Affascinati nei panni da elettori – 11, 4% multietnici – di Borghetto S. Spirito per la prima pagella in tema di coerenza. Tutti o quasi i benpensanti del podio si erano detti d’accordo che di fronte al più grave declino degli ultimi decenni si doveva procedere verso una ‘Borghetto Unita’. Fare squadra e non dividersi. Senza ‘facilitatori’ ovvero intrigo tra affari, politica, influenze massoniche. Al di sopra delle fazioni e delle ideologie, se esistono ancora. Al di fuori di etichette e bramosie di ‘padrini’ vicini e lontani. Nel ‘parlamentino’ regionale corrono uniti e profumatamente pagati: una media di 16 mila € al mese a fronte di un reddito pro capite (da borghettino) che, evasione permettendo, è di 17.691 €, ma all’anno, tra i 3.526 dichiaranti Irpef. Gli ubbidienti al richiamo della foresta hanno rinunciato ai buoni propositi, a partire dai signori del centro destra targato Forza Italia, Lega Nord e fratelli minori. A rimetterci checche ne dica la propaganda su “…spazio elettorale disponibile…”, a pagamento, sarà ancora una volta la città. I più deboli e le categorie commerciali. I proprietari di centinaia di locali vuoti: ‘affittasi’.
Con un sindaco che non sarà il sindaco di tutti. Non sarà una figura ‘forte’ perchè frutto di divisione anzichè condivisione. C’è da restare ammirati per la ‘faccia tosta’ (Roberto Moreno e C.) di chi predicava il valore dell’unità e fa il bellimbusto tra i cavalieri duellanti. E come non bastasse c’è chi alla Giancarlo Maritano si prodiga con IVG.it: “….nella nostra squadra non ci sono tesserati di partiti, né simboli di schieramenti, noi siamo alla Macron …”, vittoriosa nella grande Francia. Ma che bravi ! Si dichiarano orgogliosi e fortunati per non avere una tessera di partito in tasca ?! E chissà se l’hanno mai avuta e se ne sono pentiti. Se, osservando il gruppo dei propri candidati, ci sono figli o figlie che non devono affatto vergognarsi della militanza dei loro padri. Di certo in una società democratica, nata dopo la lotta di Liberazione dal nazifascismo e perché no dall’antiebraismo, non può essere un disonore l’iscrizione volontaria ad uno schieramento politico, un sindacato. E’ vero, tanti, troppi hanno calpestato gli ideali del comunismo, del socialismo, della democrazia cristiana – partito popolare ispirato da don Sturzo, dello stesso fascismo ‘socialistizzante’ di Mussolini finito nelle macerie di un sciagurata guerra con migliaia di giovani vite bruciate al fronte, all’arma bianca. Non c’è più guerra da 72 anni, c’è il Dio denaro che corrompe e devasta. Corruzione ed evasione fiscale – non quella della sopravvivenza – arricchiscono ed incrementano le disuguaglianze, le ingiustizie, le clientele. La dissoluzione che papa Francesco cita un giorno si e l’altro pure.
Sconfitti gli illusi fautori di ‘ Borghetto Unita ‘, incluso chi scrive queste righe da cittadino qualunque, molto in là con gli anni e mezzo secolo da testimone della cronaca di questa provincia, di Borghetto S. Spirito. Cronaca bianca, cronaca nera, giudiziaria, cronaca di vita di una comunità. Tra valori e disvalore. Nessun vanto da primo o secondo della classe, semplice servitore della libera informazione e incapace di far eleggere anche un solo consigliere comunale. Ci viene in mente le menti dotate che hanno caratterizzato, nelle consultazione comunali del 6 – 7 maggio 2012, la troika vincente: Gandolfo – Allegri – Baucia. Con il sostegno del laborioso Batan, al secolo Piero Guido, il cui beniamino della prima ora fu Luigi Picasso, bancario in pensione, tra i protagonisti di uno sfascio umano (e non solo), di un governo ritenuto tra i peggiori della storia borghettina. Forse non è proprio così a passare in rassegna alcune opere (approdo turistico privato, arginamento del Varatella, passeggiata a mare centrale e di ponente in ritardo sulla tabella di marcia, pedonale panoramica a Capo Santo Spirito, Castello Borelli in ricostruzione turistico alberghiera). Eppure come ignorare quanto trucioli.it ha più volte rimarcato: a Borghetto le seconde case sono un dormitorio per chi va a spendere a Loano o ad Alassio, Albenga. Il Puc non può più attendere, l’ex oleificio Roveraro è la peggiore catastrofe, il peggiore biglietto da visita, lasciato in quelle condizioni.
