Riceviamo e pubblichiamo dall’ing. Stefano Sibilla. Gentile trucioli.it. Il “Global Climate Strike For Future” del 15 marzo ci ricorda l’obiettivo europeo di spostamento dalla gomma alla rotaia del traffico merci a lunga percorrenza: 30% al 2030, 50% nel 2050. Poiché a Ventimiglia e nel Ponente siamo poco sopra lo 0%, ed un parametro determinante per l’attrattività delle linee ferroviarie, vocato alle merci pesanti, è la quota di valico, allarghiamo lo sguardo sulle Alpi Occidentali: (Leggi anche la lettera del WWF Savona con un’analisi delle conseguenze pratiche del trasferimento a monte dei binari da Andora – San Lorenzo).
al Frejus la linea storica valica 1295 m slm, all’interno di un tunnel lungo 13,6 km;
la nuova TAV salirebbe a circa 730 m slm, all’interno di un tunnel lungo circa 57 km;
la magnifica Cuneo-Nizza(Ventimiglia) valica sotto il Tenda a 1040 m slm (300m più in basso del tunnel stradale) all’interno di una galleria lunga oltre 8 km (già larga, per 2 binari: il suo utilizzo in modalità mista ferroviaria – stradale farebbe risparmiare 300+300 m di dislivello a tutti i veicoli); anche se si è già realizzato il raddoppio ferroviario ad Imperia, ricordiamo che una linea da qui diretta in Val Tanaro valicherebbe poco sopra i 721 m slm della stazione di Ormea (circa come la TAV); è ancor più doveroso e di attualità evidenziare che un valico dalla nuova stazione di Bastia d’Albenga avrebbe le gallerie tutte ad un solo spiovente (condizione più favorevole per la sicurezza rispetto a tutti i valichi sopradetti) e raggiungerebbe l’ampio piazzale della stazione di Garessio alla quota massima di soli 584 m slm: 150 m più in basso della TAV !
Staccare dal raddoppio ligure di Ponente una linea per il traffico verso la pianura padana eviterebbe a molti treni merci il giro fino a Savona o Genova, lasciando ai porti liguri la piena disponibilità dei valichi ferroviari di S.Giuseppe di Cairo, Turchino e Giovi.
L’opzione di collegamento del Raddoppio Ligure di Ponente con la ferrovia dell’Alta Val Tanaro merita quindi di essere considerata seriamente; persa tale chance ad Imperia, è nella Piana di Albenga l’ultima opzione di collegamento verso la Pianura Padana: attraverso le Alpi Liguri rientrerebbero prima i miliardi già investiti da Ventimiglia ad Andora, realizzando la tratta Bastia d’Albenga – Garessio insieme all’ Andora – Bastia d’Albenga (scalo merci ortofrutticolo), mentre si rivedono o si confermano i lotti sino a Finalmarina.
Finché si ignora l’opzione di valico ingauno non si può suddividere il completamento Andora – Finalmarina in lotti funzionali, ma solo costruttivi, a detrimento del valore attualizzato netto dell’intero raddoppio.
L’inattività di scali merci tra Ventimiglia e Savona, i disagi dei pendolari e la disaffezione dei passeggeri alle nuove stazioni malamente collegate al litorale dimostrano la necessità di non considerare il Raddoppio ferroviario di Ponente come un semplice “spostamento” buono per cannibalizzare l’originario sedime, ma come un’irripetibile opportunità di integrare vari modi di trasporto (comodi bus verso l’entroterra, bicicletta e tram costieri, ferrovia internazionale capace e veloce), ammodernare il Ponente, raffinare l’offerta turistica e ottenere il finanziamento di le opere pubbliche attese da tempo in cambio di una maggiore efficacia della rete ferroviaria del Nord-Ovest.
S.Sibilla (pres. Comitato Treno Alpi Liguri)
LETTERA DEL WWF PUBBLICATA DEI GIORNI DA UOMINI LIBERI EDITO A SAVONA
L’analisi del movimento impegnato nella tutela dell’ambiente: “Si guardino le conseguenze avute in provincia di Imperia. Sì invece al raddoppio del tracciato in sede”
Il WWF di Savona entra nel merito dei progetti per lo spostamento ferroviario: “Nonostante i disastri già fatti con lo spostamento a monte della ferrovia a Ponente, ancora c’è chi spinge per fare le stesse scelte tra Finale ed Andora?
