità o menefreghismo di sudditi; la Chiesa è la Chiesa, non un gruppo di intoccabili; il bene comune è il bene comune, non l’interesse di pochi.
In tal modo il pane è il pane, e deve essere dato a tutti. Così agendo, concepiremo una più profonda gerarchia di valori, una nuova civiltà a misura d’uomo. Concludendo, ancora con Carlo Carretto, “…perché pregare se non si sente la Presenza di colui che raccoglie le nostre lacrime nell’otre della sua misericordia? (cf. Salmo 56, 9). E’ certo la più grande speranza di oggi e la forza, meglio, la religione di coloro che non credono più o hanno difficoltà a credere nel Dio della trascendenza.
E’ l’uomo la gloria di Dio. E’ l’uomo la Sua Presenza in terra! ” Dove sono due o tre radunati nel mio nome, ci sono io in mezzo a loro “”, si legge nel Vangelo di Matteo, 18, 20) ed anche “” Quanto avete fatto a uno dei più piccoli tra questi miei fratelli , l’avete fatto a me “” (sempre in Matteo, 25, 40 ). Per chi ha un’anima religiosa ed è alla ricerca di una spiritualità, questi consigli /doveri morali e/o massime concretizzano tutto il Vangelo di Gesù.
Certamente è la più grande speranza o religione per coloro che non credono più od hanno difficoltà a credere nel Dio della trascendenza.
“” Io vado e torno a voi””, ha promesso il Cristo (Vangelo di Giovanni, 14, 28) nell’ultima cena. Torna, quindi, come nostro compagno di viaggio nella nostra intimità e nella storia dell’umanità. Gesù, che ha versato il suo sangue per salvarmi, starà lontano da me?
E’ venuto in Adamo, in Abramo, in Mosè, in Elia… Il Dio che viene procede nella storia dell’uomo e nella sua coscienza.
“Vieni, Signore Gesù”(Apocalisse, cap. 22, 20 ).
Michele dottor Di Giuseppe