Cosa ci hanno regalato in tanti anni di alternanza gli ispiratori di Borghetto disunita ? Col censimento del 2011 la popolazione residente era di 5.154 unità a fronte dei 5.075 del censimento 2001. I dati Istat del 2015, al 31 dicembre, portano l’asticella a 4.948 cittadini iscritti all’anagrafe comunale di cui oltre 2 mila compresi tra i 60- 100 anni (questi ultimi erano indicati a quota 5). La fascia di età più numerosa è tra i 65 – 69 anni (394 vedi anche la tabella). Se gli attuali numeri anagrafici fossero traslati nel censimento, i consiglieri da eleggere scenderebbero da 10 a 7 e gli assessori da 4 a 3. Insomma la ‘capitale dell’industria cementiera‘, a base di seconde case, ha fatto passi da gamberi. Neppure i prezzi e gli affitti più calmierati ed in molti casi pur sempre eccessivi, hanno dato risultati. Ci sarà pure una ragione e non bisogna essere scienziati per trarre conclusioni.
Non parliamo di cosa è accaduto nel bilancio comunale con le penose dichiarazioni dell’allora presunto ‘capopopolo Gandolfo’ che si scagliava contro una dirigente comunale alla quale prometteva di chiedere pure i danni. Nei suoi panni un’altra sensibilità politica avrebbe maturato un senso di colpa, quantomeno in vigilando. Invece eccolo procedere ieratico a braccetto della colta moglie, insegnante – dirigente in pensione, nell’affollata Floricola 2017. Abito a Barescione di Toirano e mi ‘esibisco’ tra la folla perché posso camminare a testa alta.
Dei tre condottieri del 2012, con un ruolo determinante e soffuso dietro le quinte, è rimasto Mario Baucia. Nell’ottobre 2016 aveva lasciato la presidenza di Ponente Acque e scriveva ai sindaci compresi tra Borgio Verezzi ed Alassio: “Due anni fa insieme a tutti i sindaci della Servizi Ambientali e della Sca abbiamo intrapreso una lotta dura e difficile per la difesa della gestione pubblica del servizio idrico integrato, più banalmente la difesa della gestione pubblica dell’acqua. Con tenacia, con perseveranza ed avendo come faro, come stella polare il bene dei cittadini, abbiamo coinvolto tutti i sindaci della provincia di Savona nonché la presidente della Provincia Monica Giuliano ottenendo il risultato sperato di realizzare la gestione pubblica dell’acqua attraverso il costituendo Ato 3. Per difendere la sua esistenza abbiamo dovuto coinvolgere i consiglieri regionali Vaccarezza (primo firmatario della legge regionale), De Vincenzi e Melis, senza il lavoro dei quali tutto sarebbe sfumato. Successivamente, sempre con tanto impegno e determinazione, abbiamo dato vita ‘sulla carta’ alla New Co Ponente Acque, insieme ai sindaci della Sca, per poter essere gestori pubblici del servizio idrico integrato. Alla fine di dicembre 2015 la Provincia di Savona (o Ega come si chiama ora) ci ha affidato, tramite apposita convenzione, l’incarico di porre in essere le attività necessarie per addivenire alla gestione del servizio idrico integrato, da compiersi entro un anno”.
Insomma per Baucia un attestato da promosso, come si adirebbe a chi nella vita ha fatto l’insegnante del liceo. E prima ancora aveva lasciato la presidenza della Servizi Ambientali Spa, la società pubblica più impenetrabile e riservata della provincia che un cronista di lungo corso abbia mai incontrato. Fabbrica da sistema di clientelismo e familismo. Sfacciatamente finito nella sordina dei mass media locali. Tra l’altro scrivendo servizi (già su trucioli savonesi) forse ai limiti della diffamazione se le notizie scritte fossero risultate false. Non è successo nulla, neanche il ricorso alle querele temerarie di cui sono bersagliati i giornalisti meno ligi al potere lobbistico o corrotto. Le persone, i lettori, si scordano facilmente anche delle peggiori nefandezze, la memoria corta fa il resto. Basta non toccarle nel portafogli, ricorda un detto.
