Altri tempi si dirà. No, semmai i giovani di Savona sapevano impegnarsi in un progetto politico. Non sonnecchiavano in quel populismo che oggi trova uniti, al governo ed al potere del paese, i paladini della contestazione. Allora, anni ’70, il popolo giovanile, quello più impegnato, si batteva per rompere “le vecchie logiche della politica, per una concezione federalista verso forme di aggregazione stabili con altri soggetti sociali della provincia e non solo….con esperienze simili alla nostra di Genova e di Imperia”.
Rileggere oggi quella copia impone una riflessione sui movimenti del terzo secolo. La sorte della sinistra. Sbagliavano loro a perseguire l’utopia, o sono stati, pur nella loro fede ed ideologia, dei precursori rimasti chiusi nelle gabbie del diffuso individualismo, che ha perso strada facendo la lotta di classe per abbracciare le opportunità personali del capitalismo. Pur sempre compagni che nella vita hanno dovuto fare i conti con la trasformazione del sistema sociale, politico ed economico. Allora si battevano per un qualsiasi movimento di liberazione. Per chi si batte la maggioranza dei giovani ai nostri giorni ?
Il manifesto era firmato da Roberto Melone, Lia Rispoli, Marco Salvaterra, Guglielmo Dana, Anna Rispoli, Gian Carlo Torchio, Giuliano Zambarino, Antonio Manitto, Gian Carlo Santo, Marcello Zinola.