Loano non si è sottratta al proliferare di attività commerciali nel centro storico e nelle aree centrali, spesso a discapito della tutela del decoro. Di recente il Comune di Alassio ha vietato, con un giro di vite, le esposizioni con l’occupazione di spazi esterni nel suo ‘budello’, definita l’area commerciale più lunga d’Europa. Il dibattito si è fatto pressante con l’acquisizione di attività da parte di comunità asiatiche. Agli affitti ‘impossibili’ per gestori italiani, gli extracomunitari resistono offrendo mercanzie e prodotti a prezzi imbattibili e orari no stop. Loano ha ravvivato in gran parte il suo ‘salotto’ ed emergono alcune note dolenti. La Lista civica Loa Noi fa una disamina lucida e costruttiva, a partire proprio dalla genesi e dalla sorte finale dell’ex cinema -teatro Loanese.
Riportava un articolo del Secolo XIX del 13 dicembre 2014, a firma di Luca Berto: “Ora, dopo 104 anni di onorato servizio, per il cinema “Loanese” di via Garibaldi è arrivato purtroppo il momento di calare definitivamente il sipario. Troppo alti i costi di gestione e troppo forte la crisi del settore. «Mi dispiace, mi piange il cuore – confessa senza mezzi termini e con una certa commozione il titolare Tommaso Delbalzo – Per la mia famiglia il “Loanese” ha un valore affettivo enorme. Del resto, lo abbiamo in gestione dal 1924». La storia dell’ultimo cinema della cittadina rivierasca comincia nel 1910, quando viene costruito. «La mia famiglia lo ha rilevato dagli Accame nel 1924. Ad acquistarlo erano stati mia nonna e suo zio. Poi nel 1990 io ho rilevato le quote degli eredi dei miei parenti e così ho iniziato a gestirlo in modo più diretto».
COMUNICATO STAMPA – In questi giorni è uscita la notizia della trasformazione del Cinema Loanese, scelta a quanto pare obbligata per la proprietà (famiglia Del Balzo) visto il disinteresse da parte dell’amministrazione nei confronti dei destini della struttura.
Sul punto vorremmo fare alcune precisazioni
1) La questione “mancanza struttura polivalente a Loano” è per noi fondamentale per la vita culturale cittadina. Se abbiamo contestato in passato l’operazione teatro, lo abbiamo fatto in quanto mera promessa elettorale. Ritenevamo quel progetto (per dimensioni , struttura e costi di realizzo e di esercizio) una follia rispetto alle reali esigenze. E non ci siamo sbagliati, tant’è che la stessa amministrazione, a conti fatti, si accorse che anche col contributo regionale (che con una buona dose di lungimiranza e buon senso si poteva richiedere per realizzare altri interventi di riqualificazione sul territorio) i costi definitivi sarebbero stati ben superiori a quelli inizialmente stimati. Peccato per i soldi gettati alle ortiche riguardanti le spese di progettazione (si parla di decine di migliaia di euro). Abbiamo anche sottolineato, con cognizione di causa, che l’amministrazione avrebbe potuto concentrare le proprie risorse per trovare un accordo col privato in relazione alla gestione del Loanese per le esigenze della nostra cittadina. Siamo cosi passati dai fasti di una struttura faraonica e imponente al nulla assoluto, perché in questo Comune trovare (tranne che quando fa comodo) la via di mezzo è un’impresa titanica.
2) Quanto alla questione “supermercato” ci limitiamo a riproporre gli interrogativi (e le preoccupazioni) che circolano più o meno sommessamente sul territorio (sul quale noi continuiamo ad essere vigili e presenti, anche a campagna elettorale terminata), anche di fronte a scelte amministrative di segno opposto enunciate in passato dall’amministrazione. Giustamente la proprietà ha fatto i suoi conti e le sue scelte. Ci auguriamo che anche l’amministrazione abbia ponderato attentamente la questione sotto tutti i profili possibili: viabilità, parcheggi, impatto sul tessuto economico locale (nuovi posti di lavoro ed assenza di cessazioni di piccole attività gravitanti sul territorio), nonché normative e delibere regionali in materia di programmazione economica degli esercizi commerciali.
3) L’occasione è utile per riproporre anche un tema delicato quale quello della tutela del decoro dei centri storici. Si è assistito negli ultimi anni ad un proliferare di attività tutte uguali (sotto il profilo merceologico) che stanno trasformando il centro storico (e non solo) in un grande bazaar a cielo aperto, con esposizioni spesso non a norma con i regolamenti comunali. Sul punto ci chiediamo (stante la lettura della legge regionale 1/2007 sul commercio e delle delibere di consiglio regionale in materia di programmazione) se non sia possibile intervenire, attraverso una puntuale definizione del Piano Commerciale, per porre dei limiti a questa situazione e stabilire precise regole a tutela non solo del decoro dei nostri centri storici, ma anche a tutela di una corretta distribuzione dei prodotti merceologici.
Noi non percepiamo assolutamente questa volontà da parte dell’amministrazione e ci teniamo a segnalarlo affinché si adottino gli opportuni provvedimenti, nei limiti consentiti dalle norme,
Lista Civica Loa Noi