Non da oggi ‘mister anonimo’, politologo dell’albenganese e dell’alassino, scrive con successo di lettori articoli sui Uomini Liberi, ‘anziano blog’ edito a Savona dal casellante di Autostrade per l’Italia Antonio Signorile. Da un paio di settimane indirizza i suoi scritti, raramente a rischio querele o peggio di insidiosissime e costose cause civili, anche a trucioli.it coordinato dall’unico blogger giornalista professionista che anziché pendere il ‘cappello al chiodo’ e godersi la pensione, da montanaro curare l’orto e i boschi, si dedica a fare informazione. Senza molti seguaci e sempre in minoranza. Ci battono tutti e la libertà ha un prezzo. L’anonimo anche di fronte al ‘segreto professionale’ del giornalista non recede, ha scelto di restare tale. E’ coraggioso, un pusillanime, teme di far conoscere ai lettori le sue credenziali ? Potrebbe sempre ricorre allo pseudonimo di cui è ricca la storia giornalistica italiana e non solo. Invece.
A tarda sera l’anonimo si è rifatto vivo su Uomini Liberi dando per scontato la nomina di un Esposito, Maurizio della comunità partenopea alassina, alla carica di amministratore della Gesco – parcheggi ed impianti sportivi – . Un’altra ingegnosa bufala, dopo quelle della settimana scorsa. Confermiamo che la maggioranza Melgrati, dopo la tegola Pizzimbone che ha ammesso di essersi venduta la pelle dell’orso, non vuole più rischiare altre sorprese. Restano salde, almeno da osservatori di lunga data di vicende alassine, le candidature di un avvocato, un commercialista ed una giovane laureata in giurisprudenza. Dunque Colombi alla presidenza, con Gianpaolo Moreno, commercialista e la neo laureata figlia di un militare.
Poche considerazioni su un altro fronte trattato dal ‘signor anonimo’. Primo, Ciangherotti sarà anche ‘divisivo’, uno che ‘strilla’ ad ogni piè sospinto, grazie alla palestra dei ‘copia e incolla’ di IVG.it che resta pur sempre leader indiscusso, soprattutto nel mondo giovanile che non ha alcun interesse a conoscere la storia più o meno recente, non vuole leggere articoli lunghi o di approfondimento, non ritiene sia indispensabile l’esercizio della ‘memoria storica’ o di come sia andata a finire questa o quella vicenda. Il presente in poche battute, alla Facebook basta e avanza. Non gli interessa sapere se chi scrive è pagato a notizia (di fatto condizionato), non ha tutele legali o sindacali (per quel che conta ancora), e se messo in regola prende le briciole previste dal contratto di lavoro nazionale (giornalisti) se paragonate alle ore di impegno professionale, alle settimane senza riposi e festività. Un settore quello dell’informazione di cui quasi mai si legge o si ascoltano servizi tv. L’editore più ligio ha spesso di fronte giornalisti che di gavetta ne hanno fatta davvero tanta, persino rispetto a categorie più bistrattate. Importante, per tutti coloro che amano il mestiere, è trovare uno sbocco ed arrivare alla pensione.
Eraldo Ciangherotti non è mai stato un professionista della politica, non ha orticelli di interesse venale da curare, ritiene che per far opposizione (ma è stato anche in maggioranza seppure tra tormenti) serva il megafono. Chi meglio di IVG. ?
Abbiamo poi sotto gli occhi il successo dei seguaci della prima ora di Beppe Grillo, c’è un Matteo Salvini che ha sonoramente battuto il già trombettiere di ‘Roma ladrona’, mafia, massoneria e consorteria vaticana e P2′, di nome Umberto Bossi che, come accadeva nei comizi del missino Giorgio Alimirante, era felicissimo quando arrivavano sparuti imbecilli disturbatori. Ciangherotti non appartiene, per chi lo conosce, neppure alla categoria dei ricattabili. Certo che sarebbe utile, in alcune circostanze, saper abbassare i toni. Puntare di più a ciò che sta maggiormente a cuore alla comunità albenganese e alle contraddizioni in cui si dibatte, a non inflazionare le polemiche che alla lunga stancano. Ogni tanto sarebbe utile rivisitare qualche scheletro nell’armadio in tema di Puc, aree edificabili, lentezza della macchina burocratica comunale, le zone grigie in alcuni settori delle professioni.
