‘Prima l’Italia’ ricordano i ‘murales’ elettorali di Matteo Salvini. Cosa accadeva poco più di mezzo secolo fa nella Liguria elettorale al Senato e alla Camera ? Scrive su La Repubblica, edizione ligure domenicale, il genovese don Paolo Farinella: “Cosa ci si può aspettare da uno che non ha mai lavorato per il suo Paese là dove si prendevano le decisioni ? Nella passata legislatura al Parlamento Europeo, Matteo Salvini è stato il 543 ° per presenze e tra il 2009 e 2014 raggiunse il primato del 625° posto riscuotendo, però, lo stipendio intero, più le indennità”. Aspetti secondari per gli elettori del terzo secolo, come secondari potrebbero essere i paragoni tra personaggi della scena ligure di ieri e di oggi. Laurea o non laurea, professione e lavoro. Salvini docet: mai un lavoro, solo politica. Non è inviso neppure a Berlusconi che scomunica in ogni occasione utile i ‘fannulloni professionisti della politica’. Salvini entrato in politica attiva nel 1992, due anni prima del ‘patron’ di FI. Leggi anche l’utile chiarimento del politologo Franco Astengo.
E’ vero che il carburante più efficace sia la smemoratezza della stragrande maggioranza dei cittadini ? E’ vero che oggi più che in tempi passati si ‘asfaltano’ gli avversari, l’arroganza e l’incompetenza non hanno freni inibitori ? Oggi più di ieri ha un grande ruolo la macchina del fango nella discarica dei social ? Ha un bel dire il galantuomo presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: Non c’è più bisogno di speranza, ma di certezze per il futuro
Taviani, Lucifredi, Carlo Russo, Amasio, Pertini. La grande maggioranza degli elettori di oggi non era neppure nata. Si vota senza fare confronti. Ma sono utili ? Servono alla Liguria ? Non c’è politico ligure al parlamento, oggi sulla cresta dell’onda, a dover ringraziare perchè – da padre in figlio – per il patrimonio e la dote in politica. Mettiamo il caso dei primi quattro eletti nella Dc di mezzo secolo fa. Taviani, 5 figli, nessuno ha seguito papà. Con un’eredità materiale davvero magra: un piccolo alloggio a Roma, una casa e qualche terreno a Bavari. Aldo Amadeo, l’unico figlio Franco, notaio, che si era dato alla politica in quota Berlusconi – Scajola e con un periodo alla presidenza della Camera di Commercio di Imperia, ha preferito coltivare la professione, anche se ad un seggio in Parlamento l’aveva accarezzato con delusione. Carlo Russo non aveva prole. Il fratello Nanni, fu parlamentare della sinistra democratica e Ulivo, un figlio è rimasto a metà strada nel Pd, poche chance e si è messo in disparte. Ancora più netto il distacco dei figli del senatore Giancarlo Ruffino. Idem per il figlio di Alfredo Biondi che ha privilegiato l’attività forense. Pertini non aveva ‘eredi’. Alessandro Natta, la figlia è astrofisica e lavora a Firenze
In provincia di Savona la Dc era il primo partito con il 35,4 %, il Pci secondo con il 31,1. Nelle consultazioni politiche del 2018 la Lega di Salvini è stata il secondo partito più votato nel proporzionale: in Liguria ha raggiunto il 18,85 (Camera 2) e il 37,88 (Camera Uno), al Senato il 20,52. Ripamonti, agente immobiliare ad Alassio, collegio 1, eletto a 44 anni con 114.589 voti, 200 in meno della collega ligure di levante Stefania Pucciarelli, collegio 2, 51 anni, con 114, 714. La pietrese Sara Foscolo, 44 anni, impiegata nell’ambulatorio di Pietra medica, collegio 2, eletta con 54.785 voti; Giorgio Mulè, 50 anni, giornalista, ex Direttore di Panorama, collegio 1 (Forza Italia), eletto con 66.751 voti.
Ha un bel dire don Farinella che “La Lega parla tanto di migranti ma non ha mai partecipato a nessuna delle 22 riunioni di negoziato svolto nel corso di due anni sulla riforma di Dublino sui migranti”. E “per sfasciare tutto, anche i fascisti di Casa Pound sono ideali alleati (della Lega ndr) per seminare odio, razzismo, antisemitismo, violenza….Matteo Salvini gioca al recupero dei simboli e del vocabolario fascisti per raccattare voti che per lui non odorano come cessi di Vespasiano….“.
