E’ il tema del giorno. Il futuro delle nostre spiagge. A Savona l’ing. Paolo Forzano ricorda al sindaco quali sono gli interventi previsti e progettati tenendo conto che lo studioso di Idraulica Marittima e costruzioni marittime all’Università di Genova, Giovanni Besio, prevede che entro il 2100 il livello del mare si alzerà di 60 cm. mentre si prevedono persino passeggiate (quella delle Fornaci) a ‘livello del mare’. C’è chi da decenni studia la costa del Ponente Ligure e non solo, come gli ingegneri Berriolo e Sirito, un tempo collaboravano nello Studio Volta, tra i più prestigiosi della Liguria e d’Italia. Pubblichiamo alcuni stralci di un documentato articolo di Berriolo pubblicato nell’ottobre 2017 sul blog Trucioli Savonesi.
COSA SCRIVEVA NEL 2017 L’ING. GIORGIO BERRIOLO
CHE HA FATTO PARTE DELLO ‘STORICO’ STUDIO VOLTA, CON L’ING. GIORGIO SIRITO
E SI SONO OCCUPATI PER DECENNI SCORSI DELLO STATO DELLA COSTA SAVONESE E NON SOLO
…….”In conseguenza è ormai urgente pensare ad operazioni di ripascimento, almeno per i tratti delle spiagge meno profonde, come per esempio, in comune di Noli, tra il pennello Vescovado e lo scoglio Gaverri e in comune di Spotorno, tra i pennelli Sirio e S. Antonio, che dovranno comprendere una buona percentuale di sedimenti di granulometria superiore a15-25 mm..
Ciò non solo per migliorarne la utilizzazione balneare, ma anche per preservarne la stabilità. Non si dimentichi infatti che una spiaggia poco profonda è sempre instabile in quanto, ove in una mareggiata eccezionale le onde raggiungano le strutture riflettenti che limitano l’arenile (nel caso il muro della passeggiata) e possibile che si instaurino fenomeni di riflesso con asportazione di gran parte dell’arenile.
Il regime sedimentario naturale delle spiagge del Golfo dell’Isola, come dell’intero arco della provincia, è profondamente mutato a seguito degli interventi umani dai primi anni dell’800: la graduale realizzazione di strutture atte contenere il flusso detritico e la operazione di versamento di materiali di ripascimento, ha determinato un enorme incremento delle spiagge naturali preesistenti ed un deciso rallentamento del flusso detritico.
….. L’assetto attuale delle spiagge del “Golfo dell’sola” è, come si è visto, la conseguenza di una sapiente strutturazione del litorale con opere di contenimento del flusso detritico e di versamenti di materiali fortuna operati con grande attenzione. In conseguenza la manutenzione delle magnifiche spiagge è ormai quasi interamente affidata a allo intervento umano. L’ultima operazione di ripascimento e strutturazione, risale agli anni 2008-9 e si notano ormai chiari segni di ritiro.
Queste spiagge sono caratterizzate da una granulometria dei sedimenti molto ampia che va dalle sabbie fini ai grossi ciottoli. I materiali più grossolani, in gran parte provenienti da versamenti anteriori al 1975, sono costretti a rimanere sostanzialmente nei singoli tratti compresi tra due salienti o pennelli e costituiscono un potente fattore di stabilità in quanto, in occasione delle mareggiate, vengono strappati alla spiaggia emersa e portali allo esterno, allontanando il frangimento delle onde e quindi limitando la risalita dei frangenti sull’arenile. Con la bonaccia, le onde più corte, fanno risalire il materiale grossolano a formare una fascia ghiaiosa presso la battigia, con aumento della pendenza e avanzamento dell’arenile.
…..Nel primo periodo non potevano esistere spiagge per la mancanza di sedimenti e le onde battevano praticamente dovunque sulle formazioni rocciose di base. Nel lunghissimo periodo successivo, a seguito del depositarsi dei pur deboli apporti solidi a mare dei corsi d’acqua, si determinò un lento avanzamento del litorale con la formazione di successive linee di spiaggia, inizialmente nei due golfi in cui trovavano sfocio i principali alimentatori e successivamente, a seguito del trasporto sedimentario marino, anche nelle piccole anse tra gli sporgenti rocciosi. Tenuto conto che le agitazioni ondose di gran lunga prevalenti sono quelle rifratte, provenienti dal III quadrante (libeccio) a cui si aggiungono quelle dirette dal II, (scirocco) schematizzando, si può assumere come onda media quella proveniente da SSE, che lambendo la costa del golfo determina un trasporto dei materiali sedimentari sostanzialmente rivolto a Nord. I primi apporti pertanto andarono a depositarsi presso le foci dei corsi d’acqua alI’interno dei golfi, in zone protette, soggette a debole trasporto, quindi, a seguito dei riempimento delle zone più protette, le successive linee di spiaggia andarono gradualmente ad esporsi con grado crescente al trasporto marino verso Nord.
