Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Finale Ligure parco del Finalese in pericolo
Dove è finita la rete ecologica della Liguria
e l’osservatorio delle biodiversità Libioss


Oltre 3 mila firme, nel finalese, tra gente comune e operatori turistici, perchè siano mantenute le aree protette savonesi, iniziando a non abrogare la legge istitutiva del parco naturale. I Verdi – a Finale sono rappresentati da una voce storica e che non ha cambiato bandiere – col prof. Gabriello Castellazzi, sostengono che si tratta di aree da potenziare e valorizzare. Un volano ambientale e turistico. Il segretario leghista replica: “Basta carrozzoni e vincoli alle proprietà private, serve sviluppo”. 10 anni fa, in Regione, con 21 voti favorevoli e 12 contrari (la minoranza), nasceva la rete ecologica della Liguria. Si individuavano le specie protette e un monitoraggio costante. I contrari (Lega di Salvini in testa) sostengono che si paralizzava le attività dell’entroterra. A Finale, il 26 di maggio si rinnova il consiglio comunale. Un banco di prova tra gli schieramenti nella scheda elettorale, per gli impegni sulla sorte del parco, le potenzialità, la risorsa socio economica. Il Psi finalese chiede un ‘Parco a gestione consortile comunale’. Senza indugi il si al Parco del Cai sezioni liguri, piemontesi, Val d’Aosta e Federparchi.

Quel territorio che tutti, a parole, decantano come patrimonio naturalistico inestimabile, utile all’uomo e all’industria turistica. Come dimostra il fascino dell’Altopiano delle Manie frequentato anche da bikers che provengono da ogni parte del mondo industrializzato, esempio pilota non solo in Liguria nell’economia turistica e degestagionalizzazione.

LA PRESA DI POSIZIONE DEL PSI LOCALE CON UN COMUNICATO STAMPA

Per quanto riguarda un altro argomento di questi giorni il Parco del Finalese, oggetto di tutte le campagne elettorali degli ultimi decenni, il PSI del Finalese si dichiara per un Parco di gestione Consortile Comunale, dove non ci sono carrozzoni pubblici ma ci sono condivisione e soprattutto gestione del territorio e accesso ai fondi Nazionali e Comunitari per finanziare le attività Agricole, la Pastorizia, l’Agriturismo, l’Outdoor, lo sviluppo e la pulizia dei sentieri, una gestione oculata della attività venatoria, in un territorio che deve tornare ad essere gestito, dove lo sviluppo deve preservare un vero polmone verde e la breve distanza che divide l’altopiano dal mare e la sua rete sentieristica, percorribile sia praticando trekking o nordic walking, sia in sella ad una MTB e\o Gravity Bike.

Inoltre vanno migliorate le sue vie d’accesso sia dal lato di Finale che dal lato monte che da Noli, conservandone la tipologia tipica, l’opposizione della Lega Finalese e Regionale, è una drastica ulteriore frenata sul miglioramento e lo sviluppo che negli ultimi 30 anni non c’è stato, perché aver paura di una parola come Parco… Il Parco è un pericolo (forse) nel momento che diventa spartizione di poltrone, immobilismo, ma noi crediamo che Parco possa essere sviluppo, opportunità, gestione, conservazione, tutte terminologie che oggi sull’altipiano mancano, e il PSI del Finalese dice basta a queste logiche di potere politico, vogliamo gestire il nostro territorio e farlo crescere, e farlo ritornare ai lustri di un tempo.

Dichiararsi contrari al Parco del Finalese significa dichiararsi contrari alla gestione e allo sviluppo del nostro territorio”.

IL SI DEL CAI SEZIONI NORD OVEST E FEDERPARCHI

Le sezioni liguri, piemontesi e della Valle d’Aosta del Club Alpino Italiano, che contano migliaia di iscritti, insieme alla Federparchi (di cui il Cai è socio) hanno esaminato e discusso il disegno di legge regionale ligure 210 che intende modificare la legge 12 del 1995 sulle aree protette e la legge 28 del 2009 in materia di tutela e valorizzazione della biodiversità.

“Nei documenti allegati, approvati ufficialmente, le due associazioni chiedono puntuali modifiche al testo non condividendo la riduzione della superficie delle aree protette, il frazionamento delle gestioni territoriali e la mancata istituzione dell’area protetta del Finalese. Rimarcano inoltre la carenza di guardie ecologiche e la trasformazione delle “Aree Contigue” in zona di libera caccia, prima riservata ai soli residenti. Cai e Federparchi ricordano che le aree protette rappresentano un grande valore ambientale, culturale e territoriale da portare a sistema evitando l’attuale parcellizzazione e reclamano omogeneità gestionale e programmatoria anche a livello interregionale”. 

