Seguo sempre con interesse quanto Trucioli scrive su Noli, in particolare gli interventi di Carlo Gambetta sulla vicenda, tristemente pluriennale, delle autorimesse sotterranee sotto via Belvedere. Decine di interventi, tutti documentati con coerenza e competenza, mai contestati dai responsabili di una situazione che continua a recare a Noli danni e disagi gravi e incalcolabili.
Noli è stata grande e rispettata, poi, per vicende storiche, la decadenza, fino ad arrivare alla fine della guerra ’40-’45, alla Noli dei pescatori, misera anch’essa, ma che sarebbe potuta diventare, poco dopo, insieme a Varigotti vecchio, una zona d’attrazione internazionale.
Ma è stato impossibile ed inevitabile, anche volendolo fare: la politica democristiana riteneva che fare un piano regolatore voleva dire perdere le elezioni locali.
E’ stato cosi per tutta la Liguria ex povera, il regno dei piccoli costruttori e degli interessi dei singoli a scapito di quelli generali. A Noli il primo piano regolatore fu fatto nel 1980, ma il peggio era stato fatto e ancora oggi non sembra che le cose stiano cambiando.
Ora, grazieadio e agli eventi, la miseria è passata, ma la coscienza (e la cultura) civica della “gente” e dei nostri governanti è ancora da arrivare.
Così, tranquillamente, con questa bella “coevoluzione” (colto neologismo adottato dal Soprintendente alle Belle Arti, che ne ha dato il benestare) vedremo sorgere a Noli una bella collina di cemento che, fra l’altro, obbligherà a salire e scendere l’importante strada di uscita a ponente da Noli.
E’ una bruttura per sanare, a perenne spesa di Noli e dei nolesi, gli errori e gli interessi di un po’ di persone.
Mi sembra giusto che Gambetta si rammarichi che non si formi un gruppo di cittadini che dia voce a una protesta pubblica
(Lettera firmata, con indirizzo e mail)
