Dal diario di un cacciatore di anomalie. Il processo “ Giuseppe POLEMICO”.
“ Possibile che capiti a me ? Pensava Giuseppe, da giorni (quanti?) nella piccola cella quasi al buio senza sapere né perché né percome si trovava lì. Qualche giorno prima avevano bussato alla porta del suo piccolo appartamento da scapolo impenitente, due agenti in borghese dall’aria inquietante al solo guardarli.
“Buongiorno. Giuseppe Polemico è lei?” aveva esordito il meno arcigno dei due.
“Sono io. Posso esservi utile?”
L’arcigno fece una smorfia che probabilmente per lui doveva essere un sorriso e scosse la testa ripetutamente in segno di diniego.
L’altro disse:” Signor Giuseppe Polemico la dichiaro in arresto, per crimini contro la società. Metta le mani dietro alla schiena”.
“Scusate ma ci dev’essere uno sbaglio, non so di aver commesso alcun reato, almeno coscientemente. Non dovrei aver diritto ad un avvocato, in ogni caso?”
“Tutto a suo tempo , avrà un regolare processo e l’avvocato le verrà fornito gratuitamente d’ufficio” fu la secca risposta dell’arcigno.
“Tanto per far restare tutto in famiglia ?!” Osò replicare Giuseppe senza ottenere reazione alcuna dai due.
Poi la cella, con un pasto al giorno e tanto silenzio.
La chiave girò rumorosamente nella toppa e la porta si aprì cigolando.
“Si sistemi un momento. Si lavi la faccia e si pettini la barba e i capelli. E’ arrivato il momento del processo. Presiederà il giudice Tigna Beltempo Benedetto. Si comporti bene, nel suo interesse. Il giudice è assai permaloso, e la giuria è composta da vecchi bigotti barbosi.”
Il carceriere sembrava addolorato e pieno di comprensione, ma Giuseppe parve non notarlo affatto.
Nell’aula, piccola, spartana, uno sparuto gruppo di spettatori; a sinistra ,in piedi, con tanto di toga nera con alamari bianchi , un personaggio quasi da operetta, magro, alto, col naso adunco e due baffetti neri da sparviero .
Il carceriere disse: “ Quello è il procuratore Plinio De Legis. Rappresenta l’accusa. Pericoloso. Auguri!”
Giuseppe Polemico fu accompagnato al banco degli imputati; si sedette smarrito e confuso. Avrebbe voluto chiedere dove era il suo avvocato col quale avrebbe giustamente voluto conferire. Entrò la giuria e Giuseppe si sentì sotto osservazione come un microbo al microscopio.
“In piedi!” disse il cancelliere” entra il giudice Tigna Beltempo Benedetto!”
Tutti si alzarono e Giuseppe incontrò per un attimo lo sguardo del giudice e sentì come un brivido alla schiena.
“ Comodi, comodi” disse il giudice con finta bonarietà, poi batté il martelletto con vigore e annunciò che il processo era iniziato.
Con sussiego e maestosità nella voce continuò: “Il Popolo contro Giuseppe Polemico per i reati di cui alla legge 610 comma terzo, con aggravante prevista dal comma sesto. Lei dunque Giuseppe Polemico come si dichiara?”
“ Signor Giudice” disse l’imputato alzandosi in piedi “ devo dire che non ho la più pallida idea di cosa indichi l’articolo 610 della citata legge, pertanto….”
“Si taccia! La legge non ammette ignoranza. E poi mi chiami Vostro Onore. Mi sono sempre piaciuti i processi americani alla Perry Mason. Cancelliere fate entrare l’avvocato d’ufficio per il sig. Polemico”
L’avvocato d’ufficio entrò ancor prima che il cancelliere aprisse la porta laterale e il suo ingresso fu accompagnato da un sommesso mormorio. Piccolo, tarchiato, la faccia dichiarava apertamente una età avanzata ad onta di una capigliatura tinta di un nero corvino e stirata con lacca che sulla nuca non riusciva a coprire del tutto un inizio di calvizie.
“Avvocato Primo Defensor , ancora lei ?”
“Vostro Onore lei sa della mia completa disponibilità al servizio della giustizia!”
“Certamente conosciamo perfettamente la sua illuminata carriera come avvocato d’ufficio, una missione quasi!” E il giudice si permise una breve risatina sottolineata dal sommesso mormorio del pubblico.
“Si sarà ,spero, documentato sul caso che andiamo a trattare, vero Avvocato Defensor?”
“ Beh il caso è semplice.. Si dovrebbe… certo che.”
“Ho capito” disse Il giudice Tigna “le lascio due minuti per conferire col suo cliente”
Defensor si avvicinò a Giuseppe e disse sottovoce:” Allora cosa ha fatto?”
“Speravo che me lo dicesse lei, avvocato. Non ne ho la più pallida idea!”
“Sempre così i casi del giudice Tigna. Vedremo cosa si può fare durante lo svolgimento del processo. Non prenda iniziative. Siamo pronti Vostro Onore!”
