Villa Capasso ad Altare, potenziale fulcro culturale di valore, è al centro di un’eredità che si tinge di ‘giallo story.’ Nel febbraio scorso è morta Florette Morand, 93 anni, conosciutissima vedova del poeta e critico di fama internazionale Aldo Capasso deceduto nel 1997: figlio unico di Lina Saroldi e del cap. del Genio Alberto. Era nato a Venezia nel 1909, dimorò per alcuni decenni ad Altare. Era Conte delle Pastene (nobili origini di Benevento) come riporta la targa, in sua memoria, in piazza del Consolatore. Durante le esequie funebri di madame Florette è stato reso noto che esecutore testamentario, per volontà espressa della donna, è don Giovanni Farris, tra i veterani del clero savonese, già direttore de “Il Letimbro” e della biblioteca del Seminario, 92 anni, un passato da docente, parroco alla Villetta, canonico del Capitolo della Cattedrale, cappellano della Certosa di Loreto. Sul prossimo numero di trucioli.it uno scottante carteggio inedito su Capasso e la moglie Florette che la coppia aveva consegnato, nel gennaio 1995, a Luciano Corrado, cronista di giudiziaria del Secolo XIX, con l’impegno di renderlo noto dopo la loro morte.
Ma ecco la clamorosa ed inattesa sorpresa.”Non so nulla dell’eredità Capasso e Morand, nessuno me lo ha comunicato, la notizia la apprendo ora, semmai mi stupiva il silenzio ….l’ultima volta che ho incontrato la vedova non era in buone condizioni”.
E’ possibile che Florette non abbia fatto cenno delle sue volontà e di quelle del marito con l’illustre sacerdote ? Chi sono le persone che le sono rimaste vicino fino a quando era nelle piene facoltà mentali ? Ha sottoscritto un testamento olografo ? Lei ha trascorso gli ultimi anni a Sampierdarena dove è stata colta da malore. Ha cambiato idea sui propositi testamentari ? Nella comunità altarese e tra le associazioni calturali non è emerso nulla di diverso rispetto a ciò che si sapeva vox pupoli. Cioè dell’esecutore testamentario. Va da se che il primo interlocutore sia proprio Don Farris. E dalle sue lucide parole e un certo stupore ribatte alle domande del cronista. “....Forse sbagliate“.
Si fa rileggere il testo di quanto ha scritto con diligenza Savona News nel resoconto della cerimonia religiosa e di chi ha preso la parola per ricordare la figura dell’estinta. Simona Bellone, artista e presidente dell’Associazione culturale caARTEiv ha affermato: “ Florette rese noto, in vari discorsi ai suoi più stretti collaboratori, che l’esecutore testamentario era l’amico stimato di famiglia, professore universitario, Don Giovanni Farris, sperando che, se ne conserva le intenzioni testamentarie, od altra persona da essi indicata in seguito, le proprietà propendano verso la gestione di associazioni valbormidesi o amministrazioni comunali altaresi”.
Don Farris: “Ripeto, non sapevo di essere esecutore testamentario, apprendo dal cronista la notizia che dunque non avendo certezze non posso commentare più di tanto. Ho saputo che era mancata la vedova Capasso solo qualche giorno fa. Mi stupiva il silenzio a proposito dell’eredità, della destinazione della villa…“. Ha avuto incontri con madame Florette ? “Certo….più volte e nessuna anticipazione sulle volontà testamentarie”.
Reverendo, con l’età che avanza ed io sono tra questi, la memoria non sempre è infallibile. Don Farris: ” Grazie a Iddio questa è ancora in ottimo stato; riflettendo bene, dopo questi primi momenti della telefonata e colloquio a sorpresa, Florette mi chiese consigli….raccomandai di pensare al domani, non sciupare il denaro e forse era meglio mi ascoltasse….; aggiunse che a volontà di Aldo e lei condivideva, era la creazione di un centro culturale con sede nella villa di Altare….“. Tutto qui, nessun cenno all’esecutore testamentario ? “Credo proprio di no, anche se nei nostri incontri è possibile che si sia parlato del domani, senza un mio coinvolgimento diretto…vuole dire che se questo emergerà ufficialmente ne prenderò atto…e mi comporterò di conseguenza, nessuno fino a questo momento mi ha cercato.”
Villa Capasso potenziale baluardo culturale valbormidese nelle “intenzioni accorate di Florette“, carattere forte ed esotico, con il suo intercalare francese, meticolosa e gelosa del ricordo del marito. Deteneva il copyright delle sue opere, e gestire il da farsi. Un inciso: il prestigioso Premio Nobel per la letteratura è stato conferito ad un solo ligure, il genovese Eugenio Montale nel 1975, e la nomination a tale premio, dignitosa menzione d’onore in merito, per un altro ligure, d’adozione altarese, Aldo Capasso. “Un vanto di tutta la Regione Ligure ” ricorda Simona Bellone che aggiunge: “Sarebbe ormai opportuno conoscere le sorti della villa Capasso, che sorge accanto al celeberrimo Museo del Vetro di Altare, edificio che ha bisogno di interventi di restauro strutturale, ed un inventario e catalogazione della storia letteraria dei coniugi Capasso, a cura di un’associazione culturale preposta o fondazione da crearsi appositamente. Florette rese noto in vari discorsi ai suoi più stretti collaboratori, che l’esecutore testamentario era l’amico stimato di famiglia professore universitario, Don Giovanni Farris….”
