Ferragosto 2015: esemplare storia titolata ” E…l’Italia va “. Vietato ridere, divieto di piangere, gradito un ceppo ricordo. Vietato l’accesso ai giornalisti dotati di archivio stampa e allergici al silenzio. Porte aperte agli smemorati. trucioli.it coglie l’occasione di una lettera inviata dal mite combattente Pier Franco Quaglieni, direttore del Centro Pannunzio, per tracciare l’ultimo affresco, in ordine di tempo, dell’imperituro parto dell’Autostrada Albenga-Garessio-Ceva Srl. Quote al 31 dicembre 1999. Enti pubblici: 70,86%, privati 29,14%. 46 soci, 4 province (Torino,Cuneo, Savona, Imperia), Comuni cuneese, imperiesi, savonesi. 3 Camere di Commercio, 3 casse di risparmio, 2 comunità montane.
Perchè stupirsi dei paradossi del Sud: Sicilia, Calabria, Campania ? Perchè i mass media più accaniti e penetranti non raccontano chi c’era e chi c’è, cosa hanno realizzato o non si è fatto, non ripropongono alcuni verbali delle riunione dei consigli di amministrazione, alcuni ritagli stampa – diciamo almeno un centinaio – firmati, con tanto di dichiarazioni e spesso accompagnati da primi piani dei ‘principi’ al potere, ora politico, ora economico, ora bancario. Affidereste un’azienda di famiglia a chi (tanti, troppi) in 47 anni non si è perlomeno dissociato, con motivazione scritta, dalla società che poteva concorrere, quasi gemella, con quella del Ponte sullo stretto di Messina che in più riprese fece scandalo oppure mobilitò governi e big nazionali, televisioni popolari.
Nel Nord Ovest, ricco (?), potente (?) dove di teutonico non è rimasto neppure il decisionismo, si muore di incidenti stradali, di eccesso di velocità, illegalità diffusa, dove il cittadino qualunque non sente il controllo del territorio, ma si affoga lentamente un’intera economia, perchè le ‘grandi opere’ e piccole opere hanno lasciato al palo la ‘mobilità’ tra il Basso Piemonte ed il Ponente Ligure. Neppure lo sfalcio dell’erba è più di moda se non si affida a volontari o extracomunitari.
Velocità lumaca sui tornanti tra Pieve di Teco fino a Garessio ( un sogno la galleria Acquetico- Cantarana ), velocità tartaruga sulla statale tra Zuccarello e Garessio, tornanti dietro tornanti, strettoie trappole. E provate la Calizzano – Bagnasco con i camion del legname che sbucano all’improvviso in curva ed occupano necessariamente l’intera carreggiata. Un muro inatteso. Si salvi chi può se non si conoscono le insidie dell’arteria. Fanno notizia solo le sciagure mortali, per dimenticare due giorni dopo. Restano i fiori in ricordo dei morti appesi ai muretti, ad un muraglione, ai guard-rail.
Che ‘spettacolo’ desolante, deprimente, altro che mobilitazione leghista acchiappa voti per i migranti, tema drammatico e di facile strumentalizzazione. Nulla di tutto questo si è visto per la Albenga- Garessio- Ceva; per l’Albenga – Predosa perchè, titolava a tutta pagina Il Secolo XIX del 14 gennaio 2010, a firma di Sergio Del Santo (il giornalista economico per eccellenza della provincia di Savona): ” Serve un tracciato diretto tra il Ponente e la pianura Padana”. “Lo afferma il presidente dell’Autority, Rino Canavese”, ora super consulente del Gruppo Gavio. E lo stesso autorevole e preparato collega il 16 gennaio 2010 scriveva: “Serve una Milano – Albenga”. E’ la parola d’ordine di Luciano Pasquale, presidente della Carisa, degli Industriali, in seguito della Camera di Commercio. Motivazione ? Pasquale: ” Si tratta dell’evoluzione della Carcare – Predosa, utile per merci e turismo”. E ancora, la notizia di un importante meeting, organizzato da un altro imbattibile lottatore di poltrone per il bene comune, Giancarlo Grasso, artigiano di Borghetto S. Spirito, allora al vertice dell’ente camerale dove rimase per molti anni (3 mandati). Presente il fiero sindaco di Savona Federico Berruti, il presidente della Provincia, Angelo Vaccarezza, (ex), i colleghi di Cuneo ed Alessandria Paolo Filippi e Gianna Gancia, compagna dell’allora ministro condottiero Roberto Calderoli. E l’immancabile presenzialista, maestro di moderazione e diplomazia, Ferruccio Dardanello, cuneese presidente dell’Unioncamere, avvicendato da un mese. Le conclusioni e gli impegni erano affidati del sottosegretario ai Trasporti Bartolomeo Giachino.
