Turismo, da decenni, il termine più ricorrente nella ‘cronaca bianca’ della pagine savonesi. Finalmente è l’ora della rivolta ? Non sia mai detto ! Operatori turistici, politici e non di professione, sindaci ed assessori, di ieri e di oggi, nessuno ha stoffa e cultura rivoluzionaria. Testimonia una rassegna stampa, per chi ha avuto pazienza e costanza di assemblarla, da volumi enciclopedici. Non è il caso di scomodare la memoria. Non conta nulla essersi sempre ritrovati in triste minoranza, mettendoci la firma, appena si iniziò ad ipotizzare il ritorno alla Tassa di soggiorno. Senza entrare nel merito. Fermiamoci al messaggio sbagliato, nel momento meno opportuno. Non eravamo una moltitudine a documentare come e perché del ‘balzello’ balzano.
La Regione tagliava risorse alla ‘voce turismo’, occorreva tergiversare, trovare alternative, placare gli animi contestatori. Si sono mossi dal centro destra e centro sinistra, on divaghi, i ‘grillini’ di governo e di protesta. Decimati e divisi (ormai senza potere contrattuale) gli albergatori che, ad Alassio, hanno meritato persino la maschera di Arlecchino. Mentre il veterano enfant prodige, direttore di lungo corso dell’Unione albergatori, Carlo Scrivano, cavalca: “Week end da tutto esaurito ma i cantieri e traffico scoraggiano i vacanzieri a tornare in Riviera”.
Il dr. Carlo Scrivano, laurea in Scienze Politiche e di Governo (1991). Responsabile Acquisti Centro di Biotecnologie Avanzate dal 1992 al ’95. Funzionario del Gruppo Consiliare Popolari in Regione Liguria dal 1995 al ’99. Staff del Presidente della Provincia di Savona dal 1999 al 2005 con i presidenti avv. Alessandro Garassini e dr. Marco Bertolotto. Assessore Provinciale dal 2005 al 2008 (presidente Bertolotto) con la delega a Sport, Turismo, Cultura, Caccia e Pesca, Agricoltura, Polizia Provinciale. Responsabile Relazioni Esterne, GSL Gruppo Sanitario Ligure (Albani- Dellepiane) dal – direttore – dirigente dell’Associazione provinciale albergatori aderenti a Confindustria. Tra i suoi impegni nel volontariato, le iniziative nel comprensorio di Loano e provincia, di Comunione e Liberazione: movimento cattolico laico fondato dal sacerdote Luigi Giussani nel 1954 nell’ambiente studentesco milanese come branca dell’Azione Cattolica. Si caratterizza per porre il messaggio della fede cristiana come fondamento di ogni aspetto della vita. Ognuno vi partecipa versando mensilmente una somma stabilita del tutto autonomamente e discrezionalmente (agli inizi della storia del Movimento era definita la “decima”). Per fare economia non bisogna diventare né squali né tori, ma essere uomini che valorizzano la competenza.
I RETROSCENA TASSA DI SOGGIORNO – Tutto ha avuto inizio quando la cabina di regia del potere regionale, con la sua forza mediatica, composta da Toti – Rixi – Berrino (Forza Italia -Arancioni pronti per la prossima sfida, leghisti, Fratelli d’Italia) hanno chiesto a ‘console’ Angelo Vaccarezza che occorreva muovere l’esercito dei fedelissimi per il ripristino dell’ormai dimenticata Tassa sul turista. Il primo a rendersi disponibile il fedele vaccarezziano Luigi Pignocca, primo cittadino di Loano, al suo secondo mandato e salvo errori ed omissioni in predicato per il terzo. L’abile regia, facciamo in breve, ha finito per coinvolgere in un baleno il sindaco Pidiessino di Finale Ligure, l’avv. Ugo Frascarelli, il collega del centro sinistra di Pietra Ligure, Avio Valeriani (per lui è suonato il De profundis politico), ideam per l’avv. Giorgio Cangiano di Albenga, inizialmente Alassio con Enzo Canepa, no senza giri di parole da Laigueglia, Andora, Ceriale, Borgio Verezzi, Bergeggi, Vado Ligure e le Albissole e Celle Ligure, unico Comune non balneare, Toirano.
Andarsi a rileggere gli articoli dei primi due o tre mesi, fase preparativi e ‘promozionale’, tra dichiarazioni e prese di posizione, diciamo che è divertente. Qualche esempio. A Savona il centro sinistra della illuminata squadra della sinistra aveva lasciato una voragine debitoria di una dozzina di milioncini. Ecco giustificato, nel 2017, il placet tassa di soggiorno sull’esempio, si disse, delle maggiori città e località turistiche d’Italia. In sei mesi incassati 170 mila Euro per la gioia degli operatori turistici del capoluogo. E che dire di ciò che resta del tessuto alberghiero tradizionale, gli ultimi eroi e sudano quattro camice pure i più fortunati: non hanno affitti da pagare, sono sulla breccia da tanti anni, hanno cercato di investire nelle strutture per non soccombere anche su questo fronte alla concorrenza. Pare che siano tra quelli, pochi ma buoni si direbbe, che non si sono fatti abbagliare dai dati sbalorditivi del 2017 quando anche uno sprovveduto, ad ascoltare la Tv, leggere i media, poteva rendersi conto che l’Italia e la Liguria, le due Riviere, tornavano al boom degli anni d’oro, anzi di più in alcune realtà, perchè eravamo circondanti dall’azione dissuasoria degli attentati terroristici, matrice islamica, con l’Italia immune da sempre. Insomma cavalcare la tassa nel momento propizio.