Berlusconi e Salvini attaccano, spesso e volentieri, lo ‘strapotere della magistratura che fa politica…e politicizzata a sinistra‘, c’è chi come il prof. Vittorio Coletti, imperiese, docente e scrittore, nella stessa pagina de La Repubblica scrive che “I procuratori – caso Imperia con arresto della preside Anna Rita Zuppella per via dell’auto di servizio utilizzata per viaggi personali, Costa Azzurra inclusa – non dovrebbero mai dimenticare che rappresentano lo Stato e perciò essere molto cauti nelle accuse e nelle misure restrittive della libertà e, se, per sentenza di un giudice, hanno sbagliato nel formularle e nell’applicarle, sarebbe molto più opportuno che ricorressero contro il collega solo in casi estremi e clamorosi. Nel caso di Imperia è il risultato è che l’eccessiva severità e l’ostinazione giudiziaria della procura hanno rischiato di far passare per vittima una funzionaria tutt’altro che esemplare. Se ci si fosse limitato a denunciare la preside e magari come ha giustamente proposto il Tribunale del riesame, a sospenderla dall’incarico a cui non si è dimostrata adeguata, sarebbe stato meglio. …Gli imperiesi hanno assistito a questo spettacolo di corale insufficienza, dividendosi tra chi riteneva che la spiegazione del reato della preside fosse da cercare nel suo essere meridionale e chi pensava dipendesse invece dal suo essere dirigente, Più o meno la divisione classica tra leghisti e Cinque Stelle. …Brutta figura hanno fatto i carabinieri che hanno organizzato una caccia alla donna, che aveva commesso il supposto reato alla luce del sole, molto più determinata ed attrezzata di quella che gli imperiesi vedono svolta contro gli autori dei crescenti furti nei loro appartamenti”.
E Carlo Freccero, cittadino Doc di Savona, direttore di Rai 2 con il governo del presidente Conte, da sempre nella sinistra culturale: ” Salvini è furbo, non vorrà fare la parte di Berlusconi che caccia la gente dalla Rai. Trovo normale che sia stato molto attaccato dalla Lega, sono buffetti a confronto di quanto fece Berlusconi durante la mia prima direzione di Raidue.
Non avrebbe molta fortuna in politica di si ripromettesse di fare confronti tra gli esponenti politici liguri, savonesi ed imperiesi della prima repubblica e quelli della terza. I giovani queste pagine di storia non li conoscono e non hanno alcun interesse a riscoprirle. Semmai hanno letto che il passato era peggiore del presente, anche se non è così. Cosa è sostanzialmente cambiato nelle ‘vocazioni’ di politica e potere ? Oggi chiunque, accompagnato dalla buona stella, può accedere a quelle stanze. Poco importa il titolo di studio, la preparazione culturale ed umanistica. Bisogna essere soprattutto dei bravi ‘servitori’ del ‘capo’ e andare sempre nel verso giusto, mai contromano. Al punto che in lega fioriscono da qualche anno pure le vocazioni nel mondo della fratellanza massonica.
E poi ciò che alla fine conta davvero è il benessere dei cittadini. Alle politiche aveva prevalso con M5S e Lega di Salvini il ‘voto della protesta’. Mezzo secolo si faceva strada con la proposta e un buon seguito clientelare. Occorreva appartenere ad un livello sociale medio alto. Oggi le porte sono spalancate. I grillini pretendono, comunque, l’incensuratezza e la non iscrizione in Loggia.
Certo la massoneria fa corporazione tra fratelli, forse sarebbe più interessante sapere se politica e massoneria che conta sono uniti nell’affidare a uomini di partito e ‘muratori’ la nostra salute anzichè a competenti. Meglio se pure onesti. Quale sia il livello di preparazione della classe politica dirigente regionale rispetto a quella nazionale.
RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO – Mi permetto di far notare che l’articolo riguardante i voti in Liguria nel corso del tempo è impostato in maniera concettualmente sbagliata. Non è tanto questione del tempo trascorso, ma di mutamento del sistema elettorale. I riferimenti a Taviani, Natta, Carlo Russo ecc. riguardano, infatti, i voti di preferenza personali e non i voti conseguiti dalla lista. Ad esempio nel 1983 Natta conseguì 80.160voti di preferenza personale, la lista del PCI ne ebbe 445.280. Con il sistema di oggi delle liste bloccate all’epoca si sarebbe scritto che Natta era stato eletto con 445.280 voti. Un altro esempio riferito a quella elezione: Manfredo Manfredi ebbe 51.563 voti mentre la DC ottenne 341.110 suffragi. Nel sistema attuale, senza preferenze diventa un equivoco affermare che tutti i voti di una lista siano sul candidato. All’epoca era diversa l’elezione del Senato perché si votata con il collegio uninominale. Penso sarebbe il caso di precisare. Un caro saluto e buon lavoro Franco Astengo