“Nei documenti si denuncia che ad oggi i Parchi non sono dotati di personale proprio di vigilanza e si chiede l’istituzione di appositi corsi e concorsi. Per quanto riguarda la mancata creazione dell’area protetta del Finalese ricordano che essa rivestirebbe grande importanza ambientale e turistica incidendo in maniera modesta sul bilancio regionale. Cai e Federparchi rimarcano che le Aree Contigue rappresentano fondamentali anelli di collegamento fra porzioni separate delle aree protette. Proprio in virtù della loro importanza per la gestione dei sentieri, delle infrastrutture e della tutela faunistica, in passato vi sono state investite risorse pubbliche importanti per creare e potenziare l’attività turistica che ora potrebbero andare disperse”. 

Critiche suscita anche l’abolizione “tout court” del cosiddetto “paesaggio protetto” (una tutela istituita a suo tempo dalla Giunta di centrodestra Biasotti) che poteva essere trasformato in area contigua. Forti preoccupazioni vengono espresse per il fatto che in più casi i confini delle aree protette invece di avere localizzazioni precise come rivi, crinali, sentieri ecc. vengono ulteriormente ridotti e resi scarsamente riconoscibili con la “insidiosa e immotivata” presenza di alcuni corridoi privi di tutela lungo i confini regionali delle aree parco di fatto utili solo a scopi venatori. Secondo Cai e Federparchi, questo nuocerebbe alla possibilità di collegamenti, alla gestione faunistica e alla manutenzione dei sentieri di cui spesso i volontari Cai si occupano”

Le posizioni espresse sono coerenti con gli orientamenti della commissione Tam (tutela ambiente montano) del Cai che da sempre difende il territorio dei parchi e le norme che ne salvaguardano le peculiarità intrinseche: estensione, flora, biodiversità, frequentazione, sviluppo dei prodotti tipici”.

 

SMETTETELA DI GIOCARE CON IL NOSTRO FUTURO !

Siamo studenti, universitari, siamo figli, genitori, nonni, siamo cittadini e siamo persone: siamo tutti ugualmente preoccupati per i cambiamenti climatici causati dall’attività umana. La nostra stessa presenza sul pianeta sta diventando insostenibile, con perdita di biodiversità, distruzione degli ecosistemi, alterazioni permanenti del clima. L’umanità stessa si trova di fronte ad un baratro, un punto di non ritorno. Tutto questo è inaccettabile e deve cambiare. Sono anni che se ne parla, si firmano trattati, si stringono mani, si sorride alle telecamere e intanto ci si rimpingua i portafogli. Ma qualcosa sta cambiando.

Greta Thunberg, ragazza svedese di 16 anni, ha deciso di scioperare dalla scuola ogni venerdì. Da agosto 2018, manifesta davanti al Parlamento svedese per chiedere al suo governo un impegno CONCRETO per contrastare l’emergenza climatica e rispettare la soglia limite di 1,5 gradi. Oltre tale soglia, infatti, l’IPCC ha calcolato che scatterebbero meccanismi pericolosi e NON REVERSIBILI di innalzamento delle temperature, come lo scioglimento del permafrost. Ma non è l’unica. Negli ultimi 3 anni in tutto il globo sono nati movimenti giovanili di protesta, perché è a noi giovani che state rubando il futuro. E così abbiamo deciso di protestare, anche noi, ogni venerdì, davanti alle sedi delle istituzioni locali e nazionali.

Già, dobbiamo contribuire tutti. Questo è un movimento pacifico e aperto. Siamo persone ispirate dall’attivismo di Greta Thunberg, di una semplicità ed efficacia quasi inimmaginabile, che ha detto: “Abbiamo bisogno della speranza, certamente. Ma più ancora della speranza, ci serve l’azione. Quando inizieremo ad agire, troveremo ovunque motivi per sperare. Quindi, invece di affidarci alla speranza, dedichiamoci all’azione”.

Chiediamo al Governo italiano e alle istituzioni dell’Unione Europea:

  • Attuate oggi stesso la transizione dal modello fossile a quello delle energie pulite e rinnovabili, per evitare all’Italia, all’Europa e al mondo intero gli effetti degli sconvolgimenti climatici: catastrofi naturali, gravi carestie e i conseguenti fenomeni migratori fuori scala. Chiediamo di abbattere del 50% le emissioni di gas serra rispetto all’epoca preindustriale entro il 2030, per raggiungere ZERO emissioni nel 2050.

Chiediamo a te che stai leggendo questa petizione:

  • Il 15 marzo invece di andare a scuola, o al lavoro, invece di passare la tua giornata come faresti di solito, scendi in piazza e protesta con tutti noi davanti alla sede del Parlamento o quella del tuo Comune. La potenza di questo movimento sta anche nella nostra creatività: scrivete il vostro cartello personale, perché ogni cartello è un atto di sensibilizzazione e insieme creiamo un mosaico globale di messaggi a favore del clima. Troverai maggiori informazioni su Facebook di FridaysForFuture Italy e fridaysforfuture.it/eventi.

Siamo qui per farvi sapere che il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no. Il vero potere appartiene alle persone e intendiamo esercitarlo.

Aran C., Bruno F., David W., Marianna B., Marianna P., Marianna T., Mattia L.F.

DAL PERIODICO DEL CONSIGLIO REGIONALE 2007- 2008


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