E’ vero che ci sono stati contrasti, anche duri, tra i rappresentanti degli albergatori, la messa in stato di accusa del presidente provinciale Federalberghi, aderente a Concommercio Andrea Valle, uomo di Forza Italia, già segretario provinciale. Il suo ‘sì’ ha sfasciato il direttivo che pure l’aveva eletto all’unanimità nell’ottobre 2015 ed era composto da Valentina Mantellassi di Alassio, Alberto Zanolla di Pietra Ligure, Michela Rosselli di Varigotti, Paolo Efero di Finale Ligure, Laura G. Pagliari di Spotorno, Tommaso Tortarolo di Celle Ligure, Andrea Bruzzone e Antonio Amura di Varazze. Tra i più tenaci sostenitori del ‘no’, forti anche del ‘voltafaccia’ rispetto agli impegni, il navigato quanto ad esperienza e conoscenza Alberto Zanolla (marito di Mally Mamberto) e Bruzzone un personaggio al quale non manca il coraggio e la coerenza, forse persino eccessiva quando scelte di abbandonare l’Unione albergatori aderente a Confindustria e che rappresentano oltre 80 per cento della categoria. Zanolla fu irremovibile come pochi altri, tra essi spiccava Attilio Podestà, titolare del Punta Est, 4 stelle di Finale Ligure. Ma il coro di chi taceva, non prendeva una posizione scomoda antipotere dominante, lasciava intendere che magari non conveniva mettersi di traverso. I vertici aveva inizialmente resistito, mancherebbe altro, poi è prevalso il tallone d’Achille.
Da mesi, essendo davvero piccoli, rinviamo una serie di servizi sullo stato di salute del patrimonio alberghiero del savonese. Senza ergersi a ‘maghi’, sapientoni, depositari di virtù imprenditoriali, esperti del settore. Anzi, dobbiamo solo imparare, ascoltare, leggere. Ecco il nostro reportage – revival in gran parte affidato proprio alla lettura dei media cartacei e web. Annunci, dichiarazioni, diagnosi, terapie, impegni, finanziamenti per tutte le stagioni. Una spaccato crediamo abbastanza fedele, non fa certamente testo quell’articolo del Secolo XIX che ad incoraggiamento riportava in nazionale: ” Nel 2018 la tassa la discussa tassa sarà adottata per i mesi di luglio e agosto da una netta maggioranza dei comuni savonesi e 2019 ampliata 8 mesi. Si sono già detti favorevoli le amministrazioni di Alassio, Albenga, Borghetto, Loano, Pietra, Toirano, Finale, Noli, Spotorno, Varazze, Cogoleto e Arenzano….”. Il 13 nel titolo calzava a pennello, visto inglobamento di Cogoleto e Arenzano, che però sono genovesi.
Oggi è la volta della severa ed attualissima censura di una della maggiori esperte dell’industria turistica savonese, ligure e italiana, alla luce della sua attività, della cariche ricoperte, dell’esperienza sul campo in Italia e in Europa. Una touroperator, anche criticata, per via di rapporti con quell’industria delle vacanze a prezzi popolari, proposte di lavoro a prezzi da supersconti, prendere o lasciare. Con chi ha la forza del ‘no grazie’ e chi si fa due conti. Mally Mamberto pur sempre un’imprenditrice che ogni politico al comando, dalla Regione ai Comuni, dovrebbe consultare, confrontarsi, far tesoro del suo bagaglio e conoscenza del settore.
C’è l’intervento di Gianluigi Taboga, terza età raggiunta nei panni di attento osservatore e promotore di iniziative di interesse sociale ed economico. Un binomio che dovrebbe procedere di pari passo come documentano le democrazie più evoluto e con minori disuguaglianze. Taboga che è tra quelli che ha letto le decine di annunci sull’apertura di nuovi cinque stelle e quattro stelle. Ha letto che ora veniva lanciato un investimento russo, con l’arrivo di turisti russi, ora cinesi, danesi (titolo del Secolo XIX: Gruppo danese ad Albenga per realizzare un hotel a 4 stelle nell’ex ospedale in pieno centro storico, in stato di abbandono o degrado), insomma difficile trovare una località dove non si è letto di un ‘miracolo turistico’ tra insediamenti ed arrivi di turisti da cosa fatta.
Infine l’articolo di Sergio del Santo, il figlio da 25 anni impiagato part time all’Unione provinciale albergatori, tra i giornalisti savonesi che per i ruoli ricoperti, la propensione ad approfondire e conoscere, ne fa un analista economico d’eccellenza di questa terra. Ha collaborato, con l’arrivo della pensione, con l’intramontabile presidente Luciano Pasquale alla Camera di Commercio, all’Unione Industriali, all’ente Porto. Insomma non è di noi, semmai di chi sa molto più di noi della materia di cui scrive e non sono casuali gli estimatori di ogni colore. Come non è comune la modestia e allergico all’esibizionismo, all’apparire, impossibile trovare una foto recente di un paio di decenni. Non per timore quando nell’agosto 1988 in una ‘fondo’ scriveva: “Il Secolo XIX lancia un segnale di ottimismo nel turismo, nell’agricoltura, nella nuova industrializzazione della Valbormida, ad iniziare dalle aree di San Giuseppe di Cairo”. (L.Cor.)
LE SIRENE DELL’ENNESIMO ALLARME DAL SECOLO XIX