Iniziò pertanto il superamento dei capi in occasione delle maggiori mareggiate. Tra Noli e Spotorno l’andamento lineare della costa e la esposizione tangenziale rispetto al moto ondoso dominante, rendevano impossibile la costituzione di arenili. I materiali che sfuggivano al golfo venivano pertanto rapidamente trasportati verso Spotorno. In questa situazione si comprende come ad un certo punto anche nel golfo di Spotorno si determinò un avanzamento tale da consentire una crescente esposizione della linea di costa all’azione marina di trasporto verso Nord. In questo regime i brevi sporgenti Lido e Sant’Antonio furono sufficienti a determinare spiagge poco profonde da cui i materiali venivano ripresi e trasportati ancora a Nord ad alimentare la spiaggia della Maremma, che essendo appoggiata al complesso Punta del Maiolo-Isola di Bergeggi costituiva il ricettacolo terminale di tutti i sedimenti del golfo e pertanto era in continuo aumento. In linea schematica è possibile ricostruire, molto sinteticamente in tal modo, il processo che ha portato alla situazione, registrata dalla cartografia dell’inizio del 1750 prima di qualunque incisivo intervento umano.
Comunque, in epoca romana la linea di riva nei seni era ancora molto arretrata rispetto ad oggi, come dimostra il ritrovamento di ancore in occasione della costruzione della vecchia stazione ferroviaria di Noli. Analoga situazione esisteva a Spotorno. La Via Aurelia romana correva molto alta in quanto il litorale era impercorribile. I piccoli bacini imbriferi costieri e le stesse pianure costiere erano all’epoca ricoperti, per la quasi totalità, da fitti boschi che, costituendo un ostacolo al dilavamento del terreno, rendevano molto limitati gli apporti solidi a mare. Solo a seguito dell’aumento della popolazione e del conseguente sviluppo della agricoltura intensiva, alle estensioni boscose, si sostituì gradualmente il “terrazzamento” a supporto di una agricoltura povera ma estesa anche ai pendii più scoscesi che, con il denudamento del terreno, rese possibile apporti solidi a mare relativamente elevati. Si assistette pertanto fino all’inizio delI’ottocento ad un lento ma continuo avanzamento del tutto naturale delle spiagge del golfo.
Aumentò perciò decisamente la spiaggia di Noli tra la foce del Luminella e la punta del Castello, quella di fronte all’abitato e a Spotorno nonché la spiaggia tra la foce dei Crovetto e lo sporgente Sirio, mentre più a Nord una breve spiaggia si addossava allo scoglio Sant’Antonio ed ancora oltre si protendeva lentamente quella più grande della Maremma appoggiata direttamente alla punta del Maiolo (Torre del Mare) che con Punta Prodani, costituiva un ostacolo già allora, insuperabile al flusso detritico per cui il litorale di Bergeggi era privo di alimentazione e quindi di spiagge. Questa situazione è descritta dalle planimetrie di Matteo Vinzoni del 1750 circa.
……Alla fine dell’800 pertanto non esistevano ancora strutture marittime in grado di modificare il flusso detritico naturale, che pertanto era molto più attivo di oggi: secondo studi recenti Capo Noli all’epoca, era superato da un lieve flusso detritico da Sud, come pure il promontorio dl Vescovado mentre la assenza di moli consentiva il fluire dei sedimenti verso nord dinanzi al borgo, ad alimentare la spiaggia della Maremma. Con la realizzazione della linea ferroviaria, nella seconda metà del secolo, secondo il sistema in uso per gli appalti di opere pubbliche dell’epoca, furono autorizzati massicci prelevamenti di materiali inerti dalle spiagge per la costruzione dei rilevati e delle opere d’arte. La conseguenza fu I’inversione di tendenza nel regime delle spiagge che iniziarono ad arretrare. Secondo lo Studio CNR del 1957 “Le spiagge della Ligurìa” di Ascari, Baccino e Sanguineti, alla foce del torrente Crovetto (con ogni probabilità principale zona di prelevamento) nel breve periodo tra il 1866 ed il 1897 si registrò un arretramento di ben 28 m. Nel frattempo, anche a causa dell’accentuato ritmo di crescita dell’abitato con le conseguenti necessità di inerti per le costruzioni, i prelevamenti da mare per uso civile, sempre operati nel passato, andavano gradualmente aumentando incidendo su un arenile, già depauperato dai prelevamenti per opere pubbliche. I1 nesso di causalità tra arretramenti degli arenili e prelevamenti di inerti, non sfuggì all’Amministrazione Comunale di Spotorno che già nel 1883 inviò una protesta al Ministero della Marina per l’estrazione di sabbia dall’arenile. Inizia così una lunga battaglia delle successive amministrazioni comunali contro le estrazioni di sabbia ed in seguito anche dagli alvei dei torrenti, che, si concluderà solo nel 1951 in sede provinciale con la completa abolizione delle estrazioni dirette dagli arenili.