LA NOTIZIA DELLA MORTE DI FLORETTE MORAND VEDOVA CAPASSO DEL 28 febbraio 2018
SAVONA NEWS – Lutto ad Altare e in tutto il mondo della cultura savonese per la morte di Florette Morand, conosciutissima vedova del poeta e critico Aldo Capasso, scomparsa alcuni giorni fa a Genova, dove soggiornava da qualche tempo. Poetessa caraibica di lingua francese, originaria della Guadalupa, dopo le nozze con il fondatore del letterato e fondatore del Realismo Lirico si era trasferita ad Altare, vivendo per oltre trent’anni e sino a poco tempo fa nella casa natale di famiglia, sulla piazzetta del museo del Vetro. Dopo la scomparsa del marito, nel 1997, aveva creato e gestito il celebre Premio Capasso, e portato il nome del marito in tutta Italia. I funerali, la cui data deve ancora essere fissata, saranno celebrati ad Altare.
SAVONA NEWS DEL 9 MARZO – Giovedì scorso ad Altare, è stata officiata da Don Paolo Cirio, nella parrocchia S.Eugenio, l’onoranza funebre a Madame Florette, vedova Capasso (Florentine Adelaide Morand), alla presenza del sindaco Roberto Briano, alcuni altaresi, la sua più cara amica prof.ssa Ofelia Garbarino di Varazze, ed una rappresentanza dell’arte ligure, il ceramista Ettore Gambaretto, il professore e critico letterario Marco Pennone, le savonesi, la scrittrice Maria Franca Ferraris e la presidente dell’associazione “Alzheimer” di Savona Clara Simioni, l’artista e presidente dell’associazione culturale caARTEiv Simona Bellone di Millesimo.
Nell’omelia di Don Paolo Cirio, che officiò anche la sepoltura di Aldo Capasso, nel 1997, è emerso ciò che questa illustre poetessa di grande cultura, abbia voluto trasmettere ricordando l’opera artistica di suo marito Aldo Capasso: il piacere del bello della cultura, che deve essere insegnato, valorizzato, celebrato, condiviso, divulgato e tramandato ai posteri.
Alessia Briano ha letto a fine cerimonia, una lettera di Fulvio Bianchi che ha delineato i profili artistici dei coniugi Capasso. Lette due poesie di Capasso “Aldilà della morte” ed “Anniversario”, a cura di Alvaro Bazzano e Franca Bruzzone. Così si è conclusa una cerimonia religiosa, artistica e raccolta, per ricordare l’amore che univa queste due eccellenze culturali.
“E’ da ringraziare la presenza dell’amministrazione comunale di Altare che si è presa carico totalmente delle onoranze funebri a questa illustre artista internazionale, che nata nelle isole caraibiche, in America centrale, visse in seguito a Parigi, dove pubblicò varie sillogi di poesie, e fu adottata dalla Val Bormida, deceduta il 14 febbraio scorso a Genova, (come riportato in targa sulla bara – classe 1926, 20 giugno Guadalupa). Nelle stagioni invernali spesso trascorreva il suo soggiorno prima a Torino ed ultimamente a Sampierdarena, già attivandosi per ricordare il marito nelle consuete commemorazioni primaverili raggiungendo la residenza di Altare, per poi organizzare gli eventi culturali in Savona e dintorni, proferendo ai suoi più cari collaboratori, indicazioni utili da seguire alla perfezione. Quest’anno purtroppo non ha potuto perpetuare questa sua missione artistica, colta da improvviso malore in quel di Genova, lei che ha sempre curato suo marito e se stessa, con erbe medicinali, elargendo consigli a richiesta agli amici (cultura radicata nei suoi amati Caraibi)” spiega Simona Bellone.
“Resta ai posteri il proseguimento delle commemorazioni annuali per Aldo Capasso, nel premio a lui dedicato, in Altare, nonché alla poetessa e pittrice Silvia Ragazzini Martelli dell’associazione “Padus Amoenus” di Sissa (Parma), artista che Aldo Capasso considerò come una figlia artistica, e che ogni hanno gli dedica da due decenni orsono, un omaggio con manifestazione d’arte a 360° gradi, il 13 aprile. Sarebbe ormai opportuno conoscere le sorti della villa Capasso, che sorge accanto al celeberrimo Museo del Vetro di Altare, edificio che ha bisogno di interventi di restauro strutturale, ed un inventario e catalogazione della storia letteraria dei coniugi Capasso, a cura di un’associazione culturale preposta o fondazione da crearsi appositamente.”
