La mostra “Mani e Fuoco per l’Arte. Pietro Mantero, Mante, “fornaciante” trae origine dalla proposta dell’artista-ceramista Giacomo Lusso formulata, mesi or sono, ad Antonio Licheri di ricordare con un evento al “Circolo degli Artisti” il ceramista albisolese Pietro Mantero, da tutti conosciuto in paese come Mante. Dopo il grato assenso a tale iniziativa da parte dei figli, Alberto e Mauro Mantero, si é creato un gruppo di lavoro composto da loro, da Matilde Mantero, pro-nipote di Mante, da Elda e Angelo Nicolini, amici di vecchia data dei Mantero, da Davide Bedendo, restauratore d’arte, da Licheri, Lusso e da Federico Marzinot.
Ne é derivato il progetto “Mantero e il suo tempo”, mirato a rievocare la figura e l’opera di Pietro Mantero, riportando, al contempo, alla ribalta la figura e l’opera delle manifatture ceramiche, dei ceramisti, degli artisti la cui vicenda ad Albisola, dagli anni Trenta ai primi anni Novanta, si é intrecciata con quella di Mante. Il progetto si é poi concretato in diverse iniziative.
Un catalogo, a cura di Federico Marzinot, e con la collaborazione di Alberto e Mauro Mantero e di Mauro Baracco, che propone la vicenda di Mante ed aspetti di quella Albisola della ceramica nell’arco di quasi settanta anni, con testi redatti dai figli di Mantero, da ceramisti e da loro familiari, da artisti, da studiosi. Inoltre: testimonianze, raccolte ad Albisola, di persone che, in qualche nodo, hanno avuto rapporti con Pietro Mantero; documenti ed immagini (parte delle quali d’epoca)di persone e di opere in ceramica; un filmato, a cura di Elda ed Angelo Nicolini, con testimonianze di persone di Albisola che hanno conosciuto Mante e vissuto il suo tempo.
Infine un servizio fotografico, a cura di Davide Bedendo, con le immagini, inedite, della fornace di Pozzo Garitta dove dal 1903 sino al 1934 ha cotto Giuseppe, “Bausin”, Mazzotti; e poi, dalla fine degli anni Trenta al 1946 e dagli inizi degli anni ’50 alla fine degli anni ’70, Bartolomeo Tortarolo, il “Bianco”, e nella quale, nell’ottobre del 1990, ebbe luogo l’ultima cottura d’un forno a legna ad Albisola, ad opera dell’anziano “fornaxante” Pietro Mantero e dell’artista Angelo Ruga.
La mostra, a sua volta, propone tre momenti. L’inaugurazione, sabato 22 dicembre, al “Circolo degli Artisti”, con la proposta di opere di Mante, di oggetti foggiati e cotti da Mante e decorati da “pittrici” operanti nelle manifatture di egli era titolare, di opere dei ventisei artisti che si avvalsero della sua perizia e del suo consiglio nelle fasi, di volta in volta, della foggiatura, del rivestimento e della successiva cottura, e – quale testimonianza d’una continuità del binomio Mantero-ceramica – di alcune opere di Alberto e di Matilde.
La proposta, sabato 29 dicembre, al “MuDA”, a cura di Marzinot, di immagini delle succitate opere realizzate dagli artisti che si avvalsero dell’operato di Mante e del filmato di Elda e Angelo Nicolini con testimonianze di gente di Albisola sulla figura e sull’opera di Mantero. I protagonisti qui sono gli artisti, l’immagine di Mante ed il sentire di Albisola nei suoi confronti.
La proiezione, sabato 5 gennaio, sempre al “MuDA”, a cura di Davide Bedendo delle immagini sopra i citata fornace di Pozzo Garitta restaurata; la relazione della studiosa Nicoletta Negro sulle antiche fornaci di Albisola e la visione, sempre a cura di Bedendo, del filmato d’epoca sull’ultima cottura con un forno a legna ad Albisola, nell’ottobre 1990, ad opera di Pietro Mantero e di Angelo Ruga. Protagonisti dell’incontro qui sono il forno, il lavoro di chi lo conduce, l’opera dell’artista autore, l’immagine antica di Albisola della ceramica.
Quanto fatto é il risultato dell’operato del gruppo di lavoro, degli autori dei testi e delle immagini, dei prestatori delle opere, delle tante foto e dei documenti, che vanno ringraziati. Concludo con una citazione di carattere personale. Una mattina, in giro per Albisola con mia moglie, andavo a chiedere testimonianze su Mantero a di persone che l’avevano conosciuto. Tornati a casa, Graziella mi ha detto: “Doveva essere una gran brava persona questo Mantero, se tutti coloro cui ti rivolgevi si illuminavano in viso mentre ne parlavano”. Si trattava, in effetti, di “una gran brava persona”, come posso affermare, ripensando a quelle volte che sono andato, da studioso della ceramica, alla sua fornace del Vicolo Chiuso, dov’era spesso presente Francesco Rossello, titolare della vicina “Alba Docilia”, ed agli incontri con lui nel 1996, quando organizzai, su richiesta del Comune di Albissola Marina, una mostra-omaggio a Pietro Mantero ed a Eliseo Salino, con la consegna da parte dell’allora Sindaco, Lino Ferrari, rispettivamente d’una Targa d’oro a Mante e dell’Oscar di Albisola a Salino.
* E’ uno studioso della ceramica e della Resistenza.
CHI ERA E QUALI VALORI PIETRO MANTERO
Pietro Mantero nasce nel 1912 e dopo aver lavorato dal 1926 come aiutante fornaciaio, addetto al colaggio e torniante presso la manifattura albisolese “M.G.A.” di proprietà di Giuseppe Mazzotti è, insieme con la pittrice-decoratrice Lina Assalini Poggi e con i tecnici della ceramica Angelo Platino e Pietro Rosso, co-fondatore, nel primo dopoguerra, della manifattura “Ce.As.” (Ceramisti Associati), con sede in via Italia ad Albissola Mare, dove lavora fino alla fine degli anni Sessanta. Nel 1971 apre in Albissola Mare, a Vicolo Chiuso di via Italia, un laboratorio in proprio dove opera, coadiuvato dal figlio fino al 1976. Le sue opere sono esposte a diverse edizioni di Rassegna 2000 di Albisola.