Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

E’ primavera anche le vipere si “risvegliano”
tutti i consigli utili per i gitanti e salvavita


Con il risveglio della natura anche le vipere maschio, dato il caldo “anomalo” di febbraio e marzo, hanno ricominciano a vagare alla ricerca di una compagna. In questo periodo sono meno accorte ed è più facile incontrarle con il rischio di un morso in caso di movimenti sbagliati, attenzione quindi in occasione delle prime “uscite” primaverili o della passeggiata di Pasquetta. Passato il periodo degli accoppiamenti, le vipere si spostano poco e cacciano piccoli mammiferi, più raramente piccoli uccelli.

Solitamente il territorio in cui vivono è costituito da erbe alte, prati, zone collinari e boschi fino al limite delle praterie in quota. Contrariamente a quanto si credeva fino a non molto tempo fa la vipera, il nemico numero uno dei turisti domenicali, la si può trovare ovunque, dalla pianura ai luoghi umidi (sponde dei fiumi, risaie),dalla collina alla montagna( alcuni esemplari sono stati rinvenuti anche ad alta quota ) e ,cosa più grave, non è raro trovarla anche alla periferia dei centri abitati. Fino ad alcuni decenni fa l’ economia italiana, e in particolare del Piemonte, era basata sull’agricoltura, sulla silvicoltura e vi erano insediamenti umani un po’ ovunque e di conseguenza l’equilibrio naturale veniva mantenuto dalla presenza dell’uomo e degli animali domestici tenuti all’aperto ( galline, suini, tacchini) nonché dai falchi ed altri piccoli rapaci, naturali nemici delle vipere, ora quasi scomparsi per tutti i diserbanti utilizzati in agricoltura. Ora, a causa della trasformazione dell’economia da agricola in industriale ,buona parte di questi presupposti sono venuti a mancare con un aumento indiscriminato e incontrollato di questi rettili (si tenga presente che la vipera vive mediamente 25 anni e ogni anno può dare alla luce , a seconda della specie , da 2 a 20 viperini) favoriti dall’indiscriminata distruzione da parte dell’uomo di suoi molti nemici naturali.. Nel nostro territorio sono quattro le specie di vipera : Vipera aspis (vipera comune), Vipera bernus ( marasso palustre) Vipera ammodytes (vipera del corno) e Vipera Ursini ( vipera dell’Orsini) . La vipera comune è quella maggiormente diffusa ,predilige zone a scarsa vegetazione, pietrose dove le sia possibile scaldarsi al primo sole per la sua bassa temperatura corporea . l’estremità della coda è giallo-arancio , la testa triangolare e piatta, l’occhio è grigiastro con la pupilla obliqua. La vipera beruns, di estrema irritabilità , è sempre pronta all’attacco si può trovare sia in riva ai fiumi che ad alta quota .il suo corpo è di colore grigio o rossastro, è più scura dell’aspis e in montagna se ne possono trovare esemplari neri. La vipera del corno è la più velenosa mentre la vipera di Orsini non è molto comune sul nostro territorio.

Ma a parte le caratteristiche generali ricordiamo che la vipera ,per la sua struttura particolare, è facilmente riconoscibile da una comune biscia:ha un tronco tozzo e robusto,coda breve con una strozzatura dalla cloaca in poi, testa piatta che si allarga a forma triangolare,squame piccolissime ed irregolari ,occhio sempre a pupilla verticale ed infine bocca molto ampia in proporzione alla testa. Ricordiamo ora alcuni piccoli avvertimenti :non fidarsi mai delle apparenze, è controproducente pensare che in ogni caso fuggano, dato il notevole incremento sono diventate più aggressive . In montagna calzare stivaletti o calzettoni di lana pesante, lungo i sentieri camminare con passo cadenzato e pesante, battere i cespugli, le erbe alte e i rovi con bastoni, non appoggiarsi sui tronchi coperti di fogliame , dopo un riposo sull’erba scuotere con energia gli indumenti prima di indossarli.