Si faccia invece il raddoppio in sede, cominciando dalla tratta Finale-Loano. C’è da stupirsi che ancora oggi settori dell’economia e della politica continuino a spingere per un progetto (chiamato impropriamente di “raddoppio” tra Finale ed Andora, quando invece è uno spostamento a monte se non un’eliminazione di fatto della ferrovia per la riviera di Ponente) nonostante le conseguenze negative che esso porterà per la mobilità sostenibile e l’enorme impatto ambientale, andando a stravolgere SIC ed aree ambientalmente sensibili.
Per il WWF andrebbe fatta una profonda riflessione sulle scelte fatte fino ad ora. Il raddoppio già attivo dal 2001, se ha comportato una riduzione (modesta) dei tempi di percorrenza, ha però portato conseguenze molto negative sul territorio e per l’utenza, decentrando la stazione a San Remo (i cui binari sono a svariati minuti a piedi dall’entrata della stazione!) e Taggia, ed escludendo dal servizio importanti località rivierasche come San Lorenzo e Ospedaletti.
Ma l’apertura della nuova tratta Andora-San Lorenzo, con le stazioni dimezzate e collocate “nel nulla” si è tramutata una catastrofe persino peggiore, che i pendolari, studenti e lavoratori hanno potuto ampiamente sperimentare e i media documentare più di una volta.
In quanto a centri come Cervo e Diano Marina, dal dicembre 2016 non sono più raggiungibili se non con il mezzo privato o con un inefficiente servizio pubblico su gomma.
Paradossale perciò che a sostegno dello spostamento a monte anche nella tratta Finale-Andora si parli dei benefici per il turismo! Di quale turismo parliamo quando Laigueglia, Ceriale, Loano e Borgio vedranno scomparire la ferrovia, ed Albenga vedrà la stazione a 5 km di distanza dal centro ? Qualcuno si è chiesto se lo spostamento a monte già effettuato non abbia invece avuto conseguenze gravi proprio per l’accessibilità turistica e non sia una concausa della crisi, quando invece nella Riviera di Levante dove la ferrovia raggiunge tutte le località e permette una raggiungibilità in modo ambientalmente sostenibile non ci risulta esserci crisi?
Avere una pista ciclabile al posto di una ferrovia non significa necessariamente fare una scelta verso una mobilità ambientalmente sostenibile, se poi per raggiungere la pista ciclabile si deve usare il mezzo privato! Chi spinge per questo “raddoppio” tra Finale ed Andora e parla di (solo) 1,5 miliardi di costo per la tratta, dimentica che tali stime sono risalenti a diversi anni fa, e non sono mai state seriamente attualizzate. Con una lunghezza di 32 km di cui 25 in galleria, una stima più attendibile è che tale opera costi sopra i 2,5 miliardi, se non arriverà a sfiorare i 3 miliardi di euro di costo complessivo.
Si finanzi invece il raddoppio in sede tra Finale e Andora senza l’abbandono degli 11 km già a doppio binario tra Loano e Albenga, realizzando al posto di un negativo allontanamento a monte un più sensato raddoppio in sede, con minor dispendio di denaro pubblico, tempi di realizzazione più ragionevoli e mantenimento del servizio, partendo innanzitutto dal raddoppio della tratta Finale – Loano, che da solo risolverebbe già una delle più grosse criticità della linea, utilizzando quei 225 milioni di euro (che a quanto riporterebbero i media sarebbero stati accantonati nel 2016) che coprirebbero da soli circa 2 terzi del costo del raddoppio in sede tra Finale e Loano.
La scelta del raddoppio in sede tra Finale e Andora porterebbe in tempi relativamente brevi – e con investimenti contenuti – ad una definitiva velocizzazione della Genova-Ventimiglia senza penalizzare ambiente, utenti e territorio come già avvenuto nel passato anche recente”.