Per il mese di giugno 2019 presso la Sala Nervi del Palazzo della Provincia di Savona sarà organizzata una manifestazione e verranno resi noti appena possibile date e modalità, dalle associazioni culturali “Casa delle Arti” e “caARTEiv”.
CHI ERA ALDO CAPASSO
Pubblicò a Torino la sua prima raccolta di poesie “Il passo del cigno ed altri poemi”, opera che fu premiata con il premio Fracchia della rivista Fiera Letteraria, la cui prefazione fu curata da Giuseppe Ungaretti. In qualità di commentatore, scrisse su “La Nazione” di Firenze e diresse il “Realismo critico“, nonché pubblicò saggi su Ungaretti, Tasso e Marcel Proust. Frequentò personaggi illustri quale Eugenio Montale, Luigi Pirandello e Paul Valéry, e fu il primo critico letterario di Salvatore Quasimodo. Scoprì e lanciò gli autori contemporanei quali Ugo Gallo, Davide Lajolo e Giorgio Caproni. Le sue opere letterarie furono tradotte dal poeta francese Pierre-Jean Jouve, Robert Vivier dell’Accademia reale belga, Raul Rey-Alvarez, dal greco Febo Delfi, dalla brasiliana Cecilia Meireles.
Nomination Premio Nobel letteratura nel 1995, Aldo Capasso aveva un animo umile e nobile, foriero ancor oggi di tracce anche della sua semplicità di valbormidese, se pur affermato nella letteratura internazionale, con numerosi premi conferitigli ed altrettante pubblicazioni come critico e poeta: rimase sempre affezionato alle proprie radici dell’entroterra ligure.
Fu fondatore del “realismo lirico”, corrente poetica basata su una trasparenza espressiva che rispecchi il vivere quotidiano e che afferma il diritto-dovere del poeta di non rompere “i legami sentimentali con l’uomo comune”, rispettando perciò la realtà di tutti i giorni. Studiò all’Università di Genova nel 1931 e divenne dottore in lettere discutendo un saggio su Marcel Proust, come tesi d laurea che fu premiata come migliore in tutte le facoltà dell’Università.
“La poesia di Capasso vive di una raffinata sensualità, di un’indagine sulla possibilità di andare oltre l’illusorio gioco dei sensi per vedere se è possibile trovare un ancoraggio che superi la rassegnata partecipazione al destino degli uomini. Questo disperato bisogno si avvale di immagini sicure e ben delineate, che cercano di vincere la tendenza discorsiva, aleggiando talora in echi leopardiani.” (da canto sirene.blogspot.com 4/2009)”. Il 29 dicembre 2009 Aldo Capasso è stato ricordato nella sala consiliare del Comune di Noli, “ma era stato snobbato dagli organi di informazione locale’ lamentava la vedova.
IL CHI E’ DON FARRIS (4 novembre 2017) SCRITTORE E STUDIOSO PER ANNI PARROCO DELLA VILLETTA
Don Giovanni Farris, descritto uno dei veterani del clero savonese, tra le pietre miliari del clero savonese, 92 anni. In suo onore, si svolse, nel 90esimo compleanno, nella parrocchia della Villetta, un pomeriggio di festa, con la presentazione di un suo libro dedicato alla chiesa di santa Maria Giuseppa Rossello. Assieme al vescovo Calogero Marino,concelebrò la Messa. Autore di numerose pubblicazioni nel campo della storia letteraria.
Don Farris fa parte della commissione di periti in storia e al lavoro già da alcuni anni, che coadiuva nel processo di canonizzazione di papa Paolo Pio VII (al secolo Barnaba Chiaramonti di Cesena),. Il postulatore della causa è don Giovanni Margara, Cancelliere vescovile e rettore della Cattedrale, che avrà l’onere di raccogliere documentazioni idonee a dimostrare la santità di Pio VII.
Si tratterà di una “causa storica” nella quale le principali fonti di riferimento sono principalmente (quasi esclusivamente) di natura documentale. Un ruolo fondamentale è ricoperto da una commissione di periti in storia, al lavoro già da alcuni anni, composta don Giovanni Farris, dal prof. Giulio Fiaschini e dalla prof.sa Giuseppina Vivaldo.
L’ Associazione Ucid (Unione Cristiana imprenditori dirigenti), sezione di Savona, aveva organizzato nell’oratorio di Nostra Signora di Castello, in via Manzoni a Savona, una conversazione con don Giovanni Farris, consulente ecclesiastico dell’Ucid savonese, dal titolo “Fatica e pietà religiosa nell’uomo d’oggi”.
Luciano Corrado
DALL’ARCHIVIO DI TRUCIOLI LETTERA DELLA VEDOVA CAPASSO
PUBBLICATA DAL SECOLO XIX IL 7 MARZO 2014