Da presidente di categoria per nulla esibizionista, Gerolamo Calleri ha subito capito, ben consigliato, che la comunicazione, soprattutto social e web, diffusa abbastanza capillarmente, ha un ruolo importante. L’80 per cento degli elettori non segue a fondo la cosa pubblica. Consigli comunali semideserti (tra il pubblico), cronaca ed informazione delle sedute molto risicata, a meno che non ci sia lo scoop. Al massimo infarinatura di determine dirigenziali, e delibere di giunta e di consiglio, bilancio nelle voci di spesa ed introiti, percentuali, produttività degli uffici, investimenti in conto capitale, pianificazione a medio e lungo termine, sorte del Puc e delle aree produttive, rapporto residenti dipendenti. Contano i programmi, le promesse, i libri dei sogni ? O pesa la statura, ovvero caratura dei candidati. Calleri volto nuovo almeno nell’agone politico. Tomatis esperienza di governo e di politica comprensoriale e provinciale. La ‘corsa’, il finale, sarà tutto loro.
Se le nostre informazioni sono attendibili, la cabina di regia regionale (Toti- Rixi) che si affida ai sondaggi, ha dato buone probabilità che Gerolamo Calleri la spunti. Pare di capire che temevano il bis di Giorgio Cangiano. La persona, non è un mistero, conta parecchio, soprattutto quando trovi un personaggio alla Cangiano che ha saputo essere presente e vicino alla sua città, alla gente, senza distinzione sociale, ovunque era possibile, più moderato che alfiere. Diciamo che quanto a presenze (avvenimenti grandi e piccoli, costume da bagno incluso, abiti da cameriere e servizio ai tavoli….) ha saputo battere un primatista di nome di Angelo Vaccarezza che ha fatto del ‘ci sono anch’io e non manco mai’ la sua prima priorità della militanza politica. E si era persino proposto da sindaco di Albenga, “essendo io nato ad Albenga’. Angelo un professionista della politica (quelli tanto invisi a Silvio Berlusconi). Cangiano bravo e stimato professionista del foro, mai altezzoso ed arrogante, imprestato alla politica e forse l’unico che poteva vincere la scorsa tornata delle comunali.
La discesa in campo di Calleri, contitolare di azienda della floricoltura, studiata in loco e a tavolino, potrebbe riservare sorprese. Se fosse stato scelto un forzista, la partita era persa. Aver puntato su un candidato né troppo leghista, né troppo forzista, pare sia il giusto grimaldello per puntare alla vittoria. Anche se resta l’interrogativo del M5S. Non presentandosi è indiscutibilmente un valore aggiunto all’incoronazione di Tomatis. Anzi. E solo un centro destra unito lascerebbe aperta ancora la sfida. Ma l’avv. Vannucci ed amici non sembrano inclini a compromessi al ribasso. Ci sarà una ricucitura in corner ? Chi non vuole correre in partenza dai banchi della futura minoranza è avvertito. Illusionisti a parte.
Alle politiche di marzo 2018 i grillini erano il primo partito con 3851 voti (29,3%). La Lega il secondo: 3465 (26,4). Forza Italia Berlusconi 2.095 (15,9). Il centro destra raggiungeva il 46,9. Il centro sinistra il 18,2 %, con il Pd a 1998 voti (15,2%). Su queste basi si direbbe che la gara può considerarsi chiusa. Anche unendo il popolo di Grillo con la sinistra si arriva al 44 %. Si aggiunga che il fattore Calleri, come avrebbero confermato i sondaggi, ha ulteriormente rafforzato l’asticella. Quale peso potrà avere la squadra ? Anche in questo caso un buon quoziente viene assegnato al rinnovamento, alla presenza di giovani e di quote rosa. Tomatis ha già fatto i primi nomi e cognomi sulla scia del ‘vinciamo’. La sortita del sostegno di Ennio Fazio, coldirettiano come Calleri, non sembra entusiasmare più di tanto. Addirittura con effetto opposto. Più caute finora le mosse della ‘regia Calleri’ e C. C’è tuttavia chi vede il rischio di qualche autogol nelle candidature. Almeno un paio di nomi che circolano rappresenterebbero una clamorosa stonatura. Anche per conflitti di interesse.