Tornando agli anni del fine ‘800, l’erosione prodotta dai prelievi di sabbie determinò, come si è visto, profondi arretramenti sulla spiaggia di fronte agli abitati non solo di Spotorno, ma anche di Noli, mentre anche le spiagge a Nord del Sirio, fino a punta del Magliolo, entravano in erosione. Nel 1897 il Comune di Noli realizzava, in corrispondenza della punta del Castello, un pennello della lunghezza di 60m, avente lo scopo di accentuare l’appoggio naturale fornito alla spiaggia dal saliente roccioso naturale. L’opera ebbe successo anche in quanto, nel frattempo, era entrata in funzione la cava di quarzo Accornero che caricava il minerale sui velieri scaricando il Capellaccio di cava presso la foce del torrente Luminella esposto alla erosione marina. Veniva così a determinarsi una alimentazione artificiale che si sovrapponeva ai naturali apporti solidi, riuscendo a compensare i prelievi di inerti….
Infine nel 2008 la Regione Liguria interviene con un progetto organico di ripascimento a firma Ing G Berriolo e geol. R. Garbarino con il versamento di 12.000 mc di ghiaietto franto proveniente dalle cave di Capo Vado
E’ opportuno ricordare che questa spiaggia è sostanzialmente artificiale in quanto priva di qualunque alimentazione naturale. Considerando Il volume di materiale versato negli ultimi 40 anni, per raggiungere lo stato attuale dell’arenile, si può ritenere, che 2.000-3.000 mc / anno di materiale siano oggi mediamente sufficienti per compensare le perdite. Si tenga presente che il risultato iniziale è stato ottenuto utilizzando un materiale estremamente scadente in quanto comprendente, accanto ad un corpo sedimentabile di qualità ottima, una altissima percentuale di materiale argilloso o molto fine. Ciò è stato possibile in quanto la legislazione dell’epoca lo consentiva. I lati negativi di inquinamento marino per torbidità si sono effettivamente verificati, ma oggi non vi è più traccia di inquinamento di sorta. La realizzazione sarebbe oggi possibile solo disponendo di materiale selezionato per un volume che, come si è visto, risulta di oltre 300.000 mc. Evidentemente il costo dell’operazione sarebbe molto elevato, ma non proibitivo, visti i risultati raggiunti.
…. Queste spiagge sono caratterizzate da una granulometria dei sedimenti molto ampia che va dalle sabbie fini ai grossi ciottoli. I materiali più grossolani, in gran parte provenienti da versamenti anteriori al 1975, sono costretti a rimanere sostanzialmente nei singoli tratti compresi tra due salienti o pennelli e costituiscono un potente fattore di stabilità in quanto, in occasione delle mareggiate, vengono strappati alla spiaggia emersa e portali allo esterno, allontanando il frangimento delle onde e quindi limitando la risalita dei frangenti sull’arenile. Con la bonaccia, le onde più corte, fanno risalire il materiale grossolano a formare una fascia ghiaiosa presso la battigia, con aumento della pendenza e avanzamento dell’arenile.
Purtroppo, l’azione delle onde frangenti determina una rapida usura di tali materiali riducendone rapidamente le dimensioni e quindi il volume complessivo. Risulta pertanto necessario introdurre nuovo materiale anche grossolano, con le operazioni di ripascimento per mantenere spiaggia e anche questo potente fattore di stabilità. Al proposito è opportuno notare come, il materiale versato nel 2008, riconoscibile dal colore scuro, che era, in gran parte, di granulometria compresa tra 25 e 5mm. sia ormai ridotto ai 4-3 mm visibile nelle strisce sedimentarie di risalita dopo le mareggiate.
Per quanto riguarda i prossimi decenni, se come purtroppo pare probabile, non si riuscirà ad evitare completamente le conseguenze del fenomeno di “riscaldamento globale”, dovremo prepararci ad un progressivo innalzamento del livello marino. A questa situazione si riuscirà a far fronte, entro certi limiti, solo con volumi molto elevati di materiale da ripascimento, volumi che non sarà possibile far giungere da terra sia per ragioni logistiche che finanziarie e che pertanto potranno essere ricavati solo da cave marine. È quindi necessario proseguire la ricerca già in corso da anni da parte dell’Università di Geologia di Genova (proff. Marco Ferrari e Nicola Corradi) di queste possibili fonti.
Spotorno, ottobre 2017, Ing. Giorgio Berriolo
DANNI AL PORTICCIOLO DI FINALE LIGURE
L’anno passato con la mareggiata di Natale 10.000€ di danni per assoluta incapacità di gestire il porto, quest’anno ancora danni probabilmente di entità simile!! Anziché chiacchiere inutili o sconti di 100 € fate qualcosa di sensato, imparate dagli altri gestori di porti. Ormai tenere la barca a Finale è diventato un lusso inaccettabile. Paolo Accinelli
IL SINDACO: in giunta abbiamo deliberato una importante variazione di bilancio e stanziato 600 mila euro per il porto. Faremo inizialmente una verifica strutturale sulla diga foranea per capire quali e quanti danni la recente tempesta ha arrecato e provvederemo a cantierare le opere necessarie alla sua manutenzione, sperando di poter utilizzare parte di tale somma anche per la sostituzione/riparazione dei pontili e quant’altro è stato danneggiato.
Il porto è una infrastruttura e deve essere messo in sicurezza. dice il sindaco Frascherelli