Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Il turismo a Noli ha il ‘Mal della tartaruga’. Le terre rosse di Voze, straordinario tesoro


Noli, antica repubblica marinara, di marinaio ha ben poco. Solo quattro barche di pescatori sono rimaste, una regata di gozzi per il palio ed, una tantum,  pesca con la sciabica o sciabichello da riva. Ė diventato un turismo da “geriatrici”; ormai i giovani, se non qualche locale, non sono più coinvolti da queste iniziative su cui le varie amministrazioni contano per attirare “folle” di turisti, sopra tutto nei mesi estivi, quelli “vacanzieri”. Anche la passeggiata dantesca, ci perdoni Dante, non attira più di tante persone; e poi va sempre a finire che piove!

Noli, è e rimane un borgo che non sa rinnovarsi; occorre cercare nuovi stimoli, e senza fare “voli pindarici” cercare di sfruttare al meglio il territorio che non è solo mare, tranquillità e riposo.

Tutto questo va bene per i residenti ed i turisti [italiani sopra tutto] di una certa età, ma ormai, con la globalizzazione occorre promuovere nuove iniziative per sfruttare al meglio, ad esempio, il proprio territorio montano, evitando di lasciare, come consuetudine, l’iniziativa ad altre amministrazioni vicine.

Il Comune di Finale Ligure aderisce al progetto europeo C.H.A.T.S.- programma It-Fr Marittimo 2014/2. La rete di imprese denominata CHATS, ovvero Culturel Heritage – Attrattore per il Turismo Sostenibile, riunisce imprese di turismo, comunicazione e cultura intorno alla volontà di costruire e mantenere nel tempo un modello di turismo sostenibile in grado di sviluppare un brand turistico-commerciale intorno al tema delle antiche identità territoriali, della rievocazione storico culturale, dell’arte. I partner coinvolti costruiscono un prodotto turistico esperienziale incentrato sul ruolo attivo di Borghi e Castelli di origine medievale e sulla capacità di offrire esperienze culturali di tipo attivo dedicato ad un target europeo ed extra europeo che ricerca località attraenti sotto il profilo sia turistico sia culturale.

CHATS è parte del Programma IT – FR Marittimo 2014/2020, Asse I Promozione della competitività delle imprese nelle filiere prioritarie transfrontaliere –Lotto 2 Progetti semplici finalizzati alla creazione di reti/cluster di imprese, per l’utilizzo di personale altamente qualificato e per gli investimenti mirati allo sfruttamento economico di nuove idee. Partner del progetto sono il Comune di Finale Ligure, il Comune di Bosa (Or), il Comune di Castelnuovo Garfagnana (Lu), unitamente alle reti di imprese del settore turistico di Finalborgo, Bosa (Or), Pigna (Corsica), Valle del Serchio e Garfagnana (denominata Smart Valley, provincia di Lucca).

Afferma il Sindaco pro-tempore Frascherelli: “Il Comune di Finale Ligure si è fortemente attivato in questo progetto transfrontaliero atto al recupero e mantenimento dell’eredità storico culturale locale, in virtù del proprio retaggio che la vide in epoca medievale sede del Marchesato dei Del Carretto ed, in epoca di dominazione spagnola, localizzazione strategica della monarchia iberica. La valorizzazione del patrimonio culturale rappresenta per il Finalese un fortissimo attrattore turistico: la cooperazione transnazionale è di fondamentale importanza per il rafforzamento degli operatori turistici e culturali locali, e consente inoltre una importante destagionalizzazione turistica”.

E NOLI?

Noli potrebbe attivarsi, stringendo alleanze con altre località con caratteristiche simili quali: con San Giminiano [SI], Montagnana [PD] o con Lerici [SP] che  si trova nella parte più orientale del Golfo della Spezia, vicino all’estuario del fiume Magra. Di origine antichissima, era alle dipendenze dei vescovi di Luni. Fu un porto importante dove approdavano viandanti e pellegrini che attraverso Sarzana si collegavano alla Via Francigena verso Roma o il nord Italia. Da Lerici inoltre, una diramazione della stessa via, portava al cammino per San Jacopo di Compostela. Nel Medioevo fu possesso di Genova, per un breve periodo di Pisa e quindi subì diverse dominazioni fino a tornare ai genovesi alla fine del XV secolo.

