Silvio Berlusconi esibiva il ‘contratto con gli italiani’ ostinandosi a giurare che aveva rispettato 4 obiettivi su 5. Era il 2001 ed ebbe fortuna. Gli elettori gli diedero fiducia. Nel 2018, sempre nel salotto televisivo di Bruno Vespa, la firma del ‘patto con gli italiani’, ribattezzato ‘il patto di San Valentino’, ma è stata una ‘debacle’. Nel suo ‘piccolo’ Ilaria Caprioglio, 49 anni, programma elettorale e sulle ali del rinnovamento, nelle elezioni del giugno 2016, si era guadagnata una netta e storica vittoria. Prima lady nella storia di Palazzo Sisto. E’ trascorso un anno anche dall’impegno firmato sul ‘savonese’ Secolo XIX. Titolo: ‘Stiamo costruendo la Savona del futuro’. Non è frequente il giornalismo che mette a confronto ieri ed oggi, promesse mantenute, obiettivi e risultati raggiunti. Più che una pagella si potrebbe invocare la credibilità e l’affidabilità, capacità e coerenza, meritocrazia e coraggio; sensibilità a trarre le conseguenze se il caso. Qual è lo stato di salute di Savona capoluogo dopo due anni e mezzo di ‘cura Caprioglio e C’.
Non sono mancati in questi ultimi mesi i cori, le firme, le voci di delusione, un distacco crescente anche da chi l’aveva votata e sostenuta, fiduciosi che comunque sarebbe stata capace di un colpo d’ala di fronte alle tante difficoltà. Oppure attenta al clima che si respira in città e che la circonda. Forse alcune critiche sono ingenerose, forse si dovrebbe condividere il suo operato con la squadra di assessori, con la maggioranza che le assicura il ‘carburante’ per continuare. Non abbiamo una lente sufficiente per giudicare alla stregua di chi in tempi passati seguiva passo a passo la cronaca del Municipio. Ogni mattina si varcava la soglia e si tornava in redazione per dare conto delle notizie. E spesso i contatti proseguivano. Insomma la ‘casa di vetro‘ dei cittadini ‘marcata a vista’ si suole dire in gergo giornalistico. I tempi sono mutati, le redazioni periferiche ridotte all’osso. Anche la cronaca politica, settore delicato e strategico per un quotidiano regionale, viene ora affidata spesso a collaboratori, magari pagati a notizia, senza protezione legale in caso di querele, comprese quelle intimidatorie; esposti al potere di turno, alle prese con più incombenze da seguire. Accade così che al di là della preparazione e dell’onestà intellettuale è facile ‘perdere‘ il dietro le quinte del palazzo e ancor più non approfondire.
In sintesi quali sono stati gli impegni del sindaco, ribaditi nero su bianco, un anno fa ? Il centro sportivo anche per la disabilità con il Campus. I progetti dei privati per il recupero di Villa Zanelli con arte. Una città con parcheggi di cintura dai quali si raggiungerà il centro pedonalizzato grazie a navette elettriche. Un fronte mare ininterrotto con pista ciclabile e passeggiata da ponente a levante. Via Nizza e Villa Zanelli i primi tasselli per cambiare il volto del territorio. Fortezza Priamar bando per trasformare l’ex ostello in residence per studenti universitari affinchè il Campus interagisca con la città. Sala di rappresentanza universitaria a Palazzo della Rovere dove sarà trasferita la Biblioteca come nuovo punto di aggregazione.
“Stiamo attraendo – proseguiva la sindaca – investitori italiani e stranieri, interessati ad aprire attività ricettive in costruzioni storiche come il San Giacomo. Anche grazie alla visibilità ottenuto con Savona prima città Europea – e tra le rpime cinque al mondo – ad avert aderito al progetto internazionale Leed for Cities dedicato alla sostenibilità. Ci stimo inoltre proponendo come Città dello Sport accessibile a tutti. Come dimostrano i recenti Giochi Paralimpionici Europei Giovanili. Il progetto per diventare il primo centro nazionale di Sport del mare, in collaborazione con Campus e Coni. Una città all’avanguardia – proseguiva – da consegnare alle nuove generazioni, rispettosa dell’ambiente e ricca di servizi per residenti e turisti….una visione con importanti scenari internazionali, liberandoci di un certo provincialismo e diventare una città protagonista in Italia e nel mondo”.
IN SALA ROSSA SBARBARO E I LICHENI