Non ricordiamoci dell’importanza di un ospedale, all’altezza del fabbisogno dei malati e della comunità, solo quando proviamo sulla nostra pelle la Sanità del territorio. Come è scandaloso, miope, abituarsi alla denuncia di un cardiopatico che si vede “fissare” una visita cardiologica addirittura per fine marzo 2019. Come è autolesionismo non essere uniti e coesi affinché il ponente ligure abbia una rete autostradale da paese civile che non mortifichi, pregiudichi turismo e sviluppo, qualità di vita. C’è un territorio incapace di dotarsi di nuova autostrada (Albenga – Garessio- Ceva o Borghetto S.S. – Carcare – Predosa). Incapace di rendere prioritario il raddoppio ferroviario Andora – Finale Ligure. Temi discussi in un confronto pubblico tenutosi a Pietra Ligure e che ha visto protagonisti Angelo Vaccarezza e Mario Carrara. Prime prove, si direbbe, di uno schieramento di centro destra, modello Toti e che vedrebbe la Lega coinvolta nella lista unica impegnata a battere il centro sinistra dell’ex sindaco Luigi De Vincenzi, a sua volta vice presidente e consigliere regionale Pd. Chi riuscirà tra i due schieramenti e aspiranti alla vittoria a presentarsi unito ? Chi riuscirà ad organizzare una o più liste di ‘disturbo’ ?
Un’occasione per rispolverare vecchie problematiche, più attuali che mai. Ma anche sparare sulle responsabilità politiche per la grave perdita di competitività del Santa Corona (tra gli anni ’70 e ’90 ancora un centro con molte eccellenze, dalle specialità, agli staff medici a partire dai primari ). Nel mirino il tandem Burlando – Moltaldo che hanno imposto la deaziendalizzazione del nosocomio sull’altare dei risparmi e del bilancio regionale (non sappiamo quale sia stato e sia l’importo risparmiato), ma anche il ruolo passivo dell’ex sindaco pidiessino Luigi De Vincenzi, probabile ricandidato alle prossime comunali.
Scelte sciagurate per la sorte del Santa Corona: dalla fuga di medici specialisti al complessivo livello qualitativo che tutto sommato resiste grazie alla sua particolarità di non essere una struttura elefantiaca. Al rischio che il Dea di secondo livello resti azzoppato (vedi la cardiochirurgia ora solo in deroga), mentre lo sbandierato progetto del monoblocco non sarebbe mai arrivato in Regione. Contro il declino del Santa Corona si propone il ritorno ad Azienda Sanitaria, ipotesi che dovrebbero far propria, dal 2019, tutte le giunte di centro destra dopo il risultato elettorale.
Mario Carrara ha pure lanciato un’idea inedita per il rilancio del nosocomio che serve un vasto ‘bacino di utenza’ e di emergenza: il ponente ligure ed in parte il Basso Piemonte. Propone l’istituzione di Facoltà universitarie, sezione distaccata di Genova, per Medicina e Chirurgia. Insomma ridare al Santa Corona ciò che è stato dissennatamente tolto. Ma forse ogni difesa, anzi ogni spinta propulsiva acquista più forza e possibilità di concretezza se si è uniti e coesi. Non si può da una parte invocare la Sanità ‘modello e conquista sociale’ e poi scivolare verso la privatizzazione e la trasformazione degli ospedali in terra di conquista per imprenditori alla ricerca di profitti sulla salute dei cittadini.
Serve trovare un punto di incontro a meno che anche la Sanità continui ad essere motivo di lacerazioni e tra i due litiganti, recita il vecchio adagio, il terzo ( ovvero la privatizzazione) gode. Il confronto, la sintesi, la dialettica propositiva e costruttiva piuttosto che una ‘guerra continua’ e di cui tutti, o quasi, finiamo per subire le conseguenze più o meno deleterie. E di cui si è fatto l’elenco principale.
LA SERATA CON UN INVITATO SPECIALE – Invitato dalla Lista Civica dei Pietresi, Angelo Vaccarezza, Capogruppo Consiliare di Forza Italia al Consiglio regionale ligure, ha tenuto, di fronte ad una sala gremita, una conferenza sul tema : “ Il Ponente Ligure dal crollo del ponte Morandi ad occasione di rilancio: infrastrutture , collegamenti, spiagge ed arenili “.
Mario Carrara introducendo la riunione ha sottolineato come, in Liguria dal 1967, dalla costruzione dell’Autostrada dei Fiori, in tema di infrastrutture, non sia stato fatto più niente: nulla! Ciò, nonostante negli anni ci sia stato un aumento vertiginoso del traffico automobilistico e dei camion e Tir internazionali. Ha di nuovo rimarcato come la stessa autostrada nonostante abbia le tariffe tra le più care d’Italia, non possieda tutte le caratteristiche tecniche idonee, per essere considerata tale, mancando delle corsie d’emergenza, soprattutto nelle gallerie, e di guard rail a norma, operando in regime di “deroga”; infine, come, in una situazione del genere, appaiano più che ingiustificati gli aumenti tariffari che vengono attuati ad ogni inizio d’anno.