E NOLI?

 A Noli. E’ nata ufficialmente il 22 marzo 2016 la sezione “Outdoor e waterfront” della Polisportiva nolese con l’obiettivo di promuovere gli sport outdoor sul territorio, nello specifico quelli legati all’acqua, dal SUP, al nuoto in acque libere, al triathlon, come spiegato dall’assessore al turismo Alessandro Fiorito e si occuperà anche di escursionismo, dall’hiking, al trekking”. La Polisportiva nolese nasce nel 1946, ma negli ultimi anni era rimasta attiva solo la sezione calcio. Oggi si rinnova rilanciando l’attività, puntando su quelle outdoor acquatiche. Il Presidente della polisportiva sarà Luca Canepari e tra i soggetti sostenitori si annoverano “Bike & Sun” e la “Società Salvamento di Noli.

Parole che riempiono la bocca, tutte o quasi in lingua inglese, che vogliono dire tutto ma che in realtà rimangono solo sulla carta, se non c’è un proseguimento di lavoro effettivo.

Una delle parti territoriali del Comune di Noli più interessante e per di più unica in tutto il centro nord italiano sono i depositi continentali o meglio note come le:

TERRE ROSSE DI ORIGINE CARSICA

DEPOSITI PLIO-QUATERNARI

Salendo dalla località Voze, verso l’altopiano delle Manie da quota + 2.90 a quota +3.31, dopo aver percorso una salita di ~ 600 m, si entra in un territorio il cui suolo è rosso; sono le terre rosse di origine carsica. Tale “suolo” è una evoluzione avvenuta nel paesaggio a cockpit e colline emisferiche della superficie sommitale dell’Altopiano delle Manie, e sui ripidi versanti dei bordi dell’altopiano; siamo in presenza di uno dei pochissimi paleosuoli [1] datati con certezza al Pleistocene [2] inferiore dell’Italia nord occidentale.

L’indagine, condotta da Brancucci [*], Biancotti [**], Motta [**] è frutto di un lavoro di indagine esposta da Ajassa [**] e Motta come “osservazioni sui suoli della zona dell’Altopiano delle Manie – Monte capo Noli”, e nasce da antichissima atropizzazione  dell’area, risalente almeno nell’Acheulano   [3] arcaico e dall’interazione fra condizioni climax dell’evoluzione pedologica [pedologia = scienza che studia i terreni naturali, vegetali e agrari] e azione erosiva indotta antropica [incendi].

I profili descritti ed analizzati sono stati individuati essenzialmente in funzione del substrato litologico e della posizione morfologica, elementi di grande rilevanza nella determinazione dei processi pedogenetici caratterizzanti i diversi suoli.

 I profili che delimitano la nostra zona sono quelli definiti: profilo n° 1 e profilo n° 2.

Una  prima suddivisione è stata effettuata in base al substrato litologico:

● suoli su substrato quarzitico (quarziti brianzonesi del Permiano superiore-Scitico)

● suoli su substrato carbonatico (costituito generalmente da calcari dolomitici da dolomie triassici e da calcari ceroidi del Malm).

Il profilo detto “delle terre rosse” è il profilo n° 6.

I suoli su substrato quarzitico

Le aree di affioramento del  substrato quarzitico risultano relativamente poco estese. Morfologicamente piuttosto omogenee, sono costituite generalmente da versanti a pendenza media del 40-50%, soggetti a forte ruscellamento sia areale sia concentrato. La copertura vegetale è costituita da un’associazione dominata nettamente dal Pino Nero nello strato arboreo e dall’Erica in quello arbustivo e in cui è evidente l’intervento antropico di riforestazione, conseguente ai disastrosi incendi che periodicamente percorrono questi versanti.

