Non abbiamo dubbi ci siano cronisti più esperti, attenti, capaci e mastini a sorvegliare la ‘casa di vetro’ di Palazzo Doria. Ci siamo occupati il 20 giugno scorso (vedi…….) del repulisti di alberi sul piazzante di Monte Carmelo; alcuni secolari stando a quanto si legge su tre libri di storia locale. Un intervento radicale a causa di un pericolo incombente per l’incolumità di persone e cose ? Un’area privata, aperta al pubblico, che tutti si augurano non segua la sorte e l’abbandono, dopo la partenza dei padri Agostiniani, di un altro storico e monumentale convento. Con attiguo giardino alberato. Certamente qualche mente ha orchestrato la strategia del fatto compiuto, indignando molti cittadini. Non sarebbe stato più corretto e all’insegna della trasparenza dare conto della necessità del taglio e del successivo ripristino con un piazzale finalmente decoroso e alberato ? C’è un suggeritore, uno stratega che confida nella memoria corta dei cittadini che alla fine dimenticano, almeno quando si tratta della salvaguardia ambientale e del bene comune.
Non siamo stati invece in grado di informare i lettori se il taglio sia conseguente ad un’ordinanza del sindaco contingibile ed urgente. Oppure dare conto dell’autorizzazione ad eseguire i lavori, quanto mai necessari, per valorizzare una piazza. Una balconata sulla città nel degrado E mal si adduce al maestoso convento – monumento del Carmelo; ai lunghi e costosi lavori di messa in sicurezza, restauro e risanamento conservativo.
L’opera e il meritorio presidio dei padri Carmelitani Scalzi, con la loro storia di apostolato e custodi di un fiore all’occhiello della città, prevedeva pure lavori sul piazzale, sostituzione di alberi inclusi ?
In attesa di essere più esaurienti ed informati (come peraltro sono stati gli infaticabili consiglieri di minoranza che si erano dati da fare assai prima della pubblicazione del nostro articolo ed un loro esponente si legge ha pure organizzato una raccolta firme) l’unico riferimento di cui disponiamo è l’ordinanza per la lotta obbligatoria al punteruolo rosso della palme. E una palma nel terreno del convento – chiostro pare sia stata tra le prime infette. Quale correlazione con un’eventuale ‘malattia’ degli lecci e non olmi o platani come abbiamo scritto e veniva riportato nei testi storici. Per le palme era solo necessaria la segnalazione all’ufficio tecnico r al comando di Polizia Municipale.
Gentilissima redazione,
ho letto con molto interesse l’articolo pubblicato dal sig. L. Corrado sul blog “Trucioli” il 20 giugno scorso: “Questa è Loano! Addio caro olmo, hai resistito…”.
I miei complimenti all’autore che sa usare molto bene le parole, componendo un lungo, poetico, struggente e coinvolgente articolo sul nostro Convento del Carmelo di Loano.
Sicuramente tale articolo è frutto di lunghe ricerche e di una scientificità ineccepibile. Tuttavia è sfuggito un piccolissimo particolare che mi permetto di annotare: sul piazzale non c’era alcun olmo! Infatti sono stati abbattuti due esemplari di lecci!
A questo punto mi chiedo se l’autore sia mai stato sul piazzale incriminato? Certo non tutti sono botanici, ma la differenza tra un olmo e un leccio è piuttosto evidente. Inoltre, se fossero stati veramente olmi, difficilmente sarebbero sopravvissuti in quella posizione, poiché si tratta di piante che hanno bisogno di molta acqua e le cui radici percorrono decine e decine di metri per andarla a cercare: questo porta a sconsigliarne la piantumazione presso edifici, in quanto sono in grado di minarne le fondamenta. Pertanto avrebbero demolito il muro di contenimento già da qualche secolo.
La ricerca documentaria dell’autore non tiene, inoltre, conto dei disegni antichi e di quella che è la reale documentazione, studiata invece attentamente dagli architetti e dalla Soprintendenza: su quel piazzale c’erano dei cipressi!
Solo in un secondo tempo (e non 400 anni fa!) vennero sostituiti con dei lecci.
