E’ stata una conferenza particolarmente intensa e partecipata (oltre 110 persone nella Sala Rossa del Comune di Savona) quella dal titolo “Il decreto sicurezza del governo della paura” organizzata dal Centro di documentazione “Logos”. Il provvedimento licenziato dal Parlamento all’inizio di dicembre ha infatti stravolto il sistema dell’accoglienza dando vita a una serie di rilievi giuridici e di impasse culturali a cui il composito mondo dell’immigrazione non poteva rimanere indifferente.
Le novità del decreto hanno, innanzitutto, suscitato numerose perplessità di ordine costituzionale: il decreto, infatti, stabilisce una differenza sostanziale tra i cittadini italiani per nascita (cui la cittadinanza non può essere revocata) e i naturalizzati, che potranno invece vedersi revocato lo status di cittadino in caso di condanna o fondato sospetto di terrorismo o atti assimilati. C’è chi vede in questo una violazione dell’art.3 della Costituzione.
Ma le norme del decreto dicono molto di più, a partire dall’abolizione della “protezione umanitaria”, che era prevista dal Testo Unico sull’Immigrazione. Salvo poche eccezioni tale protezione (presente nella gran parte dei paesi europei viene ora ad essere vanificata: in sostanza (e con poche eccezioni) ogni extracomunitario, indipendentemente dai motivi del suo ingresso in Italia, potrebbe essere ora considerato un clandestino (con il conseguente rifiuto di aprire i porti italiani alle navi degli stessi naufraghi nel Canale di Sicilia). Di più: la protezione umanitaria era finora riconosciuta anche ai cittadini stranieri che non è possibile espellere perché andrebbero incontro a persecuzione nel loro paese. Questo permesso di soggiorno non potrà ora più essere concesso, e sarà applicabile solo in “casi speciali” (così si esprime il decreto ) molto limitati. Anche in questo caso la norma sembra collidere con l’art.10 della Costituzione che assicura il diritto d’asilo allo straniero a cui nel suo paese sia impedito l’effettivo esercizio delle libertà democratiche previste dalla nostra Costituzione.
E ancora: la chiusura degli SPRAR a gestione comunale e il concentramento dei richiedenti asilo nei Centri di permanenza per il rimpatrio, dove un profugo potrà essere trattenuto fino a 210 giorni solo per verificare e determinare la sua identità, senza che abbia commesso alcun reato (e queste misure si applicano ora anche ai minori che fanno parte di un nucleo familiare.
In una parola, il decreto “sicurezza” fa a pezzi le norme contenute nel Testo Unico e su cui, faticosamente, si fondava il sistema di accoglienza italiano. Di questo hanno discusso gli ospiti della serata, non senza aver prima ascoltato la storia di Mosuk, un giovane profugo africano che è arrivato a Savona affrontando i fucili dei predoni del deserto e la riduzione in schiavitù in Libia per trovare un imbarco su un barcone della morte in quella fossa comune che è ormai il Mediterraneo.
I relatori (l’avvocato Sergio Acquilino, il presidente dell’ANCI Savona Franco Zunino, la vicepresidente ANPI Irma De Matteis, il Consigliere della Caritas don Adolfo Macchioli e l’esponente di “Medici Senza Frontiere” Nicola Pisani) hanno declinato con sensibilità e punti di partenza diversi lo stesso concetto: l’opposizione al decreto, che di fatto rappresenta una declinazione della cosiddetta “teoria della ciotola piena”, ovvero l’avversione di una popolazione anziana e gelosa del proprio piccolo benessere nei confronti di una nuova forza-lavoro internazionale che è già e ancor più sarà nel futuro un elemento decisivo per l’industria, il sistema pensionistico, la società italiana.
Sullo sfondo (e l’intervento finale “fuori dal pentagramma” di Sergio Cirio l’ha bene evidenziato) vi è un capitalismo rapace, che ha bisogno di una manodopera a basso costo, spaventata e disorganizzata, verso la quale indirizzare ad arte una politica xenofoba al solo scopo di comprimere i salari e non permettere “colpi di testa”. Proprio com’è accaduto a Aigues Mortes, nella mattanza del 17 agosto 1893 in cui dieci operai stagionali brutti, sporchi e sgraziati (ne ha parlato Irma De Matteis) vennero trucidati a bastonate dai compagni di lavoro francesi: solo che, quella volta, gli emigrati eravamo noi italiani.
Massimo Maccò
IL CALENDARIO DELLA SERATA . Giovedì 24 gennaio 2019 alle ore 17,00 presso la Sala Rossa del Comune di Savona (g.c.) in Piazza Sisto IV, il Centro di documentazione “Logos”, in collaborazione con A.N.P.I. Associazione Nazionale Partigiani D’Italia Comitato Provinciale Savona, Caritas diocesana Savona Noli, “Medici Senza Frontiere”, “ComunitàServizi” e Comitato ARCI Savona organizza una conferenza pubblica dal titolo:
IL DECRETO SICUREZZA DEL GOVERNO DELLA PAURA
Presenta Fabio Gallesio Centro di documentazione “Logos”
Intervengono: Sergio Acquilino Avvocato del lavoro
Franco Zunino Presidente ARCI Savona
Irma de Matteis Vice presidente ANPI Savona
don Adolfo Macchioli Consigliere Caritas
Nicola Pisani “Medici Senza Frontiere”
A nome del Centro di documentazione “Logos” e mio personale ho il piacere di invitare all’iniziativa.
Per il Centro di documentazione “Logos”
Massimo Macciò