La forte erosione, accentuata dalla degradazione della copertura vegetale fa si che in vaste aree il suolo manchi totalmente o sia limitato a piccole tasche e a coltri d’alterazione scarsamente pedogenizzate, con rocciosità che supera sovente il 60%. anche dove la pedogenesi è maggiormente sviluppata il suolo è comunque molto sottile di tipo rankriforme [4]. l’associazione pedologica è costituita da Litosuoli, Suoli humo, calcarei, Rendzina e roccia affiorante. [5]

Il profilo n° 1  è ubicato nel settore orientale dell’area, lungo la strada che collega l’altopiano con Monte Capo Noli. Quota + 300 m, esposizione Sud, pendenza del 20%, rocciosità e pietrosità da scarsa a comune, drenaggio molto rapido; erosione idrica elevata (da acque di scorrimento selvaggio). Vegetazione: bosco rado di conifere (Pino Nero), con sottobosco costituito prevalentemente di Erica.

I suoli su substrato carbonatico

Le aree di affioramento del sustrato carbonatico, caratterizzanti la maggior parte della zona dell’altopiano, sono geormofologicamente più disomogenee e mostrano quindi una maggiore variabilità pedologica, in relazione delle diverse condizioni dei suoli.

Per quanto concerne lo sviluppo pedologico, sono stati individuati due settori: quello della superficie sommitale dell’Altopiano delle Manie, con morfologia a cockpit e colline cupoliforme, profili n° 3, 4 e 5, e quello di Monte Capo Noli [settore più orientale], dove è descritto il profilo n° 2.

Nel primo settore si differenzia nettamente l’ambiente di formazione dei suoli tra il fondo dei valloni carsici, subpianeggianti, in cui il substrato pedologico è costituito da depositi argillosi residuali umidi, a drenaggio normale, in massima parte coltivati e soggetti da lungo tempo a spietramento, rispetto ai versanti dei rilievi circostanti, a moderata o forte acclività, soggetti ad intensi fenomeni di dislavamento ed erosione superficiale, a prevalente copertura forestale.

Il secondo settore è invece geomorfologicamente piuttosto omogeneo e simile alle zone d’affioramento delle rocce quarzitiche, se si escludono gli effetti del carsismo superficiale [minore ruscellamento, maggiore rocciosità].

I suoli sono caratterizzati da una marcata aridità stagionale, come testimonia l’associazione vegetale di tipo xerofilo [6]

Dopo quanto sopra detto sono state individuate tre associazioni di suoli, che rappresentano la situazione climax dell’area. Naturalmente non è compreso in queste associazioni il paleosuolo osservabile in località “Terre Rosse” [sulla destra dopo il Gambero Verde], formatosi in condizioni climatiche diverse da quelle attuali.

Il profilo n° 2

si tratta di un profilo ubicato in prossimità di Monte Capo Noli, vicino al profilo n° 1, ma su un substrato carbonatico costituito da calcari dolomitici grigi delle Dolomie di San Pietro dei Monti, alla base del versante di uno dei modesti rilievi cupoliformi che caratterizzano la dorsale di Monte Capo Noli. Quota = + 290 m, p = 15-20%, esposizione SE: rocciosità assente, pietrosità superficiale da scarsa a comune, drenaggio buono, erosione idrica moderata, localmente intensa. Vegetazione forestale rada [copertura inferiore al 40%] di varie specie di pini, vegetazione erbacea xerofila, con copertura relativa compresa tra il 50% ed il 70%.

Stratigrafia Profilo n° 2

0 – 2 cm

[8]

orizzonte organico, fibroso asciutto, costituito da frammenti vegetali non decomposti, frustoli legnosi, foglie e apparati radicali in parte scoperti.