“Mario Baucia che era riuscito a commuovermi, a farmi restare di stucco – racconta lo ‘storico locale’ Giannino Pesce, ex assessore leghista, presidente della Croce Bianca e per questo ha rinunciato a scendere in campo pur non nascondendo di tifare per il popolo di Beppe Grillo – quando celebrò la Santa Messa per la morte della affezionatissima mamma, rimase imperterrito nella predica, ma al termine della cerimonia funebre piangeva come un bambino…”.
Oggi è stato Baucia a non far deragliare un paio di figure importanti nel contesto socio politico borghettino: Ivan Cambiano, dirigente del Comune di Ceriale e Maria Grazia Oliva, unica esponente della passata giunta del capitano Gianni Gandolfo. Cambiano e Oliva, borghettini puro sangue con un bagaglio di esperienza e speriamo di etica pubblica. E’ probabile che grazie al loro apporto sia stato ‘cooptato’ un altro esponente della società civile e solo da un paio d’anni cittadino di Borghetto, reduce dal consiglio comunale di Ceriale.
Simone Fresia non è solo giovane imprenditore edile, amministratore unico di società di famiglia. Può esibire un curriculum: ingegnere Edile con laurea al prestigioso Politecnico di Milano, come tesi un progetto strutturale di una Università di Shanghai. Nei suoi studi un “periodo letterario”. A Roma si è guadagnato il dottorato in Lettere e massimo dei voti all’Università “Sapienza”, tesi su Petrarca (2009). Nella la stessa facoltà si occupava di Storia dell’arte, Letteratura e Sociologia. Ha rinunciato alla carriera accademica, con la proposta di un dottorato all’estero e dopo il matrimonio con una coltivatrice diretta di Borghetto, ex commerciante, ha lasciato il ruolo pubblico che aveva nella natia Ceriale. Qui ha dimostrato di essere stato un solitario nel contestare il ‘‘metodo Fazio‘, sindaco al secondo mandato, al punto che Fresia è stato ‘spogliato’ della delega alla Polizia municipale, ambiente e verde pubblico. Le gocce che avevano fatto traboccare il vaso ? La destinazione dell’ex cantiere navale Patrone, sul lungomare. Per il ‘Vangelo Fazio’ trasformazione in verde pubblico e spesa a carico del Comune per l’abbattimento, smaltimento, progettazione a giardino e parco giochi. Fresia riteneva che quello spazio prezioso fronte mare poteva essere affidato ad un investimento privato capace di creare posti di lavoro in una realtà sociale dove c’è bisogno soprattutto di sviluppo non speculativo, di acceleratore sulla qualità.
In effetti i primi e maggiori beneficiari dell’operazione ‘giardini e verde pubblico‘ ex Patrone sono stati alcuni costruttori che nelle immediate vicinanze hanno acquistato immobili (tra cui due residence) ricostruiti con relativi aumenti di volume e messi sul mercato delle seconde case. Nel plus valore, manco a dirlo, proprio la valorizzazione a mare rispetto alle macerie del vecchio cantiere. Bastava recarsi in agenzia per chiedere e veniva esaltata la nuova sistemazione del lungomare. Anche a Ceriale vale il detto: c’è bisogno di tutto fuorché di altre ‘case al mare’ e da questo escludiamo la destinazione di edifici fatiscenti, a cominciare dal centro storico. A guadagnarci da ‘cemento amico’ restano l’Imu e chi costruisce, vende, con la filiera delle agenzie immobiliari, delle ditte artigianali ormai al 95 per cento albanesi, romene, bulgare, tunisine. Con relativa manodopera a basso prezzo.
Ebbene nonostante queste credenziali di candidato che non si adegua a tutte le stagioni, sarà dura per Fresia farsi ‘largo’ almeno tra le forze giovanili che si recheranno alle urne l’11 giugno. Sono un’ottantina tra 18- 19 enni che votano per la prima volta (vedi tabella). Si aggiunga che la città non ha centri di aggregazione giovanili, se si esclude la piscina, le spiagge estive. Va decisamente meglio, nonostante chi le rinfaccia l’eredità Gandolfo, per l’ex vice sindaco Maria Grazia Oliva, mamma di tre figli in età scolastica, impegnata nel sociale e con la positiva esperienza dell’assessorato ai Servizi Sociali e alla Cultura, a questo si aggiunga che non ha potenziali conflitti di interesse (“Ho un orto di 600 mq” aveva dichiarato a trucioli.it…..) .