Il Giudice si rivolse all’avvocato Plinio De Legis e lo invitò a procedere con l’escussione dei testi per l’accusa. Il De Legis si alzò lentamente e con voce profonda, molto teatrale, declamò:
“ Chiamo a deporre il Sig. Giovanni Giano”
Il teste si presentò al banco e si sedette. Il Giudice lo invito a giurare sulla Bibbia di dire la verità nient’altro che la verità, poi lo invitò a declinare le sue generalità.
“Mi chiamo Giovanni Giano, coniugato, ho 56 anni. Lavoro in un Circo come clown.”
“ Siamo in Italia, vuol dire che fa il pagliaccio in un circo?”
“Se vuole dire così, sì faccio il pagliaccio !” rispose un po’ seccato il testimone.
“Dica alla Corte a cosa ha assistito che riguardava l’imputato” L’avvocato De Legis si era nel frattempo avvicinato al banco e fissava con occhio severo il Giano che,assai intimidito, incominciò il discorso balbettando.
“ Ho assistito varie volte alle polemiche verbali del Sig. Giuseppe, molto articolate per la verità, ma sempre veementi e irruenti su i più disparati argomenti”
“Ah questo sarebbe il reato!” pensò stupito Polemico” Sarà per il nome che porto , come si dice < nomen omen >?”
“Vostro Onore, non sapevo proprio che difendere il proprio punto di vista polemizzando costituisse un reato tale da scomodare tanto apparato di giustizia” disse con impeto Polemico, al che l’avvocato De Legis balzò in piedi tuonando con voce alta:
“Questa è reiterazione di reato Vostro Onore”
“Obiezione, obiezione” fece eco Defensor”
Il Giudice Tigna disse perentorio: “ Avvocati volete avvicinarvi?”
Abbassò la voce e disse: “ Moderate gli interventi o faccio sospendere l’udienza, e lei avvocato Defensor tenga a freno il suo assistito facendogli capire di non peggiorare la sua posizione.”
“ Ha domande da fare al teste avvocato Defensor?”chiese Tigna.
“ Sì grazie Vostro Onore. Sig. Giano alle discussioni che hanno visto, secondo lei, protagonista l’imputato , lei ha partecipato o era un semplice spettatore? E vi erano altri attori coinvolti nelle diatribe?”
“Veramente erano discussioni corali. Vi sono stati tentativi di autoritarismo e crisi verbali di ogni genere”
“Obiezione” Tuonò De Legis “ Il Teste esprime valutazioni personali, inoltre il processo riguarda l’imputato e non altre persone.”
“Obiezione accolta. Le ricordo che il teste è un teste dell’accusa”
“ Se non avete altre domande. Il Sig. Giano può accomodarsi. Avvocato Defensor i suoi testi?”
“ Chiamo a deporre in ordine il Sig. Sensobono e poi la Sig.ra Vera Logica”
“Un momento ,un momento avvocato Defensor. I testi che lei ha nominato sono stati diffidati ad entrare nelle aule della giustizia in quanto sospettati di professionismo testimoniale”
“Sono fregato” Pensò Polemico. “A questo punto sospendiamo il procedimento e la giuria si ritiri per deliberare.” Il Giudice sparì in un baleno dalla porta di sinistra mentre il pubblico rumoreggiava con fare crescente. La giuria torno esattamente dopo 25 minuti.
“La giuria ha raggiunto un verdetto?” chiese Tigna
“ Sì vostro Onore” e il presidente passò un foglio al cancelliere che lo portò al giudice. Furono attimi di tensione. Polemico era nauseato di tutta la faccenda tanto che gli sembrava la trama di un romanzo surreale di un autore per di più di poco talento. Gli avvocati guardavano le carte sui loro tavoli con forzata indifferenza.
“Presidente può leggere il verdetto”. “ La Giuria con voti dieci su dieci ha giudicato l’imputato non colpevole per insufficienza di prove”. Tra il pubblico scoppiò un applauso, subito stoppato dai colpi di martello del giudice . Quando il silenzio calò sull’aula Tigna Beltempo Benedetto si rivolse all’imputato: “Sig. Polemico, non so come lei sia riuscito ad evitare una condanna. Non certo per la bravura del suo difensore né per l’incisività del suo accusatore, ma mi creda ,eviti di trovarsi in situazioni che possano scatenare la sua vena polemica. Una prossima volta potrebbe avere un epilogo molto diverso. Avvocato Defensor, dire che ci rivedremo presto è sicuramente scontato visto che lei credo faccia parte dell’arredamento di questa aula di giustizia. Buongiorno”
“ Vostro Onore! Sempre a sua disposizione. Ossequi alla signora. Sig. Polemico mi congratulo con lei per lo scampato pericolo. Ad onor del vero devo farle notare che, a volte ,manifestare insicurezza e scarsa abilità può ottenere sulla giuria effetti insperati che pongono l’imputato nella condizione di essere compatito e portato ad essere aiutato . La saluto.”
Così dicendo ,stringendo vigorosamente la mano a Giuseppe, Primo Defensor fece l’occhiolino poi si allontanò quasi svanendo nel nulla.
Nello Scarato