Il 27 gennaio 2013, Marina Beltrame, firma per La Stampa, un appello del Comitato Civico, presieduto da Ugo Frascarelli: ” Sulla Borghetto- Predosa i partiti chiariscano la loro posizione”. E il consiglio comunale d Finale Ligure, quando era sindaco il dr. Flaminio Richeri, il centro destra ha votato all’unanimità il ‘no’ alla bretella autostradale per il Piemonte.
Passo indietro, 10 maggio 2007. E’ Sergio Del Santo, sul Secolo XIX, ad informare che “I piemontesi cambiano idea sull’Albenga- Predosa, meglio la bretella Acqui – Sezzadio. A rischio l’autostrada valbormidese”. Emerge da uno dei (32) convegni, meeting organizzati in 47 anni. Si tiene a Savona, al Palacrociere, con Claudio Burlando e la compagna presidente Mercedes Bresso. In questa sede si annuncia, testuale: “La bretella tra l’albenganese e la A 26 riceverà il grande interesse degli investitori. Un bacino di traffico che sarà ulteriormente ampliato con la realizzazione della superstrada di collegamento tra Garessio (Alta Val Tanaro) ed il casello previsto a Calizzano...“.
Potremmo continuare l’elenco, le paginate, gli annunci dei diligenti cronisti sofferenti di amnesia. “Borghetto S. Spirito – Val Bormida, ecco il tracciato. La nuova autostrada collegherà il ponente al Piemonte, casello sull’A 6 a Carcare. Il soggetto gestore finanzia parte della bretella. 28 marzo 2012, altro capitolo: titolando “ Nuova autostrada, sindaci in rivolta. Contestano il tracciato “. 17 comuni interessati, ma in maggioranza dicono no. Franco Bologna, primo cittadini di Carcare, dichiara: “Un progetto che condivido, di cui sento parlare fin da quando sono bambino…”.
Il 17 novembre 2011, a tutta pagina, Tommaso Dotta sul Secolo XIX: Albenga – Predosa, rotta su Altare e Cairo. Nuovo tracciato di 47 chilometri, si entra a Borghetto S. Spirito, casello a Dego e via fino ad Acqui“. Costo complessivo presentato da Ips del presidente Carlo Ruggeri, – ex sindaco di Savona, ex assessore all’Urbanistica in Regione Liguria- di 2, 5 miliardi. Alla presentazione del progetto il sindaco Federico Berruti, il collega di Cairo, Fulvio Briano e il presidente Vaccarezza che commenta: “Finalmente basta parole e parolai, siamo passati ai fatti…”. Il 14 ottobre 2012, sempre la storica corrispondente Marina Beltrame su La Stampa: ” Il progetto bretella è superato. I sindaci dell’entroterra contrari alla nuova autostrada”. Nel dimenticatoio la pagina del Secolo XIX del 3 giugno 2009, con Sergio Del Santo: ” Albenga – Predosa, due tracciati in uno collegano Autofiori e Autostrada dei Trafori, con un tunnel al Quazzo, traffico medio giornaliero stimato in 35 mila veicoli. Grande impegno e determinazione del presidente Giancarlo Grasso “al punto da convincere il Cipe ad inserire il collegamento tra le infrastrutture interregionali di interesse nazionale. La società Albenga – Garessio, da parte sua, finanzia lo studio dell’impatto sociale della nuova autostrada, da presentare tassativamente in autunno per rilanciare in grande stile l’iniziativa”. E nel 2010, giovedì 2 dicembre, è Del Santo ad antipicare che Cuneo uscirà dagli azionisti “….l’Albenga- Ceva società in utile non sarà liquidata, per entrare nel gruppo che realizzerà la Millesimo – Predosa. Nel servizio si rimarcava. “In 43 anni di paziente e certo non faticosa attività, la società è riuscita