Non lasciare gli automezzi con le portiere aperte e, prima di dissetarsi ad una fontana o fermarsi nei pressi di un casolare abbandonato,fare una preventiva esplorazione. Qualora vi trovaste davanti ad una vipera evitate di schiacciarla con un piede e, se siete costretti a colpirla, fatelo con un bastone tenendovi a distanza di sicurezza. A volte, pur con tutte le precauzioni, può succedere di essere morsicati, il morso della vipera è facilmente riconoscibile da due piccoli fori a distanza di 8 -10 mm ed è caratterizzato da un vivo dolore con rapida comparsa di una dura tumefazione e, quando il veleno entra in circolo, conati di vomito, diarrea e dolori addominali. L’infortunato deve essere sdraiato e mantenuto tranquillo per evitare che compia qualsiasi movimento, che velocizzerebbe la distribuzione del veleno nell’organismo.
È comunque indispensabile trasportare l’infortunato al pronto soccorso più vicino, avendo cura di muoverlo il meno possibile. In attesa dei soccorsi va applicato un laccio a qualche centimetro a monte della ferita. Non deve essere troppo stretto per fermare la circolazione linfatica (che veicola il veleno) e non quella sanguigna. Sulla zona del morso può essere applicato del ghiaccio. Si possono somministrare all’infortunato bevande eccitanti come tè o caffè che aiutano ad evitare un pericoloso calo pressorio. Non devono essere somministrate bevande alcooliche, come grappa o birra o vino, in quanto l’alcool è un vasodilatatore che favorisce l’abbassamento della pressione arteriosa. Assolutamente non succhiare il sangue dalla ferita con la bocca per evitare che anche il soccorritore assuma a sua volte del veleno attraverso microferite in bocca che spesso non sappiamo nemmeno di avere.

Luciano Bona

Tendenzialmente gli escursionisti potrebbero trovarsi di fronte una vipera su pietraie, cumuli di pietre o mucchi d’erba nelle ore mattutine, al sorgere del sole, quando esce per riscaldarsi ai primi raggi. È proprio in quel momento della giornata che la vipera, essendo più lenta nei movimenti, sarà più in pericolo e piuttosto che scappare tenderà a difendersi con il fatidico morso.Un’altra considerazione da fare è che la vipera, come qualsiasi altro essere vivente, necessita di acqua, seppur in minima quantità, quindi solitamente non la troveremo in zone troppo aride. Predilige le aree vicine a ruscelli, pozze d’acqua, incavi della roccia dove si possono accumulare piccole quantità d’acqua con una certa costanza. Trovandosi di fronte un serpente è importante per la propria incolumità aver presente i segni caratteristici con cui distinguere le vipere da altri serpenti non velenosi, come ad esempio la biscia. La testa della vipera è più schiacciata e vista dall’alto ha una forma quasi triangolare ed è più larga rispetto a quella dei serpenti non velenosi. Ha un colore che va dal grigio al marrone rossiccio. Può avere una lunghezza massima di 80 centimetri ed il suo corpo presenta dei “disegni” a zig-zag. L’occhio della vipera ha una pupilla verticale, come quella dei gatti, mentre quella degli altri serpenti è circolare. La vipera ha un corpo piuttosto tozzo con coda a punta molto corta. I serpenti non velenosi, al contrario, hanno una forma più allungata ed affusolata. Il diametro del loro corpo dalla testa verso la coda è graduale e ben visibile.

Sintomi in caso di morso

Nel caso di morsi senza essere riusciti a vedere bene come fosse il rettile, se si tratta di una vipera il segno lasciato sulla cute è ben riconoscibile. Sono evidenti due punti rossi più grandi degli altri, distanziati tra di loro di circa un centimetro. Sono i segni dei denti veleniferi presenti nelle vipere. Se nel morso è presente un solo unico punto più grande degli altri si tratta sempre di una vipera che ha perso uno dei suoi due denti veleniferi. Se il morso è invece quello di un serpente non velenoso si vede una fila di piccoli puntini tutti della stessa dimensione.

Oltre ai segni lasciati dai denti veleniferi, il morso della vipera provoca arrossamento, gonfiore, formicolio, dolore oltre ad un colore bluastro della cute (cianosi) localizzati nei primissimi minuti successivi nella zona circostante, ma rapidamente si espandono. Nel giro di un’ora sopraggiungono gli altri effetti quali nausea, vomito, a volte con sangue, dolori muscolari, diarrea, collasso cardiocircolatorio e shock con perdita di coscienza.

