Oltre 5 mila ‘mi piace’ per dichiarazioni e retroscena che avrebbero dovuto destare clamore mediatico, invece nulla. Era il 7 agosto scorso, mese delle vacanze di massa. Sugli schermi di Imperia Tv, nella rubrica serale ‘A Tutto Ponente’, in studio c’è il conduttore Andrea Pomati, caporedattore, collaboratore de La Stampa e Il Secolo XIX per la cronaca dell’imperiese. (Vedi l’intervista…..). Ospite della trasmissione Marco Melgrati, sindaco eletto di Alassio per la terza volta che annuncia a sorpresa. Al processo di appello per ‘spese pazze’ chiamerà a testimoniare Ufficiali e sottufficiali, rappresentanti delle istituzioni e di società pubbliche partecipate, persino parroci e giornalisti. La sua grande rabbia? “Ci sono altri quattro sindaci in Italia che si trovano nelle mie stesse condizioni giudiziarie, sospesi, ma reintegrati”. Lui no.E allora ecco l’ultima sfida. Tutti beneficiari, spiega, di ‘omaggi natalizi’ da parte di consiglieri regionali del suo gruppo (Forza Italia) per importi inferiori a 50 €. saranno indicati ai giudici della Corte d’appello di Genova per testimoniare. “Mi hanno condannato senza valutare caso per caso; per i giudici inquirenti e giudicanti ad ogni scontrino fiscale si sarebbe dovuto indicare nome e cognome dei destinatari. Si tratta, ricordo, di spese di rappresentanza previste dalla legge”. Nell’intervista svela, inoltre, per la prima volta, una serie di curiosi inediti della disavventura giudiziaria in cui è incappato anche per ‘colpe altrui’ e, si direbbe, omissione in vigilando.
Melgrati sospeso da sindaco per un anno e mezzo, quale pena accessoria (Legge Severino), conseguente alla condanna, del tribunale di Genova, a 2 anni, 11 mesi, 15 giorni. Colpevole (ma in attesa di appello, dunque innocente per la nostra Costituzione) di peculato per 3.800 € . Soldi spesi dai consiglieri del suo gruppo per “cesti natalizi”. Perlopiù, spiega l’intervistato, “bottiglie di vino francese, da 20 € più Iva”. E incalza categorico: “Si trattava di omaggi a ufficiali e sottufficiali della Polizia, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Guardia Costiera, dei Vigili Urbani, fino a presidenti di Società partecipate; il primo anno anche a giornalisti…che poi non ci trattavano granché bene, a seconda degli argomenti….. Nel processo d’appello li citerò tutti come testi…voglio vedere…”
Una inusuale sfilata di testimoni in divisa beneficiari di un ‘corpo di reato’ a loro insaputa manco a dirlo. Un’usanza del resto assai diffusa non solo nel Bel Paese. Tutti chiamati a confermare o meno doni ricevuti dai 10 consiglieri di Forza Italia, da ultimo erano scesi a 3. Un’ultima spiaggia per difendersi da una condanna che l’accusato ritiene ingiusta e assurda, come confermano recenti sentenza della Cassazione per casi analoghi e che “priva la città di Alassio del suo sindaco eletto dal popolo….“.
Melgrati: “Come si fa a sostenere la tesi, in fatto ed in diritto, che ci troviamo di fronte a cosiddette ‘spese pazze’; non erano mutande, né cibo per cani, né Gratta e Vinci. Io non ho fatto proprio nulla di cui vergognarmi, al punto da far scattare pure la mia decadenza. Per 1.500 € si trattava dei pedaggi autostradali della mia assistente che era sindaco di un paese dell’entroterra (Stellanello ndr) e che utilizzava il Viacard della Regione dopo essere stata autorizzata dal dirigente regionale dell’Ufficio competente e che chiamato a testimoniare ha detto di non ricordarsi, forse per non essere a sua volta coinvolto nell’accusa. Per i miei spostamenti da Alassio a Genova utilizzavo invece il Telepass. Si pensi che in alternativa l’impiegata poteva ricorrere al rimborso chilometrico….”.