Non sarà facile per un giovane ‘vecchio’ si potrebbe dire della politica amministrativa locale, quale è Pier Paolo Villa, tra i più ‘navigati’ nonostante i 43 anni. Una vocazione leghista, una forte personalità non disposto facilmente a legare il carro dove vuole il padrone. Ha sbattuto la porta alla Lega, partito che resiste a tutte le tempeste e che oggi ha in Matteo Salvini il suo ‘Napoleone’. Certo al posto di Villa non concluderemo un appello- slogan del tipo: “….Abbiamo grandi idee e vogliamo metterle in campo. Ai borghettini dico: se pensate che questa città non possa cambiare non votate per noi. Se invece pensate il contrario votate per noi”. Ecco lo stagionato metodo caro peraltro proprio a Salvini.
Si parli di problemi, non di promesse, di soluzioni, di programmi con tabelle di marcia. Alla gente di Borghetto non interessano i veti personali, gli asti rancorosi, i personalismi esasperati, i demagoghi che possono disporre del set televisivo e buona stampa notarile; interessa sapere cosa si intende fare per disciplinare, rendere finalmente ‘produttiva’ la filiera degli affitti di seconde case, prima industria della città rimasta senza regole e dunque una risorsa depotenziata. Alla gente comune, quella che potrebbe avere interesse recarsi alle urne nonostante tutto, sta a cuore sapere come si intende migliorare la produttività e la qualità della macchina comunale, ad iniziare dai vigili urbani ridotti sul lastrico. La gente comune che dovrebbe essere sensibilizzata a 360 gradi sullo Statuto comunale, la sua applicazione, il valore dei suoi principi, se attuato e praticato sarebbe un volano significativo nella crescita socio economica e non servono neppure investimenti. Denaro che nelle casse comunali del resto non c’è. Alla maggioranza dei cittadini interessa sapere come far fronte alla decrescita demografica e come valorizzare la netta preponderanza di anziani. E un tema meno popolare è come rimettere in moto la risorsa dell’agricoltura ora ridotta ad una quindicina di famiglie. Ci sono decine di terreni incolti, abbandonati. Si parla tanto di prodotti a chilometro zero, di riscoperta delle tipicità enograstronomiche. Ma Borghetto non ha saputo copiare neanche il ‘mercatino agricolo’ coperto di Loano con un paio di decenni di vita e successo per gli operatori.
Nei prossimi numeri di trucioli.it cercheremo di informare i lettori approfondendo la conoscenza dei candidati. Una legge del 1982 obbliga chi ricopre incarichi elettivi a rendere pubblica la situazione patrimoniale, redditi, partecipazioni societarie. C’è chi ritiene che la presenza di medici possa favorire la vittoria di una lista, tenuto conto del loro ruolo molto particolare in seno alle famiglie, al rapporto che si crea e a Borghetto operano pure l’Humanitas, il Sestante, strutture vicine al mondo degli anziani. Dietro l’angolo potrebbe fare capolino il conflitto di interessi più o meno palesi, più o meno striscianti. E un cenno lo merita, nei prossimi approfondimenti, il ruolo non proprio strisciante di alcune figure della fratellanza massonica. Per concludere il ruolo dell’informazione. C’è chi aspetta come il cacio sui maccheroni la pubblicità elettorale, del resto ci sono i dipendenti, i posti di lavoro, le notizie pagate a pezzo ai collaboratori. Un’informazione che vede la netta supremazia on line e che almeno in questa provincia non si distingue per fare il ‘cane da guardia’ come raccomandava un direttore eccellente quale era il compianto Piero Ottone. Che ha insegnato ed è stato per noi il primo vero maestro. Non servono i talebani dell’ambiente o della politica. Il giudice, ex Pm, Raffaele Cantone che preside l’Autorità nazionale anticorruzione, ad un programma di Corrado Augias, su Rai 3, ha di recente detto: ” Non si deve sfasciare tutto, dobbiamo fare in modo che se ne vadano i peggiori e non abbiamo bisogno di facilitatori“.
Luciano Corrado