Ciangherotti non ha avuto neppure remore quando ha capeggiato e gareggiato (con Marco Melgrati) nella difesa ad oltranza di Luciano Massaferro, don Lu, accusato, arrestato, condannato con sentenza passata in giudicato per violenza sessuale ad una minore di Alassio. Don Lu che è stato alla fine scagionato e perdonato dalla ‘giustizia canonica’ della Liguria. Insomma, un medico dentista tenace fino all’ultimo, costi quel che costi. Se era in buona fede, si può non essere d’accordo, ma dare atto della sua tenace ed inflessibile coerenza.
Volete un esempio clamoroso, uno dei tanti taciuti nella Albenga dello sviluppo. La famiglia Morchio, veterana sopravvissuta tra i concessionari d’auto della Riviera, esempio di serietà e lavorar tacendo, da cinque anni ha in ballo l’iter per realizzare una nuova autofficina ed annesso autosalone, sempre in regione Doria, su un’area dove insisteva il distributore di metano e gas. Un terreno rialzato di 5-6 metri rispetto all’asse stradale. Un geometra, progettista quotato, ha redatto il progetto, il Comune
ha dato un primo consenso, quindi alla Provincia, alla Regione. Qui hanno scoperto che il Piano di Bacino della Provincia include il terreno a 6 metri di altezza nella ‘zona esondabile’ del Centa. Direte, una follia ! Si può rimediare in poco tempo come accade in ogni paese civile dell’Europa Unita ? Neanche per sogno. Avanti burocrazia, uffici, competenze, esame del Via. Ma se chiedete ai Morchio vi rispondono: “Stiamo zitti, altrimenti è peggio….“. Eppure non hanno nulla da nascondere se non essere gli unici concessionari di ricambi Peugeot da Ventimiglia a Varazze. E ovviamente, migliaia di clienti che negli anni hanno comprato l’auto, per convenienza e per la fiducia che non è poco.
Quanti sono i Morchio ad Albenga, in provincia di Savona, di Imperia, in Liguria ?
E a proposito di spartizione dei sindaci alle comunali del maggio 2018, esponenti di spicco della Lega già due mesi fa, hanno dichiarato che il patto di ferro Toti – Rixi prevede che Albenga abbia candidato un sindaco leghista e vincente. Ancora da discutere invece nei centri con meno di 10 mila abitanti. Vedi Pietra Ligure.
SONO L’ANONIMO E…. TIFEREI PER PIERA OLIVIERI
DA ALASSIO AD ALBENGA, DAL CENTRO SINISTRA AL CENTRO DESTRA, SCRIVE L’ANONIMO
Albenga. Braccio di ferro nel centrodestra ingauno per la candidatura a Sindaco. Le quotazioni del “candidato in pectore”, Eraldo Ciangherotti, sono, nelle ultime ore, in brusco calo. Il leader provinciale di FI, Angelo Vaccarezza che lo aveva lanciato nei mesi scorsi, ha “congelato” il suo pupillo e adesso sta di nuovo sfogliando la margherita. La candidatura Ciangherotti inconta forti resistenze: non piace, infatti, nè Lega (che vorrebbe un suo esponente e ha sondato nei giorni scorsi PIERA OLIVIERI,ex Responsabile turismo del Comune di Albenga) nè all’area che fa capo all’influente Roberto Scneck che assieme agli ex Assessori forzisti Diego Distilo e Massimiliano Nucera lavora da tempo ad un progetto alternativo. L’ambiziosissimo Ciangherotti, come è noto, è il nome gradito dalla Diocesi, ma gli alleati lo considerano troppo “divisivo” per via anche delle sue crociate anti aborto che gli hanno alienato una parte dell’elettorato femminile. Non hanno inoltre giovato al capogruppo locale degli azzurri alcuni recenti passi falsi come la querelle con la Famiglia Costa con retromarcia per evitare querele per non parlare del bidone di spazzatura spedito in passato provocatoriamente a Napoli che gli viene tuttora rinfacciato dai tanti immigrati partenopei di Albenga) In queste ore per superare l’impasse per la candidatura a Sindaco torna dunque d’attualità il nome del Commercialista SILVANO MONTALDO ma difficilmente l’assessore al bilancio di Savona storicamente molto vicino a Claudio Scajola lascerà il suo incarico per tuffarsi in questa (non facile) avventura.