Melgrati, pacato e sferzante, cita l’ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio, Franco Fiorito (Batman), al quale la Cassazione ha inflitto, con uno sconto di 4 mesi, proprio 2 anni (non uno indicato da Melgrati), 11 mesi e 15 giorni di reclusione, ma per la bellezza 1 milione e 300 mila; spese personali, tra cui viaggi, vacanze, ristrutturazione di una casa in Sardegna e una jeep acquistata in occasione della nevicata che paralizzò Roma nel febbraio 2012 . “La stessa Cassazione che sancisce: se non si dimostra il dolo sono spese ammissibili… e di recente ha assolto un consigliere regionale che era nelle mie stesse condizioni…ecco perchè il mio caso diventa davvero scandaloso”.
Nulla da rimproverarsi perchè “tutte le volte che notavo uno scontrino ‘strano’ l’ho strappavo ritenendolo inammissibile”, tipo il parcheggio nella città di residenza, pranzo in autostrada, magari col un Gratta e Vinci; ricordo il caso di un consigliere cacciatore, presentò uno scontrino per avere regalato 5 fagiani….e quando succedeva per un mese i colleghi non mi rivolgevano la parola…..”. Il giornalista Pomati: ” Non sono più i tempi del Manzoni che regalavano capponi”
Alassio balzata all’onore della cronaca nazionale, ricorda il giornalista. Melgrati: “Ho avuto grazie alla Procura della Repubblica di Savona 20 processi da sindaco, 10 da professionista, meno fortunato dei miei colleghi architetti, ma sempre assolto”. Commento del conduttore Pomati: ” A Savona 30 per Melgrati, zero per la Procura”. Melgrati “a Genova la pubblica accusa era rappresentata dal procuratore generale, neppure da un sostituto.” Nel processo d’appello a Genova, Melgrati non si fa speranze: “Sono gli stessi giudici che siedono nella stanza a fianco…”. La sua speranza ormai sta tutta nei giudici della Suprema Corte che hanno mandato assolti, perchè il fatto non sussiste, consiglieri regionali in assenza di dolo. “Ebbene si tratta delle stesse motivazioni di cui sono imputato….Due casi riguardano il Piemonte, uno in centro Italia, l’altro nel Sud. Per loro una situazione leggermente diversa dalla mia, assolti in primo grado, condannati in appello e reintegrati nella carica di sindaco”.
Ora il sindaco è convinto che anche ‘la sfilza di testimonianze in divisa e di altri personaggi che hanno ricevuto gli omaggi, nel limite di spesa consentito dalla legge confermerà le sue ragioni….per spese che facevano tutti….maltrattato dai giudici anche nella richiesta di sospensiva, con un diverso trattamento rispetto a situazioni analoghe in altre regioni….”. Le prossime trappe domanda il giornalista ad una situazione che definisce ‘kafkiana’ quali saranno per la sorte del sindaco sospeso ? “Dopo le ferie estive il tribunale di Savona dovrà pronunciarsi sull’appello d’urgenza alla sospensiva. Melgrati: “Anche in questo caso non mi aspetto nessuna buona notizia, andremo in Cassazione nella speranza di trovare un ‘giudice a Berlino’ che demandi alla Corte Costituzionale gli atti, e come per altri quattro sindaci sospesi e reintegrati”. Melgrati continua a frequentare il Municipio. gli uffici comunali da semplice cittadino. “Con assessori e consiglieri che vengono da me per suggerimenti, non do ordini….”. Pomati: ” E’ impensabile che un sindaco eletto non passa parlare con i suoi assessori….”. Melgrati: “E’ paradossale e anticostituzionale”.
Nell’intervista ricca di notizie e di spunti, ad un politico che difficilmente nei suoi interventi ‘fa annoiare’, o non parli chiaro, non viene citato il difensore delle cause vinte, tutte e sempre al suo fianco pur da sponde ideologiche e di partito opposte. L’avv. Franco Vazio, 57 anni, patrocinante in Cassazione, renziano Doc, riletto al secondo mandato nel Collegio plurinominale LIGURIA – 01, vice presidente della II Commissione Giustizia e dal 1° agosto della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario, già avviata nella precedente legislatura e firmatario di 52 progetti di legge. E’ stato membro del Comitato Parlamentare per i procedimenti di accusa e nella Giunta per le autorizzazioni a procedere.