Gent mo trucioli.it. “Sono venuto a conoscenza della ordinanza di proclamazione di lutto cittadino da parte del Comune di Casteldelfino nella giornata del 16 agosto per protestare contro l’istituzione del Parco del Monviso, pur a fronte di una chiara opposizione della popolazione residente e di molte altre persone firmatarie della petizione: 1026 firme, oltre ad altre 1557 del Comprensorio Alpino CN 1 in Valle Po. Leggi la delibera del Consiglio comunale …..;“. Con delibera di giunta è stata ritirata la costituzione di parte civile e la conseguente remissione di querela per diffamazione aggravata nei confronti di due giornalisti cunnesi (B.G: e B.M.) col risarcimento del danno morale (2 mila €) destinati al Concerto di Ferragosto 2015 …Leggi delibera di giunta…... Devono pagare inoltre 3 mila € di spese legali. Diffamazione ai danni del sindaco, pubblico ufficiale e nell’esercizio delle sue funzioni.
“Il fatto mi rattrista in modo particolare in quanto, pur non entrando in merito alla questione, è chiaro che l’amministrazione della Regione Piemonte non ha alcuna intenzione di ascoltare, anche se pur minimamente gli ultimi ” resistenti ” della montagna . Questo disegno di annientamento del mondo alpino è ormai palese Il territorio della Regione Piemonte è classificato montano, secondo l’Istat, per il 51,8 % dato di gran lunga superiore alla Lombardia e al Veneto ma i fondi stanziati per il settore montano, in particolare nel settore agricolo, sono inferiori a quelli stanziati dalle regioni vicine del Nord Italia e perfino dalla piccola Valle d’Aosta. Fino agli anni ’80 il tessuto sociale era incentrato attorno alla istituzione ecclesiastica e al Comune.
Adesso la presenza del clero è ormai inesistente e allora si cerca con l’imposizione delle Unioni di Comuni, non volute dal territorio, di annientare la democrazia e l’ultimo presidio autonomo sul territorio ossia il Comune. Le produzione di formaggi DOP sono ormai in mano a strutture commerciali che non hanno nessun aggancio seppur minimo sul territorio, gli alpeggi vengono affittati a imprenditori che spesso non portano sui terreni il bestiame ma il tutto è finalizzato a riscuotere contributi pubblici. Il margaro, il pastore locale, non può competere ne economicamente né a livello burocratico – vedi il caso Ormea dove ben tre alpeggi sono stati acquisiti da una società agricola dell’Abruzzo – . Le confederazioni sindacali agricole, eccetto proteste di facciata tacciono perché il numero maggiore delle tessere sindacali – quindi potere economico e politico – è raccolto in pianura e sicuramente non in montagna. E infine ecco la nascita e l’imposizione antidemocratica dei Parchi, ecco la protesta ultima, forse esagerata ma vera di Casteldelfino.
Ma certi politici che si dilettano a girare i rifugi, mangiare polenta e cantare in compagnia, si rendono conto che se in montagna non esisterà più il montanaro il territorio alpino rovinerà addosso alla pianura con danni economici e naturali enormi cosa che peraltro adesso comincia a succedere? Oggi siamo al limite, ma la cosa che più preoccupa è il fatto che per il governo regionale il problema non è la montagna ma il montanaro o almeno gli ultimi montanari. DANNO FASTIDIO E VANNO ELIMINATI!”
Arneodo Mauro
MA I PRESUNTI FIANCHEGGIATORI DEI ‘DIFFAMATORI’ SOSTENEVANO IL DIRITTO DI CRITICA AL SINDACO (‘NON AL COMUNE’)
” A CASTELDELFINO, VIETATE LE CRITICHE: È TUTTO PERFETTO.
SE QUALCUNO “DENIGRA”, AMORISCO FA SELLARE LA MULA. COME IL DON LOLLÒ ZIRAFA DELLA NOVELLA DI PIRANDELLO
Il 13 settembre scorso la Giunta comunale di Casteldelfino ha adottato una delibera per la promozione di azioni giudiziarie per la tutela del Comune da azioni denigratorie, anche ricorrendo alla denuncia-querela nei confronti dei privati che travisano a loro piacimento fatti e documenti comunali per discreditare l’ente e i suoi legali rappresentanti.
Si tratta di un passo che può essere interpretato come una non velata intimidazione verso chi, sulla carta stampata o su altri mezzi d’informazione si permetta di criticare il sindaco (non l’Ente Comune) ad esempio, per spese o realizzazioni che non siano giustificate o che costituiscano sprechi evidenti a tutti. A parte alcuni dubbi sulla legittimità della delibera (le critiche sono dirette alla persona del sindaco e non al Comune, al quale toccherebbe di pagare discutibili spese legali) non è inutile osservare che in Italia purtroppo non è perseguibile penalmente l’inutile, il brutto e il cattivo gusto. Un vero peccato.
Ma esiste, fortunatamente, il diritto di critica. Diritto che è ricordato dall’articolo 21 della Costituzione: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di comunicazione. E l’articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo specifica: Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere (compresi i confini del Comune di Casteldelfino).
Se non bastasse, l’articolo 10 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali aggiunge: Ogni persona ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza ingerenza alcuna da parte delle autorità pubbliche, e senza considerazione di frontiera. Questo Blog intende avvalersi del diritto di critica senza limitazioni o intimidazioni anche per i 33,95 kilometri quadrati di Casteldelfino, che non è “altra terra” rispetto al resto della valle.
La scelta di un legale da tenere pronto a colpire chi si permettesse possibili denigrazioni ricorda a grandi linee la celebre novella di Luigi Pirandello, “La giara”, portata sullo schermo nel 1984 da due attori indimenticabili come Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, entrambi scomparsi. Il personaggio principale, Don Lollò Zirafa (interpretato da Ciccio Ingrassia), ricco e avaro proprietario terriero, per un nonnulla che lo contrastasse nella convivenza coi vicini ordinava ai suoi contadini: “Sellate la mula”. E correva in città “a fare gli atti” dall’avvocato. Ora anche a Casteldelfino c’è il rischio di avere un Don Lollò Zirafa: i muli, e le mule, non ci sono più, ma una macchina per Saluzzo o Cuneo la si trova sempre. Tanto paga il Comune. O no?
Inviato su Casteldelfino “