0 – 12 cm

7,5 YR 3/3

colore bruno scuro, scheletro comune, minuto in prevalenza, tessitura da franco-sabbioso-argillosa; struttura evidente, piccola e media,grumosa. Asciutto, sofficie, friabile, mostra una  buona incorporazione della sostanza organica [abbondante e di tipo Mull calcareo] con la frazione minerale.

Ben areato, porosità abbondante, attività biologica comune [Antropodi], radici comuni, di piccole e medie dimensioni, erbacee, abbondanti nei primi 5 o 6 cm. Forte reazione all’HCl, limite inferiore chiaro e ondulato.

12 – 26 cm

5 YR 5/6

orizzonte strutturale , bruno rossastro, scheletro comune minuto e medio, tessitura franco-sabbioso- argillosa, struttura poliedrica subangolare evidente, di piccole dimensioni. Leggermente umido, poco consistente, attività biologica scarsa; radici erbacee da comuni a scarse. Forte reazioni all’HCl [7]

Profilo n° 6

Rappresenta una situazione del tutto particolare, in quanto gli orizzonti inferiori costituiscono un paleosuolo evolutosi in condizioni ambientali sensibilmente diverse dalle attuali, come indicano chiaramente il tipo di pedogenesi che lo caratterizza ed il suo spessore.

La parte superficiale è invece costituita da depositi assai più recenti che, a seguito di fenomeni gravitativi, lo hanno parzialmente troncato e successivamente ricoperto.

Questo profilo è stato scavato lungo la strada provinciale Voze – Finalpia, al margine di uno dei sistemi di valloni carsici derivanti da originali cockpit smembrati dall’erosione, a quota 320 metri, esposizione zenitale.

Nel paleosuolo sono state trovate industrie umane dell’Acheulano arcaico, correlato con il Pleistocene inferiore.

                                  Stratigrafia Profilo n° 6

0 – 2         cm

[8]

Molto discontinuo, fibroso, costituito da un intreccio poco decomposto di frammenti organici, frustoli legnosi e foglie

0 – 25       cm

7,5 YR 4/6

Colore bruno; scheletro comune, poco arrotondato, piccolo, medio e talora grossolano; tessitura franca; struttura grumosa fine e media, evidente, da debole a moderata. Asciutto , poco resistente, debolmente cementato. Pori comuni, piccoli e medi; attività biologica e radici comuni. Limite superiore abrupto e lineare. Buona reazione all’HCl

24 – 25     cm

5 YR 5/6

Colore bruno rossastro chiaro; scheletro abbondante, prevalentemente spigoloso, minuto e medio, con frammenti litoidi [di quarziti] anche piuttosto grossolani; tessitura franco-sabbiosa; struttura grumosa, passante alla poliedrica subangolare, fine e resistente. Asciutto, poco duro; pkri comuni; attività biologica scarsa; radici comuni nella parte superiore, dove si può notare un livello lievemente più scuro per una relativa maggior abbondanza di sostanza organica. Buona reazione all’HCl [7]. Limite inferiore chiaro e lineare.

45 – 120   cm

5 YR 5/6

2,5 YR 4/8

5 YR 6/4

Colore di fondo rosso giallastro, rosso sulle facce degli aggregati; screziature più chiare, poco evidenti, bruno rossastre chiare; tessitura argillosa; struttura evidente, media, da poliedrica angolare a poliedrica subangolare; scheletro comune, minuto, con feammenti più grossolani nella parte superiore dove si intravedono tracce di disturbo riconducibili all’apporto di materiale colluviale soprastante. Rivestimenti di argilla, poco numerosi. Asciutto, mediamente resistente; pori scarsi, piccoli e medi; attività biologica assente; radici scarse [per lo più legnose]. Debole reazione all’HCl, passaggio inferiore graduale e ondulato.