Da umili ed ormai cronisti della terza età, anche nella storia politico – amministrativa, sociale, economica ed agricola di questa città, lascia perplessi il metodo mediatico che cavalca il ‘presunto’ arrivo di Jovanotti ad Albenga. L’euforia di massa si direbbe per uno spettacolo musicale. Dando già tutto per scontato con successo su tutti i fronti, neppure un interrogativo. Si parla e si scrive solo di problematiche per viabilità e parcheggi, persino di un tutto esaurito costringendo centinaia di persone a restare fuori dai cancelli. Ha scritto Ivg.it il 7 dicembre 2018 che “Si potrà giocare a beach volley, fare il bagno, mangiare, bere, ballare e ci si potrà anche far sposare dal celebre cantante!” E a cavallo di Natale, sui media locali, la notizia che sono riservati mille biglietti in più per i residenti con l’obbligo della carta di identità. E l’obbligo di andare alla Riviera Agency di via Triste e ciascuno potrà acquistare un massimo di 6 biglietti.” Ancora da Ivg.it: Biglietto unico, 59,80 €. A cui aggiungere 3,65 € di commissioni di servizio, per un totale di 63,45 euro. La cifra che i fan di Lorenzo Cherubini dovranno sborsare per partecipare al Jova Beach Party di Albenga, in programma sabato 27 luglio 2019. A cui andranno aggiunti altri 10 € qualora alla stampa “fai da te” si preferisca un biglietto “fisico” (magari per ricordo), ma si sia impossibilitati a recarsi in un luogo di ritiro e si ricorra, quindi, alla spedizione.” Che dire, il benessere scorre a fiumi, tanti ricchi e benestanti, anche se la media della dichiarazione dei redditi dei contribuenti è di chi tira la cinghia per fine mese. Ma nessuno, fino ad oggi, ripetiamo nessuno si è posto un interrogativo: e se il concerto saltasse e se ci fossero sorprese in conseguenza della sicurezza. E se quel litorale non fosse ritenuto idoneo ? E se la commissione prefettizia che deve ancora pronunciarsi, dettare le regole, verificare, dai sopralluoghi trovasse seri e insuperabili problemi ? Insomma tutti cantano vittoria, organizzatori, acquirenti, amministrazione comunale. Le elezioni non sono lontane e anche Jovanotti può dare una mano e se poi ‘finisse male’, concerto annullato, siamo ormai ai vincitori e vinti. Buon fortuna a tutti, non vogliamo essere uccelli del male augurio, le cassandre, ma ci assillano gli interrogativi (concerto annullato) e il Calleri in corsa da sindaco potrebbe farsene interprete, senza demagogia.
Albenga, 7 feb – “Finalmente diventa legge l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti. Una storica battaglia di Coldiretti e di tutte le associazioni di categoria finalmente è realtà, a tutela dei consumatori e per valorizzare tutto il comparto del Made in Italy. Un provvedimento di buonsenso, all’insegna della trasparenza. Grazie al Governo e a tutte le forze politiche che in Parlamento hanno permesso di ottenere questo importante passo in avanti, che va a beneficio dei cittadini e dei produttori, anche del nostro territorio, che non dovranno più confrontarsi con falsi, testi ingannevoli e concorrenza sleale”.
Lo dichiara Gerolamo Calleri, candidato sindaco ad Albenga (SV), commentando l’approvazione del decreto Semplificazioni in via definitiva da parte della Camera dei Deputati.
IL CANDIDATO SINDACO DELLA LISTA CIVICA DEL CENTRO SINISTRA CON IL SOSTEGNO DICHIARATO DEL ‘SINDACO ONORARIO’ DI CERIALE ENNIO FAZIO CHE HA CONTRIBUITO, CON LE SUE CARICHE NELLA COLDIRETTI, IN CAMERA DI COMMERCIO, AL RILANCIO E VALORIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE AGRICOLA DELLA PIANA E AL BENESSERE DELLA CATEGORIA, NON DISEGNA ALTRE COMPAGNIE, PUR SEMPRE DILIGENTEMENTE PRESENTE AD OGNI MOMENTO DI AGGREGAZIONE PUBBLICA, INTESA COME SVILUPPO SOCIO ECONOMICO. NON SI TRATTA DUNQUE DI UN PRESENZIALISTA, NE’ UNO DEI TANTI SIGNORI DELLE PASSERELLE MEDIATICHE. E’ UN RIGOROSO IMPEGNO DI ASCOLTO DALLA BASE ALLE ASSOCIAZIONI, COMPRESE QUELLE ELITARIE.
Quando c’è da inaugurare e festeggiare per un’opera pubblica meglio non mancare. Anzi capita che ci si ritrovi con più fasce tricolore. Per il nuovissimo manto del campo sportivo Riva di Albenga si sono ritrovati al taglio del nastyro il sindaco Cangiano, il suo vice candidato sindaco Tomatis, il vice presidente del consiglio regionale del Pd, De Vincenzi, candidato sindaco, per la terza volta, a Pietra Ligure ed il deputato e collega di studio avv. Franco Vazio. Poche sere fa il combattente Marco Travaglio ripeteva, con piglio polemico, che in Italia vediamo politici sempre con le stesse facce. Ad Albenga, Cangiano dopo un solo mandato, giudicato positivo dai più, si è fatto di lato. Potrebbe correre alle prossime regionali e per il ponente non sarebbe un male. Chi invece ha deciso di sacrificarsi per la terza volta da primo cittadino di Pietra Ligure è il geo. De Vincenzi che con l’impegno in politica ha lasciato il ruolo di capo ufficio tecnico del Comune di Borghetto Santo Spirito. Ma questa volta vincere a Pietra, se il centro destra corre unito, sarà un’impresa titanica.