La lettera, riservata personale, è data Genova 20 febbraio, indirizzata al prof. Franco Bartolini, Quiliano via Dodini. Un documento top secret firmato dall’allora direttore generale Giovanni Berneschi. Uno dei paladini della vendita di Carisa ai cugini di Carige. Tra contrasti e una guerra (non solo sotterranea). Titolava Il Secolo xix nei giorni cruciali (novembre 1988): “Con Carige tra gli insulti. Picchetti di polizia nel giorno dell’accordo. Drammatica seduta della Fondazione Carisa (proprietaria della banca) che accetta la proposta dei genovesi . Dieci anni di autonomia.” E poi cosa sarebbe accaduto è materia altrettanto drammatica, con la fuga di migliaia di correntisti e risparmiatori. Nell’anno in cui Carige affonda e le banche cuneesi che si sono allargate nel ponente ligure, possano annunciare risultati da promozione, grazie anche alle loro filiali o agenzie operanti a pieno regime nel savonese e nell’imperiese.
Non può consolare la disfatta di una banca ligure e che ha trascinato nel baratro, con la fusione, la storica banca dei Savonesi. Non può consolare la riproposizione della rassegna stampa che testimonia chi stava da una parte (con Carige) e chi temeva l’abbraccio mortale (all’epoca in prima fila Il Secolo XIX Savona), esponenti del sindacato Carisa (non tutti), esponenti della politica (divisi), personalità di primo piano del mondo dell’economia, basti pensare al ruolo dell’Unione Industriali, della Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti, sponsor vari.
Non era una passeggiata non far parte del coro, sollevare dubbi o perplessità, ma anche dare conto di cosa accadeva nelle stanze del potere. Non può consolare neppure la certezza che, nonostante le sirene (una piccola banca non ha futuro), oggi assistiamo a banche piccole ed in ottima salute. Dalla ligure Passadore, alla massiccia presenza cuneese e piemontese: Banca d’Alba, al Credito Cooperativo Banca Alpi Marittime, Al Banco di Credito Azzoaglio, Banca di Caraglio Credito Cooperativo, Bcc di Alba Langhe Roero, Banca Di Credito Cooperativo di Pianfei e Rocca De’ Baldi, Banca Sella.
Il territorio savonese ed imperiese rimasto orfano di una banca autonoma. Cosa significa per l’economia, lo sviluppo, la popolazione che lavora o è pensionata, il mondo dei giovani. Perchè la confinante Cuneo ha saputo tenere, con ricadute più che positive, le sue banche, svilupparle, potenziarle laddove ha miseramente fallito il sistema di banca autonoma in terra ligure. Erano lungimiranti, come documenteremo anche nelle prossime puntate, nel limite delle nostre possibilità di volontariato, le scelte e le prese di posizione di coloro che, magari in buona fede, erano schierati con (Carige) “saremo più forti e più solidi’ con un banca importante sulla scena nazionale.
Gli articoli del Secolo XIX Savona, pochi tra molte decine, erano firmati da Gianluigi Cancelli, Luciano Corrado, Maurizio Pellissone, Robertto Sangalli.
GIA’ ALL’EPOCA LE AVVISAGLIE DEI CREDITI FACILI A
‘CLIENTI PARTICOLARI’ CON INCHIESTE E SENZA CONDANNE