” Ho sin qui riferito tutto quello che ho ricordato fino a questo momento. Aggiungo solo che il Di Nardo era in rapporto anche con tale Ammiraglio Corvetto di La Spezia che ho personalmente conosciuto verso l’85 – 86. Sono al corrente poi di altri fatti che mi riservo di riferire. Ho paura di parlare di alcune cose e devo pensarci sopra. Per ora aggiungo che ho conosciuto anche un tale Giacomo Fassino che operava in Toscana e che mi propose di fuggire in Kenya attraverso la Francia. So che in Kenya si trovano alcuni latitanti di Destra”. Sono a verbale le dichiarazioni di Gigliola Guerinoni condannato con Ettore Geri per l’omicidio del farmacista di Cairo Montenotte Cesare Brin. Un interrogatorio (17.01.1992) dei magistrati che indagavano sulla strage dell’Italicus. Alcuni brani li abbiamo pubblicati sul numero scorso di trucioli.it dando notizia della morte di Fabrizio Terracciani.
A domanda risponde.Gigliola Guerinoni – dichiarazioni 17.01.1992
A.d.r. Ho segnalato la circostanza che sono al corrente di fatti concernenti l’attività della destra e che sono stata in contatto con ambienti golpisti. E’ mia intenzione dire tutto ciò che so in merito a tali argomenti. Quando avevo circa sedici anni conobbi tale Gabriele Di Nardo, mio coetaneo. Questi faceva parte dell’organizzazione giovanile del Msi di Savona ed era un picchiatore. Questo al tempo della nostra conoscenza, cioè durante gli anni del liceo. Successivamente il Di Nardo progredì nella sua militanza politica, divenne un attivista con contatti fra l’altro a Genova, in Toscana, a Milano, a Roma. Era il pupillo di Miceli, persona che io ho incontrato due volte in epoca molto successiva, cioè fra il 1983 e il 1985. Sono testimone diretta dei rapporti fra Di Nardo e Miceli in quanto incontrai quest’ultimo appunto trovandomi insieme al Di Nardo. Il Di Nardo comunque non mi ha detto esattamente in quale periodo abbia conosciuto il Miceli. Poiché conosceva Almirante già da quando era ragazzino, comunque credo che sia stato Almirante a presentare Di Nardo al Miceli. Il Di Nardo era poi legato a tale Randagio Ernesto, capo del corpo sommozzatori della capitaneria di porto di Savona. Questi aveva importanti contatti nella zona di Marsiglia ed era amico di Le Pen. Che avesse una particolare influenza in Francia lo so per cento in quanto attraverso i suoi buoni uffici fui autorizzata ad accedere in due caserme della Legione Straniera, cosa questa che normalmente non e consentita. Il Di Nardo era in contatto anche con tale professor Snaider. Questi insegnava letteratura ed era un grosso personaggio del golpe Borghese. Lo Snaider l’ho conosciuto personalmente. Ho conosciuto altri personaggi del golpe Borghese, ma in questo momento non mi vengono in mente i nomi. Comunque il Di Nardo entro nel gruppo golpista: vi fu ammesso dall’on. Baghino di Genova, che era quello che selezionava i giovani a livello regionale. So tutto questo per certo perché me lo ha detto il Di Nardo e perché sono stata presente a colloqui fra il Di Nardo e il Baghino. Il Di Nardo aveva una sessantina di fucili nella sua casa di campagna sita in Mallare. Aveva inoltre un impianto radio poiché questa abitazione era situata in un luogo appartato veniva utilizzata per raduni e riunioni.
A.d.r. Chiestomi di indicare altre persone con cui il Di Nardo fu in contatto, ricordo che aveva appoggi in Valtellina e in Alto Adige, in particolare a Bolzano. A Torino, inoltre, era in contatto con un giornalista di Candido, del quale ora non ricordo il nome. Spontaneamente a questo punto, anche se la cosa non e pertinente all’argomento che stiamo trattando segnalo che il Di Nardo ha avuto rapporti con Toni Negri, rapporti dei quali mi ha parlato dicendomi fra l’altro che secondo lui il Negri era una persona molto valida. Il Di Nardo continuo a mantenere i rapporti che ho detto anche dopo il fallito golpe per tutti gli anni ’70. Ricordo che il Di Nardo, una volta diffusasi la notizia dell’attentato, il giorno dopo, andò dal dott. Franco Gervasi della questura di Savona, a suo dire per mettersi sotto la sua protezione. Il Di Nardo, inoltre, sempre stando a quello che mi diceva, godeva della protezione del procuratore della Repubblica di Savona dott. Boccia.
A.d.r. Contemporaneamente alla vicenda del golpe Borghese, il Di Nardo operava assieme a tale Fabrizio Terracciano. Questi era uno di Savona che si era trasferito a Lucca. Ufficialmente era un dirigente della Elf, ma in realtà era un esperto di armi e di esplosivi, oltre che paracadutista addestratore. Ricordo che segui un corso ad Arezzo. Ricordo che il Di Nardo e Terracciano parlavano di attentati a tralicci. Quest’ultimo, in relazione alle indagini successive a tali attentati godette della protezione di un generale del quale non ricordo il nome. Ricordo anche che attorno a questi attentati si creava un’aura di ambiguità, per far intendere che erano riferibile agente di sinistra. Il Di Nardo e il Terracciano parlavano anche di attentati ai tralicci commessi in Alto Adige.
A.d.r. Questi contatti del Di Nardo proseguirono lungo tutti gli anni ’70. Circa la strage di Bologna del 02/08/80, ricordo che quando venne data la notizia il Di Nardo si trovava nella sua casa di campagna assieme a me al Terracciano e a tale Baghino. Sentii i tre che commentavano il fatto dicendo che si trattava di un lavoro ben eseguito.
A.d.r. Ho sin qui riferito tutto quello che ho ricordato fino a questo momento. Aggiungo solo che il Di Nardo era in rapporto anche con tale Ammiraglio Corvetto di La Spezia che ho personalmente conosciuto verso l’85 – 86. Sono al corrente poi di altri fatti che mi riservo di riferire. Ho paura di parlare di alcune cose e devo pensarci sopra. Per ora aggiungo che ho conosciuto anche un tale Giacomo Fassino che operava in Toscana e che mi propose di fuggire in Kenya attraverso la Francia. So che in Kenya si trovano alcuni latitanti di Destra.