Per quanto riguarda le motivazioni reali per cui sono stati tagliati questi grandi alberi (di cui sicuramente anche a noi religiosi dispiace molto) mi pare che le abbiate colte, per cui non mi ci soffermo. Del resto sapete bene che la legislazione prevede che ad ogni pianta tagliata se ne pianti un’altra e in questo caso, per quanto ne so, a fronte di due piante ne verranno piantate di più.
Spesso oggi il giornalismo punta sul colpo di scena e sul fatto di colpire l’immaginazione delle persone, più che sulla verità di quanto si scrive. Se, dunque, non rientrate in questo modo di agire, sicuramente farete pubblicamente le dovute rettifiche del caso, nonché le scuse a chi interpellato con nome e cognome.
Ci tengo a puntualizzare, infine, che questo scritto è frutto di un’iniziativa personale e di un amore per la verità, legato anche al mio lavoro, nonché all’ambiente in cui vivo!
Come amante della cultura vi invito a proseguire il vostro lavoro che è comunque prezioso, con libertà, ma nella verità! Cordiali saluti,
p. Marco Chiesa, direttore Messaggero Gesù Bambino
PS: Credo che sia importante, quando ci si pone letterariamente di fronte a qualcosa, cercare sempre prima un confronto, tanto più che il Convento del Monte Carmelo, per quanto sia un oggetto, è vivo ed abitato da persone con cui si può parlare e confrontarsi, così da acquisire le giuste conoscenze e tutelare il rispetto degli individui.
Piange sempre il cuore a tagliare una pianta, ma, giustamente, di fronte alla scelta tra un monumento nazionale (titolo che comporta infiniti oneri e pochissimi onori) e un albero (che non ha le caratteristiche di monumentalità in quella fattispecie), lo stato (Soprintendenza e vari organi governativi) non ha alcun dubbio. Ancora qualche anno e quegli alberi sarebbero finiti nel terreno sottostante insieme al muro e a mezzo piazzale (veramente) seicenteschi.
Spero che in questi decenni abbiate sottolineato con egual fervore e più volte i grandi sforzi fatti dai miei confratelli per restaurare e abbellire l’intero complesso che versava in condizioni pietose. Se avrete la pazienza di aspettare qualche tempo, vedrete come sarà bello il piazzale, ritornato all’antico e originale progetto… avrete davvero una rediviva immagine del colle come era nel ‘600.
Grazie per l’ascolto e cordiali saluti, p. Marco Chiesa
L’ORDINANZA DEL SINDACO DEL 28 FEBBRAIO 2018 HA CONSENTITO
LA TABULA RASA DEGLI ALBERI NEL PIAZZALE DI MONTE CARMELO ?
Abbiamo dato conto, per correttezza e completezza, della risposta e delle osservazioni di padre Marco Chiesa – non è il priore del convento di Monte Carmelo – dopo l’articolo pubblicato da trucioli.it (Questa è Loano, addio caro olmo vedi……..).
Nessun chiarimento da parte dell’amministrazione comunale, non essendo neppure possibile, come documentava il cartello lavori, risalire a qualsia atto amministrativo, obbligatorio per legge e la cui assenza dovrebbe comportare sanzioni, ma anche omissioni per chi non provvede a far rispettare quanto prescritto dai regolamenti comunali. Un silenzio che avrà le sue ragioni. Nel ruolo di giornalisti e cronisti, diamo le notizie, loro, i politici e gli amministratori, liberi di ignorarle. Il cittadino può trarre le conseguenze.
IL 3 GIUGNO UNA E MAIL AL CONVENTO DI LOANO
…….Ci sono molti cittadini indignati di quanto sta accadendo a Loano. Compresi gli oltre 100 cittadini che hanno sottoscritto un esposto in Procura…..
HA COMMENTATO GB CEPOLLINA CON EDUCAZIONE E BUONA CREANZA. SENZA ATTRIBUIRE AD ALTRI PAROLE MAI SCRITTE DEL TIPO ‘FOGNA’, SEMMAI COPIAMO DA MARCO TRAVAGLIO DIRETTORE DE IL FATTO QUOTIDIANO IL TERMINE ‘DISCARICA’ PER INDICARE CERTI CONTENUTI DI FACEBOOK. MAI USATO ‘FOGNA’ CHE INVECE CI ATTRIBUISCE UN EMERITO VIGLIACCO DELL’INFORMAZIONE SOCIAL