Per ora non si può parlare di scontro tra magistrati. Nulla di scontato fino a quando non sarà scritto il capitolo finale. Certamente la notizia che uno dei magistrati più conosciuti in provincia di Savona, Alberto Landolfi, ora alla procura di Genova, abbia fatto ricorso, con successo, al Tar del Lazio, contestando la sua esclusione nella designazione del CSM a procuratore capo della Repubblica di Imperia, può apparire una lacerazione, una delle tante, forse troppe lotte, in una delle massime istituzioni della Repubblica. L’organo di autogoverno della magistratura, al termine di un lungo iter, aveva scelto il dr. Alberto Lari al vertice della Procura di Imperia che dopo la soppressione del tribunale di Sanremo, ha competenza sull’intera provincia. Il caso è descritto da un articolo del Secolo XIX a firma di Claudio Donzella della redazione di Sanremo e Marco Grasso collega della redazione centrale a Genova. ULTIMA ORA : Dal Consiglio di Stato alt alla sospensione del procuratore Lari che resta dunque a pieno titolo.
Non ci sono, almeno per ora, dichiarazioni e prese di posizione. Forse è fuori dubbio un certo imbarazzo, anche se siamo di fronte non a vicende e strascichi penali, assai più deleteri, ma una disputa su pretesi diritti che sarebbero stati violati nell’iter di nomina. Si aggiunga che dovrà quasi sicuramente pronunciarsi il Consiglio di Stato. E forse un’ulteriore iniziativa dello stesso CSM. Lari resta dunque al suo posto. A leggere il testo dell’articolo emerge, ce ne fosse bisogno, gli schieramenti sindacali presenti al CSM e che coinvolgono la stragrande maggioranza dei togati. Fazioni a volte in lotta per il ‘predominio’, divisi sulle designazioni. Forse una delle poche critiche in cui hanno una certa ragione quelle forze politiche (leggi Berlusconi e C.) che hanno sempre stigmatizzato l’appartenenza sindacale e la possibile politicizzazione di giudici e magistrati. Chi più e chi meno sponsorizzato sulla base delle forze in campo. Non solo nel caso di nomine ai vertici degli uffici, ma anche nella sorte del procedimenti disciplinari.
Non sembra il caso, almeno finora, di parlare di due magistrati in guerra. C’è la contestazione di una nomina che ora è finita anche all’attenzione dell’opinione pubblica. In attesa di sviluppi.
Alberto Landolfi si è trovato nella sua lunga carriera, iniziata giovanissimo alla Procura della Repubblica di Savona, al centro di vicende che lo hanno visto contrapposto, in particolare, alla dure prese di posizione della Casa della Legalità e della Cultura onlus di Genova. Il magistrato che si è sempre difeso, quando l’ha ritenuto, querelando giornalisti di quotidiani, settimanali, e soprattutto Cristian Abbondanza che della Casa della Legalità è stato l’anima e l’indomito combattente. Non abbiamo conto di quante siano le querele presentate dal dr. Landolfi e quali gli esiti finali. Possiamo dare tuttavia atto che cliccando sui motori di ricerca sono ancora leggibili tutta una serie di informazioni che vedeva contrapposti giornalisti, Casa della legalità da una parte ed il giudice Landolfi dall’altra. Si aggiunga che Landolfi è tra i magistrati che ha svolto un periodo di servizio in Bosnia. In passato trucioli aveva scritto delle querele, condanna, risarcimento danni, nei confronti del blogger e apicoltore ventimigliese Marco Ballestra (sito Internet alzalatesta/beveraedintorni) al quale fu pure pignorato e messo all’asta un alloggio dove abitava l’anziana mamma. Anche in questo caso non conosciamo l’epilogo. Il blog di Ballestra si è arreso, basta battaglie, forse non ne vale la pena, visto i risultati. L’ultimo articolo che si legge sul sito della Casa della Legalità è del 21 agosto (vedi…….)
ULTIMA ORA / IL CONSIGLIO DI STATO TIENE IN CARICA LARIA
HA SCRITTO LA CASA DELLA LEGALITA’ DI GENOVA IL 2 GENNAIO 2016
Ha raccontato che davanti alla sua azione a Savona, nei primi anni Novanta, la ‘ndrangheta è stata sterminata e scappavano lontano. Noi siamo stati visionari nel constatare invece che il FAMELI, il GULLACE con le FAZZARI ed il resto della sua cosca, così come i FOTIA o gli STEFANELLI-GIOVINAZZO, facevano sempre il bello ed il cattivo tempo (tanto che nei recenti Atti Giudiziari che riguardano costoro si legge che hanno agito impunemente per anni o che dovevano essere adottate misure di prevenzione dalla Procura di Savona negli anni passati).
