A seguito della forte mareggiata che ha trovato nel litorale così ormai concepito, rispetto al passato, terreno fertile per infierire sulle strutture, in questi giorni ho potuto constatare personalmente come una non corretta informazione può spesso originare, quando si estende a macchia d’olio, un clima di pregiudizi, che, allo stato dei fatti, risultano sbagliati.
Viene solo da domandarsi perchè i precursori dei bagni marini, senza in allora tante leggi e paletti, Soprintendenze, Conferenze dei Servizi, Commissioni edilizie, ma solo buon senso, frutto di esperienza, abbiano scelto di costruire i Bagni Anita e Bagni Vittoria su palafitte, lasciando lo spazio tra veranda e arenile (in allora più alto di oltre un metro) come deposito per le cabine smontate e protette da paratie in legno.
Nei tempi moderni, le stesse aree hanno subito trasformazioni per destinazioni d’uso differenti, con macchinari costosi per ristorazione, che solo paratie stagne sarebbero in grado di poter proteggere.
Ciò detto, importante, auspicabile è che, sia chi l’ha creata questa disinformazione, sia chi l’ha fatta sua, l’abbia poi trasmessa in buona fede; cosa che può capitare, appunto, ma solo alla gattina frettolosa….
Mi riferisco a quello che “la gente” dice in paese a proposito dell’apparente inerzia dei pescatori, che ancora oggi, 10 novembre, vengono commentate e che interessano la zona centrale della marina, la sua pulizia, con gli stessi che, bontà loro, si ironizza, “sperano in Dio“.
Esauditi ? Qualcuno ci ha comunque pensato, organizzando una raccolta fondi con tanto di iban per aiutarli nel coprire le ingenti spese di materiale andato distrutto.
Occorre tenere presente (evidentemente nessuno ne è a conoscenza) che la Cooperativa Pescatori ha in concessione il solo scivolo per alaggio e deposito barche, mentre la passeggiata e l’arenile fanno parte del demanio pubblico, cioè di tutti noi, ragion per cui, allo stato dei fatti, ognuno risulta responsabile, sotto tutti gli aspetti, della sua parte.
Questa mareggiata ha riversato sull’Aurelia oltre 10 cm di sabbia, subito rimossa, per poi lasciarne oltre 20 cm sulla passeggiata e oltre 50 al fondo dello scivolo. La mareggiata ha pressoché completamente distrutto la potenzialità delle attrezzature da pesca di tutti i soci accumulate in contenitori di plastica rovesciati dalle onde; poche le reti recuperate poco per volta (seppure con qualche danno alle maglie), una piccola parte risucchiata dal mare, mentre il resto è risultato irrecuperabile perchè attorcigliate sotto la sabbia e, rimosse dalla ruspa (del Comune), sono state depositate presso i bagni Lido per essere destinate alla discarica.
Ai pescatori che hanno chiesto al responsabile LL.PP. del Comune le modalità di come poter rimuovere da subito la sabbia dallo scivolo di loro competenza, così da trasferire dalla passeggiata le barche, oltre che rimuovere le reti attorcigliate sotto la sabbia, è stato loro risposto di attendere la pulizia della passeggiata e del surplus di arenile alla base dello scivolo; lavoro da realizzarsi da parte dei mezzi meccanici impiegati dal Comune stesso, creando dei cumuli, per poi trasportarla altrove.
Per la cronaca, en passant: è inconfutabile che tutta questa sabbia che proviene dal fondo della battigia lato mare, è il surplus dei ripascimenti. Esistono prove documentali e fotografiche inconfutabili, ma c’è chi non lo sa o lo dimentica.
Tra l’altro, non si ha ancora notizia certa della condizione dei due motori elettrici utilizzati per alaggio delle barche, smontati e trasportati in officina in quanto non più funzionanti a seguito dell’allagamento della loro custodia sulla passeggiata; costo minimo 3.000€.
Da aggiungere il costo della macchina produzione ghiaccio, oltre 15.000€, andata persa a seguito dell’allagamento del locale sotto la giostra, già oggetto nel passato di contenzioso con la Giunta Repetto: sgradevoli episodi ben documentati in diverse note su Trucioli.it
Con occhio neutrale, chiunque avrà potuto constatare lo stordimento di persone, di lavoratori avviliti che hanno subito un trauma psicologico/finanziario, una situazione che non deriva certo da colpe a loro attribuibili, se non quella di aver continuato, rispetto al passato, con un esagerato accumulo di reti sullo scivolo o nei contenitori.
Per favore, non dovremmo giudicare, magari comodamente seduti, chi siano i buoni, chi i fannulloni in questa tragedia; a meno che non vogliamo riutilizzare il sempre noto slogan “alziamoci e partite” (sia pure modificato).
Sarebbe auspicabile da parte degli amministratori un serio riesame sulle costanti problematiche negative create dalle mareggiate, come affrontarle, come risolverle, ma con chiarezza, non con palliativi; non in difesa di soli interessi di parte, ma a salvaguardia di tutta la comunità, tenendo ben presente la storia del nostro arenile. E quella dei nostri pescatori, degli ultimi ‘eroi della pesca’ della nostra amata Noli.
Basta sentir affermare:“meno male che non ha piovuto come dalle altre parti...”.
Basta con i canali di sfogo delle acque piovane da Corso Italia e Piazza del Comune al mare occlusi dalla sabbia, liberi nel passato!!! Tutti gli anziani (nolesi) lo sanno!!!
Basta vedere il delta del torrente S. Antonio sotto il ponte stradale quasi occluso dalla sabbia, situazione che impedisce il normale (come una volta) sfogo a mare, che crea le relative concatenanti conseguenze negative su Corso Italia a causa della trappola “mose” in caso di esondazione proprio a monte del “mose” stesso: guardare per credere.
Purtroppo questa è la storia di una diffusa, vincente politica clientelare del profitto, quella che insegna che non conviene avvalersi della prevenzione, essere severi nelle scelte, quelle da cui non ti devi aspettare che prima o poi ci possa scappare il morto.
Case antisismiche? Certo che sì. Perchè allora non stabilimenti balneari anti onda ?
Carlo Gambetta