Le cronache dei media savonesi hanno reso ‘onore’, all’unisono, a Nicolò Siri, 90 anni festeggiati in famiglia il 20 gennaio, giornalista professionista dal maggio 1978, una vita spesa nei giornali quotidiani e settimanali, al Gazzettino Rai Liguria, e fino all’ultimo, da pensionato, a Radio Savona Sound. “Per cortesia non scrivere nulla, non ci tengo” rispondeva al collega quando chiedeva come trascorreva la giornata. Lo hanno descritto ‘decano dei cronisti’ e del giornalismo savonese. A loro volta cronisti poco attenti, se non altro perché il decano di anni e di iscrizione all’albo professionale, da pubblicista, è Remigio Vercellino, un’esistenza da corrispondente per quotidiani e settimanali dalla Valbormida e da ultimo cittadino di Savona. Classe 1925, tre anni più anziano di Siri, entrambi nati nel mese di gennaio. Vercellino iscritto all’albo dei giornalisti liguri dal 5 maggio 1959.
Nicolò Siri che ci capitava di incontrare verso l’ora di pranzo in via Pia. Un fedelissimo del ristorante FuoriDalleRighe, cucina famigliare e genuina, a scelta vegetariana. Il locale prediletto: “Ci vado ogni giorno per pranzo da quando sono vedovo, mi trovo bene, una cucina leggera, prodotti freschi, mai problemi di digestione, lo consiglio e non è caro”. Capitava di ritrovarci alcune volte, raggiunto anche dal giovane nipote. Nicolò che pensi della tua Savona, chiedevamo ? “Ormai mi sono ritagliato questi anni e soprattutto dopo che non mi posso più spostare come un tempo, ascoltando tanto musica classica, leggendo, ogni tanto incontro e sento qualche amico “. Nicolò, eppure hai avuto una parte diciamo importante nella tua città, negli anni in cui i savonesi leggevano numerosi gli articoli, ascoltavano Radio Rai Liguria (Il Gazzettino del mattino…) da Nicolò Siri…Forse meritavi di essere ricordato, ripeto sempre: è da vivi che bisogna essere rispettati. Nicolò: ” Ma perché parli di queste cose, io ho lavorato e
cercato di fare il mio dovere, mi pagavano e anche bene almeno quando sono stato assunto a La Stampa. Per il resto non ci tengo proprio ad apparire, lascio agli altri, magari più bravi e meritevoli di me….lo sai che non mi piace polemizzare. ” Nicolò, forse me ne potrei andare prima di te, ho un cuore da carrozzeria, come vorresti essere ricordato un giorno ? “….lascia perdere, non sono nessuno, penso di non aver mai avuto nemici, qualche dispiacere ed arrabbiatura, direi…scrivi che Nicolò vuole riposare in pace”.
C’è chi, come l’ex vice comandante dei vigili del fuoco di Savona, Michele Costantini, da pensionato collaboratore fisso a La Stampa (non contrattualizzato, pagato a notizia), nel suo ricordo scrive: ” “…Nic era
soprattutto un cronista di bianca, la politica, il porto, la cronaca sindacale, la sanità…con passione, obiettività, scrupolo, evitando sempre il ruolo di giornalista schierato che i lettori avevano sempre apprezzato e riconosciuto. …tanto da poter dire che in tanti anni non aveva neppure ricevuto una querela….“. Forse Costantini non deve essere molto in sintonia con Travaglio che nella sua ‘carriera’ parla di almeno un’ottantina di querele e i nemici gli contestano solo una (piccola) condanna pecuniaria. Oppure Antonio Ricci con Striscia La Notizia. O ancora, lo scrittore Roberto Saviano. Oppure come il mitico capocronaca del Secolo XIX, Pietro Ferro, compianto, che solleva dire: “Se da cronista non becchi almeno cinque querele non sei nessuno…“. Una querela non va considerata un titolo di merito, ma neppure di demerito se si tiene conto della valanga di querele ed azioni civili anche temerarie che colpiscono decine di giornalisti spesso impegnati in inchieste, approfondimenti, denunce per smascherare i piani alti del potere che conta, dei colletti bianchi del terzo livello, del diffuso sistema di corruzione. E’ vero, Nicolò non era tagliato per combattere, faceva bene e con passione, dedizione, la sua parte. Insomma non apparteneva al giornalismo d’assalto che non condivideva. A suo dire, ad ognuno il suo compito e toccava semmai alle istituzioni difendere onestà, legalità e democrazia.
Nicolò cattolico praticante, non bigotto, che era stato pure collaboratore de Il Cittadino di Genova, quotidiano ligure della Curia di quella diocesi e soprattutto ha firmato molti articoli per il settimanale Il Letimbro della Diocesi di Savona – Noli. Chissà se qualcuno a Palazzo Sisto e dintorni, tra le associazioni culturali, dopo aver letto della scomparsa del giornalista Siri farà un piccolo esame di coscienza.
Che dire quando Costantini invoca la ‘credibilità che conta, che fa di un giornalista, un giornalista con la G maiuscola. E che nella sua lunga carriera (alcuni media come Ivg ed altri l’hanno addirittura promosso caporedattore a La Stampa ) Nicolò di credibilità né ha avuta tanta“. Chissà se Nic avrebbe omesso di scrivere il dolore dei famigliari. Oppure come avrebbe commentato che i colleghi di oggi e di ieri a La Stampa non sono riusciti a far pubblicare un doveroso necrologio come spesso si legge quando se ne va uno che apparteneva alla grande famiglia del quotidiano torinese e nazionale. Ecco la scuola giornalistica del gentiluomo Costantini, rotariano, ci riporta al tema del rispetto della verità, ma anche della completezza dell’informazione.
(L.Cor.)