Recentemente il Procuratore Capo di Savona (ora in pensione), Francantonio Granero, ha affermato che quando è tornato alla Procura di Savona (dopo i tempi dell’inchiesta TEARDO) ha trovato il «deserto giudiziario». Anche lui, come noi, si deve essere sbagliato…
Comunque sia il dott. LANDOLFI (nelle foto a lato: in una, dove serve con il vassoio le paste, ad un festeggiamento con a capotavola MONTALDO Silvano massone e storico uomo di fiducia di SCAJOLA Claudio; nella seconda con l’allora Segretaria di quel NUCERA Andrea ora latitante negli Emirati Arabi, tra l’altro proprio in quell’impresa “GEO COSTRUZIONI” che ha visto emergere le cointeressenze con uomini legati alla cosca GULLACE-RASO-ALBANESE) ora è la prima linea dell’Antimafia in Liguria, nella nuova organizzazione in attesa dell’arrivo del nuovo Procuratore Capo, su cui deve decidere il CSM.
A Torino, impegnato nei processi contro la Casa della Legalità, Marco Ballestra, i giornalisti de “Il Secolo XIX” (oltre che a Milano contro Repubblica), su una stessa fotografia (quella di apertura dell’articolo) diedein testimonianza, sotto giuramento, due versioni totalmente diverse; quale delle due (“un saluto religioso” o “tre giri dell’isola a nuoto”) fosse quella vera non è dato saperlo, e comunque è irrilevante.
LEGGI ANCHE UNA NUOVA MATCH (2011) TRA LANDOLFI E ABBONDANZA (VEDI…….)
E IL 24 GENNAIO 2012
Chissà se anche questa volta tutto passerà in cavalleria… o se come è successo per altre foto (pubbliche!) e video che riguardavano il pm Alberto Landolfi scatterà il sequestro “a sua tutela” da parte della Procura di Torino. Avevamo denunciato alcuni fatti al CSM (vedi qui) ed attaccato il negazionismo, di cui si era fatto alfiere, sulla presenza ed attività delle mafie in terra di Liguria (vedi qui e qui)… Avevamo pubblicato altro in riferimento allo stacanovismo del pm nei locali savonesi come “La Suerte” (vedi qui e qui ed ancora in un articolo che abbiamo posto sotto sequestro dalla Procura di Torino vedi in coda l’estratto e la replica al squestro)… Avevamo anche dovuto arrivare a presentare una querela nei suoi confronti per ciò che andava scrivendo in giro… Mentre a difesa del pm Landolfi e del proc. Scolastico scendeva in cambo il boss della ‘ndrangheta Carmelo GULLACE con l’avv. Giovanni RICCO (vedi qui). Repubblica riprese poi la questione della “Suerte” e la Procura Generale di Genova aprì un fascicolo sul pm Landolfi… (vedi qui).
Ora lo stesso pm Landolfi, in missione in Bosnia dove ancora è aperta e viva la ferita della pulizia etnica, pubblica una sua foto, con un amico, al mare, con cui fa il saluto cetnico, ovvero quel saluto “simbolo” della sete di pulizia etnica della frangia nazionalista serba. Che ci sia un problema serio di opportunità ed in gioco il prestigio e l’autorevolezza del potere giudiziario italiano è evidente anche ad un bambino. Ne parlano Marco Preve sul suo blog e Ferruccio Sansa su Il Fatto Quotidiano.