Carrara ha evidenziato come Vaccarezza si sia impegnato fortemente per migliorare la situazione infrastrutturale del Ponente ligure con le ipotesi di nuovi collegamenti autostradali come la “Albenga-Garessio-Ceva” o come la “Borghetto-Carcare-Predosa”, opere che, tra l’altro, eviterebbero il verificarsi degli incolonnamenti infiniti dei Tir fino a Genova per salire, poi in pianura Padana; oltreché, ovviamente, costituire alternative valide al traffico turistico.
Angelo Vaccarezza ha ribadito l’imprescindibilità della prosecuzione e del completamento delle nuove opere già in corso di esecuzione come la “gronda” di Genova ed il “terzo valico” ferroviario; opera, la prima, che consentirà di “liberare” Genova dalla “morsa” delle automobili, e notevoli risparmi sui tempi di percorrenza, per gli automobilisti; la seconda, invece, consentirà d’aver più treni in direzione Milano, treni che potranno ridurre i tempi di percorrenza con la Lombardia e che costituiranno per il traffico delle merci di avere una valida, rapida e, soprattutto, conveniente alternativa rispetto al trasporto “su gomma”.
Sul tema delle nuove infrastrutture, di cui il Ponente ha bisogno, ha sottolineato come, sia per l’Autostrada dei Fiori e per l’Autostrada Savona-Torino una componente rilevante del capitale sia in capo alla Provincia di Savona, quindi il collegamento “trasversale” tra le due autostrade, rappresentato specialmente dalla Borghetto-Carcare-Predosa potrebbe essere più attuabile; ovviamente, secondo un percorso concordato con gli enti territoriali attraversati. Il capogruppo di FI in Regione, ex presidente della Provincia, ex sindaco di Loano, ex vice presidente Autofiori, ha anche rimarcato come la rilevante partecipazione azionaria detenuta ora dalla Provincia di Savona e ottenuta all’epoca della sua presidenza, si sia rivelato come un ottimo affare sotto il profilo finanziario perché consente a quell’Ente di conseguire significativi introiti dai dividendi, rappresentando una risorsa finanziaria di sicuro affidamento ed investimento.
Per quanto riguarda il raddoppio e lo spostamento a monte della ferrovia, nella tratta Finale Ligure-Andora, ma specialmente nella raccapricciante tratta a binario unico, ottocentesca, tra Finale e Loano non ci debbano essere più indugi: c’è un progetto, che potrà anche non essere il migliore possibile, ma c’è! La sconcertante “uscita” di qualche giorno fa del ministero delle infrastrutture (poi subito rettificata), che ha parlato di verifica della “fattibilità” del progetto, è un non senso perché già i Comuni rivieraschi si sono espressi in merito su un progetto, ben reale e concreto; quello che manca è il danaro necessario per attuarlo.
Bisognerà vedere se questo Governo, che, pur avendo una componente politica che dimostra di non conoscere bene la realtà territoriale ligure, ne ha pur un’altra che, invece, la conosce “bene“, avrà la volontà di finanziare quest’opera, che non rappresenta una necessità secondaria, ma la realizzazione ed il completamento di un collegamento primario internazionale, che non può più attendere oltre. Oggi tutti i disservizi per l’utenza e tutte le mancate possibilità di sviluppo dell’economia turistica di metà regione sono dovuti a questa “incompiuta”, anacronistica ed assurda situazione di un tratto, pur limitato, di ferrovia ancora sul tracciato originario del 1860!
La conferenza è proseguita con vari interventi e si è, quindi, conclusa con quello di Mario Carrara che ha sottolineato come l’incontro abbia rappresentato l’occasione per avere un confronto col nostro rappresentante in Regione circa i temi infrastrutturali del nostro territorio che si evidenziano sempre più come la principale di tutte le questioni del Ponente, ma anche come un’occasione per rinsaldare e “tenere unito” il centrodestra in tutte le sue componenti.
Ha chiuso l’incontro l’intervento di saluto dell’on. Sara Foscolo. A questa conferenza con gli esponenti del centrodestra me seguiranno altre.
