E’ stato un corridore professionista di eccellente valore, mettendo il suo nome nell’albo d’oro ( o sul podio) di importanti competizioni ciclistiche internazionali. Eppure il suo nome, ancora oggi, viene associato alla maglia nera che negli anni di splendore della bicicletta indicava l’ultimo in classifica al Giro d’Italia. Bruno Zanoni, bergamasco, ma cittadino di Laigueglia praticamente dall’infanzia, ha avuto l’onore di correre con i grandi protagonisti degli anni ’70 che tutti ancora oggi ricordano. Va detto che lui non fa nulla per nascondere quel poco invidiabile primato sul quale, con la sua grande simpatia, ha costruito il suo personaggio.
<Quanta fatica per arrivare primi– attacca Bruno– ma quanta anche per arrivare ultimi ! Che battaglie per ottenere quella maglia nera che per me, per quanto se ne dica nell’ambiente ciclistico, non ha mai rappresentato nulla di offensivo. Nelle tappe di montagna facevamo a gara, io ed altri pochi eletti a voler indossare quella maglia, a farci staccare perbene, sempre ricordando di non arrivare fuori dal tempo massimo stabilito dalla giuria. Devo dire che in alcune tappe non ho poi così faticato ad indossarla….>.
Bruno però è stato un grande corridore professionista che ha scritto pagine importanti per il ciclismo ligure e ponentino in particolare.
<La corsa che ricordo di più? Ma la Parigi-Roubaix. Me la sogno ancora oggi quando ho incubi o febbre alta: passare per quei lunghi tratti di pavè era una tortura. Ecco quelli sono i momenti nei quali ti chiedi perché hai scelto questo mestiere e non optato ad una vita più tranquilla. E pensare che da piccolo giocavo a calcio….>.
Bruno è stato colonna portante del Trofeo Laigueglia che vive il suo 54° anno di vita. Una corsa che, fino a quando il ciclismo è stato sport lontano dal business, apriva la stagione delle due ruote, con le squadre ciclistiche che, già da metà gennaio, soggiornavano nella Riviera di Ponente. Poi anche il ciclismo, come altri sport, ha venduto la sua anima al diavolo, a sponsor che a febbraio ti costringono a correre negli Emirati Arabi.
<Ed il Laigueglia– osserva amaramente Zanoni– non è più stato l’evento che apriva la stagione, con tanto di diretta Rai. Già, anche la televisione pubblica da anni ha rinunciato a trasmettere la corsa nel pomeriggio, preferendo una sintesi serale. I tempi cambiano….>. E anche Bruno, che la passione per la bici non l’ha mai perduta continua a pedalare, anche se la stanchezza si fa sentire, soprattutto in salita: <L’ultima volta che ho voluto affrontare il Testico mi sono accorto che anche la mia ombra mi aveva staccato: e allora ho capito che è meglio guardare il ciclismo in tv>.
Guglielmo Olivero