Lui “scherza” così… chissà come lo prenderanno “lo scherzo” le vittime di Bosnia della pulizia etnica! Ecco gli articoli…
E DA ULTIMO MA NON IN ORDINE DI TEMPO
24.01.2012 – da “Il Fatto Quotidiano”
Posta su Facebook il saluto cetnico
E’ un giudice italiano in missione in Bosnia
di FERRUCCIO SANSA
Si tratta di Alberto Landolfi, ex pm antimafia a Savona, ora a Mostar, la città di genocidi e pulizie etniche. E’ in missione come esperto criminale della polizia europea, ma sul social network posta la foto in cui fa il gesto simbolo degli ultranazionalisti serbi
Il magistrato fa il saluto. Cetnico. Peccato che il pm presti servizio a Mostar, la città di genocidi e pulizie etniche. E che abbia messo l’immagine nella sua bacheca Facebook accessibile su internet. Appena comparsa la fotografia aveva suscitato polemiche. Si vedono due signori aitanti in costume da bagno che mostrano le tre dita. Il saluto cetnico, però, non è un gesto da compagnoni, ma ha un (pesante) significato: è uno dei simboli degli ultranazionalisti serbi. Il gesto minaccioso mostrato da ‘Ivan il Terribile’, il tifoso serbo che scatenò i disordini durante la partita tra Italia e Serbia (annullata a Genova nel 2010). Pollice, indice e medio, come gli amici della Tigre Arkan, protagonista di alcune delle più terribili pagine della guerra Jugoslava.
COSÌ QUALCUNO ha scavato per capire chi è il signore fotografato. E la sorpresa è stata grande:Alberto Landolfi per anni è stato pm dell’Antimafia a Savona, poi a Genova. Prima di andare in missione in Bosnia Erzegovina, a Mostar, presso la European Police Mission nella sua veste di Criminal Justice Expert. Ma com’è possibile che un magistrato impegnato in una città dove l’odio etnico cova ancora sotto le macerie esponga un’immagine in cui compie il saluto dei cetnici? Giorni dopo aver pubblicato la sua foto su internet, il magistrato ha aggiunto un commento: “Un po’ serbi … ma scherzavamo”. Una spiegazione che a Mostar potrebbe risultare ancora più scomoda della fotografia. Ma nella galleria di Landolfi ecco anche immagini del magistrato a torso nudo che mostra muscoli e tatuaggi e imbraccia un fucile da guerra. Poi informazioni sulle grandi passioni di Landolfi, come le Porsche.
Non è la prima volta che Landolfi è oggetto di polemiche per le sue immagini in libera circolazione. Due anni fa il pm dell’Antimafia si era fatto ritrarre in un manifesto pubblicitario della Ruinart, casa produttrice di champagne, e della discoteca “La Suerte” di Laigueglia. Foto (finite su Repubblica) che ritraevano un contesto non esattamente istituzionale: nelle serate tutte divertimento e bollicine accanto a Landolfi con maglietta attillata appaiono rappresentanti locali dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Capitaneria di Porto. Poi politici, come Silvano Montaldo, all’epoca vicesindaco di Laigueglia. Uno degli uomini di fiducia di Claudio Scajola che lo volle in Finmeccanica così come nella Carige (la Cassa di Risparmio di Genova e Imperia dove siedono diversi membri della famiglia dell’ex ministro).
Insieme con tanti esponenti istituzionali le foto mostravano statuarie e biondissime bellezze dell’Est, le ragazze immagine del privé della discoteca. Landolfi si difese a suon di querele, sostenendo anche di non aver autorizzato l’uso della sua immagine per motivi pubblicitari. Insomma, sarebbe tutto avvenuto a sua insaputa. Le foto di Landolfi emergono proprio nei giorni in cui altre immagini scomode suscitano un terremoto. È una storia diversa, certo, parliamo del filmato di Mario Vattani mentre canta canzoni fascio-rock a Casa Pound. Il ministro degli EsteriGiulio Terzi ieri aveva annunciato l’apertura di un’indagine interna e ieri sera il console è tornato in Italia da Osaka, Giappone. Le sanzioni contro di lui, a parte quelle pecunarie, potrebbero arrivare a un sospensione di diversi mesi dall’incarico.
L’estratto dell’11 agosto 2011 dove si sollevava nuovamente la questione LANDOLFI, ripreso da Repubblica, ma posto sotto sequestro dalla Procura di Torino:
(…)
Vincenzo Scolastico dopo gli anni passati a capo della Procura di Savona, dove con Alberto Landolfi [il pm che, con una bella maglie “Tempio”, si faceva fotografare (foto a lato e link diretto, e già salvato) per far pubblicità alle bevute nei privè di uno dei locali notturni del savonese e di cui avevamo già parlato, vedi qui e qui], si negava la presenza delle mafie, era stato promosso a coordinare la DDA di Genova.
(…)
LA REPLICA AL SEQUESTRO E’ DISPONIBILE QUI