Primi soccorsi e cura

I primi soccorsi vanno svolti con rapidità e molta attenzione in modo tale che il morso di vipera non si riveli effettivamente mortale. La gravità del morso dipende da diversi fattori: l’età della persona colpita – bambini ed anziani sono i soggetti più vulnerabili –, peso corporeo, condizioni generali di salute, sede e profondità del morso e quantità di veleno iniettato. Mediamente la quantità di veleno iniettato con il morso è inferiore del 50% rispetto alla dose mortale per un uomo adulto e buono stato di salute.

Ecco la procedura da seguire e le manovre da non compiere:

– L’infortunato deve essere sdraiato e mantenuto tranquillo per evitare che compia qualsiasi movimento, che velocizzerebbe la distribuzione del veleno nell’organismo.

– È comunque indispensabile trasportare l’infortunato al pronto soccorso più vicino, avendo cura di muoverlo il meno possibile.

– La zona del morso va lavata con acqua e sapone e poi disinfettata con sostanze che non contengano alcool, in quanto l’alcool aumenta la tossicità del veleno.

– Se il morso è localizzato nell’arto superiore, vanno sfilati anelli, bracciali e orologi prima della comparsa del gonfiore.

– Va applicato un laccio a qualche centimetro a monte della ferita. Non deve essere troppo stretto per fermare la circolazione linfatica – che veicola il veleno – e non quella sanguigna. Quando la parte si sarà gonfiata mettere un secondo laccio più a monte e solo dopo togliere il primo, evitando di far andare in circolo il veleno bloccato prima.

– Sulla zona del morso può essere applicato del ghiaccio. Si possono somministrare all’infortunato bevande eccitanti come tè o caffè lungo che contiene più caffeina perché aiutano ad evitare un pericoloso calo pressorio.

– Assolutamente non succhiare il sangue dalla ferita con la bocca per evitare che anche il soccorritore assuma a sua volte del veleno attraverso microferite in bocca che spesso non sappiamo nemmeno di avere. Si tratta di rispettare le più banali norme di igiene:  il sangue di altra persona direttamente in bocca è grosso veicolo di trasmissione di qualsiasi tipo di malattia, anche se il ferito ne sia portatore sano come ad esempio l’epatite B.

– Invece può essere usata una pompetta aspiraveleno in vendita in farmacia. Ne esistono di vari tipi ma in generale ha l’aspetto di una grossa siringa. Se si procede con questo strumento – è un procedimento assolutamente indolore – è opportuno aspirare il prima possibile dalla zona del morso.

– Non è consigliabile incidere la cute tra i fori dei denti veleniferi.

– Non devono essere somministrate bevande alcooliche, come grappa o birra o vino, in quanto l’alcool è un vasodilatatore che favorisce l’abbassamento della pressione arteriosa.

– Sul ricorso al siero antiofidico/antivipera –  il Viperfav prodotto dalla Sanofi, mancante per diversi mesi, tornato disponibile nel 2019 – non tutti sono propensi al suo utilizzo. La dose di siero deve essere assolutamente conservata ad una temperatura costantemente bassa – tra i 2° e i 6° Celsius – poiché a temperature più elevate anche di pochi gradi perde la sua efficacia, fino a diventare addirittura potenzialmente tossico. In alcuni casi la sua somministrazione potrebbe provocare una reazione allergica più grave e difficile da gestire rispetto al problema stesso del morso di vipera. Parte dei decessi sono stati determinati proprio da reazioni anafilattiche al siero.

una serie di consigli per chi fa escursioni in montagna onde ad evitare di trovarsi in condizioni di aggressione da parte di una vipera:

– Indossare calzature alte oppure calzettoni di lana pesante: le vipere più piccole difficilmente riusciranno a mordere efficacemente e comunque il morso non conterrà una dose eccessiva di veleno.

– Camminare con passo cadenzato e pesante battendo le erbe e le pietre con un bastone: le vipere hanno un udito poco sviluppato, ma sono invece più sensibili al movimento.

– Non raccogliere istintivamente ogni cosa da terra: prima di cogliere qualsiasi cosa, smuovere le erbe e le pietre con un bastone per allontanare ogni possibile minaccia.

– Ispezionare attentamente il luogo in cui ci si desidera sedere.

– Non appoggiarsi su tronchi ricoperti di foglie, su pagliai e su fascine di legna.

– Non mettere le mani sotto rocce, sassi o dentro le fessure del terreno.

– Prestare attenzione quando ci si disseta ad una fontana e si cammina su una pietraia.



Avatar

Luciano Bona

Torna in alto