a non realizzare neppure un mq. di carreggiata, ma che tuttavia grazie ad una robusta dote iniziale – in azioni di autostrade vere – ha sempre chiusi i bilanci in attivo. L’ultimo ha fruttato (2009) 460 mila euro di attivo, così da qualche anno è utilizzata per realizzare studi, convegni, iniziative a sostegno dello dello ‘scopo sociale’ (sic!). Al vertice c’è il presidente Luigi Sappa che rivendica: ” In tutti questi anni abbiamo tenuto accesa una speranza, ora dobbiamo prendere decisioni incisive, anche modificando ipotesi originarie, si tratta di un’opera assolutamente strategica per tutto il nord ovest italiano”. E Sappa il 15 marzo 2015, di fronte alla richiesta del Comune di Savona di scioglimento della società per “concreta inoperatività rispetto alla finalità originaria, avendo più amministratori che dipendenti, ricorda che nel 2013 il cda è costato solo 5 mila 244 euro, contro il 76 mila euro lordi dell’unico dipendente. In carica , oltre al presidente Luigi Sappa, il vice Alfredo Borchi, Fortunato Asprea, Giovanni Balocco, Amelia Celia, Giancarlo Grasso, Rosalia Guarnieri, Giovanni Massa e Angelo Vaccarezza. Forse qualcuno si è dimesso e non lo sappiamo, ci scusiamo.
La favola è naturalmente assai più ricca di eventi, dichiarazioni, articoli, caratterizzati dai prolifici autori senza memoria. Per fortuna dimenticano pure gli elettori che si recano alle urne. La maledizione dell’Italia del Nord Ovest continua a mietere danni ? (L.Cor)
LA LETTERA n 1
La storia dell’autostrada Albenga, Garessio Ceva che compie 47 anni e non è riuscita a realizzare un solo metro di asfalto, rivela disfunzioni incomprensibili, disattenzioni inconcepibili, inconcludenze politiche che vanno al di là delle singole persone degli amministratori. I cittadini hanno il diritto di capire perchè tutto è rimasto fermo per quasi 50 anni.
Quell’ autostrada era e resta una necessità per evitare le attuali strozzature dell’autostrada dei fiori ,ma occorre capacità di iniziativa che consenta di voltar pagina in modo deciso .
Il consiglio di amministrazione,formato da un numero non indifferente di consiglieri, non è riuscito a realizzare nulla, se non la produzione di studi che si sono rivelati fini a sè stessi,quasi una giustificazione per continuare ad
esistere,malgrado i lavori non siano mai iniziati.
Il Centro “Pannunzio” si rivolge ai sindaci delle località più interessate (visto il ritiro delle Province), in particolare ai Sindaci di Albenga,Garessio e Ceva, al ministero delle Infrastrutture e in particolare alla Regione Liguria perchè decidano: o chiudere la società che ovviamente ha dei suoi costi di gestione o dar corso ai lavori. Non si può più aspettare,anche se chiudere sarebbe una beffa ai cittadini e una sconfitta per la comunità.
Quasi cinquant’anni di inerzia operativa nella realizzazione della AGC appaiono davvero troppi, specie per due regioni che sono note per la loro capacità di realizzare.Sarebbe interessante capire questa anomalia di ritardi biblici che hanno reso vana un’idea validissima.L’autostrada dei Fiori nel tratta da Albenga a Savona è sempre al collasso.I trasporti ferroviari sono poco efficienti ed è indispensabile che almeno il sistema autostradale sia più funzionale.
Pier Franco Quaglieni direttore del Centro Pannunzio
LA LETTERA N. 2 DEL 2011 AL SECOLO XIX