Il “siparietto” iniziale sul Santa Corona
In inizio della conferenza, dal pubblico, è stata sollevata la questione dello stato dell’ospedale Santa Corona, considerato in forte, progressivo degrado ed impoverimento di potenzialità e servizi; uno dei presenti ha lamentato come egli, cardiopatico, si sia visto “fissare” una visita cardiologica addirittura per la fine del prossimo mese di Marzo 2019! Angelo Vaccarezza non si è sottratto dall’affrontare la questione, ricordando come la situazione del Santa Corona attuale tragga l’origine del suoi mali dalla “deaziendalizzazione” dell’ospedale stesso, voluta ed imposta dalla precedente Giunta regionale a predominio del PD, col presidente Burlando e, soprattutto, dall’assessore alla Sanità, Montaldo. Ha, inoltre, ricordato come “contro” la stessa perdita della qualifica di “Azienda sanitaria“, molti Comuni della Riviera sì batterono strenuamente sia votando “contro” alla deaziendalizzazione nella conferenza dei Sindaci, che “dopo”, quando la perdita dell’azienda fu decisa, opponendosi con un ricorso al TAR, peraltro, vinto, ma invano. A queste iniziative, non si associarono gran parte dei Sindaci del centrosinistra, tra cui quello del Comune di Pietra Ligure che, nella conferenza dei Sindaci SI ASTENNE. Sindaco che, ora, da Consigliere regionale dello stesso PD, interviene spesso sull’ospedale.
Vaccarezza ha concluso ricordando come l’impegno per la salvaguardia del DEA di secondo livello sia una questione imprescindibile, come pure ha sottolineato che la Regione Liguria in provincia di Savona, pur con l’apporto dei privati, sia riuscita a conservare (forse unica provincia nel nord Italia) tutti e quattro i suoi ospedali precedenti, attualmente funzionanti.
Il rappresentante della Lega Nord, Paolino, segretario della sezione di Pietra Ligure e dipendente dell’ospedale S. Corona, ha sottolineato come all’ospedale in questi ultimi decenni siano state sottratte specialità, competenze, uffici, mansioni, nonostante sia un DEA di secondo livello. Paolino si è chiesto come sia possibile che, in soli tre anni, si possa mettere rimedio al progressivo impoverimento e riduzione delle potenzialità di cui godeva prima Santa Corona, operato per decenni dalle Giunte regionali del PD e del centrosinistra. Ha assicurato l’impegno del suo partito affinché Santa Corona conservi la qualifica di DEA di secondo livello. In ultimo, ha pure evidenziato che il tanto “sbandierato” progetto di riqualificazione dell’ospedale con la vendita del patrimonio immobiliare all’interno del Santa Corona, non più destinabile ai servizi ospedalieri e con la conseguente, successiva costruzione di un moderno nuovo monoblocco, in realtà non sia mai stato presentato formalmente alla Regione e che, quindi, un progetto serio e formale non esista, ma che si tratti di mera e sola “propaganda“; guarda caso proveniente proprio da chi nel PD, apparentemente dice di prendere le parti dell’ospedale.
Mario Carrara, concludendo, ha proposto per il rilancio di Santa Corona tre punti:
1) La richiesta della dotazione della cardiochirurgia, specialità che “spetterebbe” di diritto a Santa Corona, essendo una di quelle che compongono la dotazione istituzionale di un DEA di secondo livello (che ora è solo in deroga), essendone l’ospedale sprovvisto. Ciò consentirebbe in futuro di “blindare” in qualche modo la qualifica di DEA, per Santa Corona.
2) Chiedere a gran voce, da parte di tutti i Comuni rivieraschi, specialmente “dopo” le prossime elezioni comunali di primavera, quando si confida che la gran parte delle amministrazioni comunali saranno omogenee politicamente con la Regione Liguria, la riattribuzione della qualifica di “Azienda sanitaria” per Santa Corona; cioè: restituire a Santa Corona quanto il PD le aveva tolto.
3) Visto che progetti formali e regolari per realizzare un nuovo monoblocco, in seguito alla vendita di molti immobili dell’ospedale, non ne esistono; considerato che sarà ben difficile che, di questi tempi di crisi del mercato dell’edilizia, possano sussistere od essere ipotizzate soluzioni di vendite vantaggiose dei sopraccitati edifici dismessi o da dismettere; rilevato che per questi edifici, non più “recuperabili”, sì dovrà pur prevedere qualcosa che non sia solo lasciarli cadere in progressiva rovina, si propone di renderli utilizzabili per una finalità della quale, in un lontano passato si era fatto cenno; cioè : ospitare la sede staccata della facoltà di Medicina e chirurgia dell’università di Genova.
Un’utopia? Mica tanto!
Come a Savona ed Imperia sono state istituite sedi staccate di facoltà universitarie letterarie, tecniche e scientifiche, ma la facoltà di medicina di sedi staccate non ne ha nessuna in tutto il Ponente ligure, perché non individuarla presso l’ospedale Santa Corona, dove molti capienti immobili sarebbero disponibili?