120 – 280 cm

2,5 YR 4/8

5 YR 5/8

7,5 YR 6/6

Colore rosso giallastro, screziature rosso-giallastre e giallo-rossastre, comuni, poco evidenti; tessitura  argillosa; struttura evidente poliedrica angolare media e grossolana; scheletro praticamente assente. Numerose ed evidenti pellicole d’argilla sulle facce degli aggregati; Asciutto, resistente, pori scarsi e molto piccoli. Attività biologica e radici assenti. Limite inferiore graduale, talvolta discontinuo, e lineare.

280 – 490 cm

2,5 YR 5/8

7,5 YR 7/6

7,5 YR 4/4

Colore rosso, screziature comuni giallo-rossastre chiare e, meno abbondanti, bruno-rossastre; tessitura argillosa; struttura evidente poliedrica angolare media; scheletro assente. A 4.1 compaiono in modo discontinuo piccoli noduli ferromanganesiferi.

Asciutto, molto resistente anche da umido. Debole reazione all’HCl. Limite inferiore chiaro e linare.

> 490        cm

2,5 YR 4/6

5 YR 6/6

2,5 YR 2,5/0

Colore rosso, con screziature poco evidenti più chiare giallo-rossastre; tessitura argillosa; struttura molto evidente media e grossolana poliedrica angolare.

Rivestimenti abbondanti nerastri sulle facce degli aggregati, costituiti da ossidi di ferro e manganese. Asciutto e molto compatto. Moderata reazione all’HCl.

Lungo la strada provinciale Voze – Finalpia, al margine di uno dei sistemi di valloni carsici derivanti da originali cockpit smembrati dall’erosione, a quota 320 metri, esposizione zenitale, è presente una cava di pietre ormai in disuso.

Alla luce di quanto affermato: “nel paleosuolo sono state trovate industrie umane dell’Acheulano arcaico, correlato con il Pleistocene inferiore”, viene spontaneo chiedersi come ripristinare il luogo con opere mirate di ingegneria ambientale.

Scartate le idee di cementificazione e quelle di ritorno alle origini, si suggerisce di indire un concorso di idee, a livello nazionale e/o europeo al fine di inserire su tale territorio un’attività che permetta l’utilizzazione del contesto “agro-forestale” a compendio dell’area urbana.

Concorso cui il Comune di Noli, di seguito definito “Ente banditore”, bandisce per una  progettazione in due gradi [ai sensi dell’art. 59 comma 6  del DPR 554 DEL 1999 (con proposte di idee al primo grado e progettazione preliminare al secondo) e dell’art. 109 L. 163/06] mediante procedura ristretta in un’unica fase in forma anonima con preselezione, finalizzato all’acquisizione di idee progettuali, con livello di approfondimento pari a quello di un progetto preliminare, avente ad oggetto l’individuazione di un nuovo ruolo funzionale del comparto urbano in adiacenza al Territorio Delle Terre Rosse.

Lo scopo è quello per il recupero del comparto, caratterizzato dalla presenza di emergenze di grande interesse urbano e di notevoli potenzialità funzionali, può trovare una risposta adeguata attraverso la realizzazione di nuove attrezzature, L’individuazione di nuove funzioni e nella valorizzazione e recupero dei valori storici, architettonici ed ambientali presenti nell’area, in particolare:

• dotare il comparto di un’area attrezzata di rango urbano per le attività all’aria aperta, lo spettacolo, la  ricreazione e la fruizione dell’ambiente;

• realizzare la saldatura pedonale e ciclabile tra il sito e  la valle dei Ponci con la via Julia Augusta, con i suoi cinque ponti, con le cave di pietra romane attraverso, anche se fosse necessario, la via della tg. alla grotta dell’arma.

Concorso di idee:

Tale fase è finalizzata esclusivamente alla formazione di un elenco di un numero massimo di 10 concorrenti da invitare alla successiva fase concorsuale e pertanto non dà luogo all’assegnazione o riconoscimento di premi e corresponsione di rimborsi spese, ne il punteggio conseguito sarà valutato in fase concorsuale.

Si configura come uno strumento agile dal punto di vista burocratico indirizzato a fornire un’idea progettuale relativa non solo alla forma architettonica, ma anche alle funzioni ad essa correlate e quindi come una fase antecedente alla progettazione architettonica vera e propria.

