Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Alassio, rintocco di campane nel genetliaco di Scarpati e museo testimonianza a Moglio


Uno sfogo composto e privo di isterismi. Un tono quasi confidenziale per descrivere gli anni di vita in simbiosi con Francesco Scarpati stimato professionista alassino scomparso nell’agosto scorso. Lei è Dolores D’Avanzo compagna e partecipe di un dolore che ferisce, non si rimargina, un’anima tormenta da quel giorno luttuoso. Le cronache dei media locali con notizie ed particolari che non le danno pace. La sensibilità di donna la spinge a parlare, chiarire, confidare anche a costo di essere fraintesa per ristabilire la verità, con il vento della tristezza che continua a soffiare.

Dolores esordisce ricordando: “Si è scritto, ho letto, che Francesco non voleva i funerali religiosi in quanto ateo. Non è vero ! Francesco non era praticante, ma a modo suo credeva in Dio, in Gesù, nella dottrina cattolica e nei suoi valori intrinsechi. Durante gli anni trascorsi insieme e dopo essersi trovato vedovo, frequentava in amicizia  un sacerdote: don Mauro Marchiano, parroco per un breve periodo di San Giovanni e San Vincenzo in Alassio. Ora a Garlenda. E’ lui che ha benedetto il feretro di Francesco nel giorno del funerale, nonostante qualcuno tra i famigliari avrebbe voluto il rito civile…..”.

Francesco Scarparti se ne è andato a 84 anni

Dolores e il geologo

Don Mauro Marchiano

benestante, una convivenza disinteressata ? Il chiacchierio….”Ho profondamente amato e continuo ad amare Francesco, la sua ricchezza e forza umana, il bagaglio di valori e di insegnamenti che mi ha trasmesso. Lo ricordo per la sua infinita bontà e signorilità di comportamenti. Ero affascinata da una sincera limpidezza e dalla sua vasta cultura. Mi raccontava che era venuto al mondo dopo tre sorelle ed il papà, felicissimo dell’arrivo di un maschietto, era il 4 ottobre 1933, fece dire una Messa, chiese il suono delle campane della chiesetta della Carità che si trova nel Budello”.

Dolores: “Credo di fare cosa giusta e corretta ricordarlo anche in occasione del suo 85° genetliaco. In suo onore, il 3 ottobre, si è celebrata una Messa, come allora sono risuonate le campane della stessa chiesetta”.  E, aggiungiamo a titolo di cronaca vera, Dolores ha cantato. Una passione ed un dono di natura che ha riscoperto frequentando la chiesa, le cerimonie, la sua partecipazione alla cantoria.

Un altro aspetto forse di maggiore interesse nella comunità e tra i tanti amici alassini del benemerito geologo è anche sapere che aveva acquistato l’immobile che ospitava la Cooperativa di Moglio, sulla strada principale (Strada Provinciale 18, civico 10) per realizzare un museo dove si potranno vedere i suoi strumenti di studio e documenti delle sue ricerche scientifiche. Dolores: “Mi impegnerò  con tutte le mie forze affinché questo avvenga ed in tempi brevi. Voglio riscattarmi moralmente ed umanamente da chi mi ha descritto opportunista, salita sul carro della ricchezza e persino “gossippata” per la convivenza con Francesco. Viene da dire: chi ha la coscienza tranquilla non deve preoccuparsi delle maldicenze, eppure c’è un momento in cui ti senti sola contro i malvagi del buco della serratura. Il vittimismo non è il mio pane, ma credo non sia un peccato dichiarare un amore sincero. Non era la ‘cotta’ di gioventù, via uno avanti il prossimo. Ci univa un legame nato e cresciuto con l’esaltazione di sentimenti e della stima reciproca“.


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