Nel caso in oggetto la specificità materica del bene, con la conseguente rigidità dal punto di vista dell’innovazione formale, e la necessità, ai fini di un utile contributo efficace e qualitativo del progetto, di determinare a priori, mediante uno studio di fattibilità, indicazioni funzionali ed economiche per il recupero dell’area.

I partecipanti a questa fase dovranno  presentare  una prospettiva d’insieme, inserita sul territorio, nonché una relazione esplicativa.

Quanto sopra detto, anche se è fattibile, rimarrà una chimera; non per niente gli Etruschi, che erano esperti in materia, hanno costellato il territorio di statue, in bronzo, di chimere.


NOTE

[1] antico

[2] periodo del Neozotico – Neozotico = era geologica così denominata in quanto la flora e la fauna vi sono rappresentate da specie tuttora viventi.

Quaternario – Secondo periodo dell’era Cenozoica nella scala geologica del tempo, che va dalla fine del Terziario (duemilioni di anni fa circa) al presente. Comprende due epoche: Pleistocene (periodi glaciali) e Olocene (presente).

[3] Acheuleano agg. e s. m. – Cultura preistorica del periodo paleolitico inferiore, che prende il nome dalla località di Saint-Acheul presso Amiens in Francia; diffusa in Europa, Africa e Asia sud-occidentale, è caratterizzata da amigdale di forma abbastanza regolare, e da industria su scheggia. Resti umani di questa cultura sono stati rinvenuti in Inghilterra, in Algeria e in Marocco, e sono stati riferiti al tipo pitecantropiano.

[4] Ranker – Suolo sviluppato su rocce silicee, con orizzonti ricchi in materia organica, poco profondi, che riposano direttamente a contatto della roccia madre. La definizione è stata abbandonata dal WRB (vedi anche World Reference Base), ma è usata ancora frequentemente nella letteratura pedologica, è presente nella Legenda FAO-Unesco del 1992

[5] Pianta che vive in un ambiente arido

[6] Rendzina – dal termine contadino polacco rzedzic = tremare. Questo tipo di suoli vibra lievemente nell’aratura. Sono in genere suoli poco profondi, su roccia carbonatica, ricchi in materia organica e con caratteristiche chimicofisiche particolari. La cdefinizione è utilizzata dalWRB (vedi anche World Reference Base), è usata ancora frequentemente nella letteratura pedologica, ed è presente nella Legenda FAO-Unesco del 1992

[7] Effervescenza all’HCl – Si riferisce al test di campagna utilizzato per rilevare la presenza di carbonato di Calcio nel suolo. Si esegue facendo gocciolare poche gocce di acido cloridrico (concentrazione al 10%) su un frammento di suolo,osservandone l’effervescenza prodotta (vedi Calcare totale). Questo test non é significativo per tenori in CaCO3 superiori al 10%.

[8] Colore Munsell – Sistema per la designazione del colore di un orizzonte del suolo o di una sua parte. I colori del suolo vengono codificati per confronto con le Tavole colorimetriche”Munsell Soil Color Charts”, nelle quali essi sono espressi dalla combinazione di tre variabili: colore (hue), luminosità (value) e saturazione (chroma).

hue= gamma o colore spettrale dominante, indicato da un numero intero o decimale, seguito da una o due lettere maiuscole (per esempio10YR).

Value= luminosità relativa del colore, indicata da un numero arabo.Chroma= intensità o purezza relativa del colore, indicata da un numero arabo, separato dal precedente mediante il segno/.

Ad esempio, il colore giallo rossastro di un orizzonte sarà designato dalla sigla 7.5YR7/8 (dove 7.5YR è la hue, 7 il value, 8 il chroma).

[*] Dipartimento di Scienza della Terra  →   Università di Genova

[**] Dipartimento di Scienza della Terra  →   Università di Torino

Alesben B.


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